Ci sarà molto da fare, necessario collaborare

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Ci sarà molto da fare, necessario collaborare

i chiude una diatriba che ha visto contrapposti da una parte la Comunità autogestita della nazionalità italiana di Capodistria e dall’altra il primo cittadino giustinapolitano Aleš Bržan – entrambi a rivendicare le rispettive prerogative, ossia i primi a insistere sui principi di soggettività, autonomia e rappresentanza qualificata della Comunità nazionale italiana, il secondo a ribadire che tutte le norme in vigore sono dalla sua parte, ossia gli affidano tutto il potere e la responsabilità della scelta –, alla nomina di Mario Steffè segue la conferma dei mezzi destinati alle attività dei connazionali della città. Nonostante i “buchi” lasciati dalla precedente gestione gli importi sono pressapoco uguali a quelli dello scorso anno, attorno ai 520mila euro, che garantiranno l’attività alla CAN di Capodistria, il cofinanziamento dei programmi culturali della nazionalità italiana e il programma a favore dello sport. Un’integrazione al Bilancio recupererà 16mila euro necessari alla manutenzione straordinaria del Centro giovanile italiano, che in un primo tempo non erano stati inclusi nel documento finanziario. Bržan ha inoltre rassicurato che il Comune non intende vendere palazzo Vianello, sede del Consolato generale d’Italia.
“Sono riconoscente per la fiducia che mi ha assegnato il nuovo sindaco Aleš Bržan, che si propone con un nuovo corso dopo i diversi mandati svolti dal sindaco uscente Boris Popovič – esordisce Steffè –. È stata una nomina abbastanza complessa in conseguenza del braccio di ferro tra la CAN comunale, chiamata a pronunciarsi rispetto alla nomina del vicesindaco per la nazionalità italiana, e il sindaco entrante. Alla fine, tutto sommato, si è pervenuti ad una soluzione che, se da una parte disattende la preferenza espressa dalla CAN comunale verso il vicesindaco uscente Alberto Scheriani, assolve sotto il profilo strettamente normativo a quelle che sono le disposizioni relative alla procedura di nomina. Restando aperti diversi aspetti interpretativi, cercando di rispettare ruolo, competenze ed esercizio della soggettività della comunità nazionale italiana. Ritengo che a tal proposito, per sanare le divergenze e prevenire eventuali disaccordi, sia necessario instaurare tra le parti un dialogo aperto e articolato, proprio nell’interesse del rispetto della soggettività e dei diritti specifici della CNI”, sottolinea il vicesindaco. Sui punti principali del mandato, anticipa: “Credo ci sarà ancora molto da fare in questo senso, dovremo stabilire un programma di attività da portare avanti in questo mandato, soprattutto in riferimento alle questioni specifiche della CNI. Dal mio punto di vista, queste attività vanno realizzate in accordo con i rappresentanti della CNI sul territorio. Sicuramente tra i punti che dobbiamo realizzare è la prosecuzione del lavoro sulla toponomastica, sulla tutela del patrimonio di interesse storico e dei cimiteri, probabilmente anche con un decreto specifico in materia. Inoltre, dovremo mettere mano sul decreto relativo all’attuazione del bilinguismo, perché è parecchio datato e vi è la necessità di inserire nuove disposizioni e aggiornarle in determinati punti. Chiaramente, continueremo a tutelare quelli che sono i nostri interessi primari nel settore della scuola, dell’informazione, delle politiche a favore dei giovani connazionali, e così via… Indubbiamente ci sarà molto da fare in questo mandato”. Sulle polemiche tra la CAN e il sindaco, precisa che ci sono “delle disposizioni di legge specifiche in materia, come la legge sulle CAN, la legge quadro per quanto riguarda la CNI. Le CAN, in quanto espressione della CNI nel sistema delle autonomie locali hanno determinate attribuzioni, questo è sacrosanto e sicuramente non possono essere disattese. Il problema sta semmai in qualche interpretazione, nelle discrepanze tra quelle che sono le disposizioni statutarie a livello generale di questo territorio, che non sono uniformi in tutti i comuni costieri. Il discorso più che altro si pone, non in linea normativa, ma in fase attuativa di queste disposizioni di legge”.
Mario Steffè svolgerà le proprie mansioni da non professionista, continuando a lavorare come coordinatore dei programmi culturali della CAN capodistriana. Classe 1964, capodistriano, formatosi dapprima presso il DAMS (Dipartimento di Arti Moderne e Spettacolo) di Bologna e in seguito presso l’Università degli studi di Trieste (Materie Letterarie presso la Facoltà di Magistero), dal 1993 ad oggi ha ricoperto diversi incarichi e funzioni di responsabilità presso le istituzioni della CNI, tra cui presidente della CAN di Capodistria, membro del Consiglio della CAN costiera, presidente del Consiglio di programma per i programmi in lingua italiana del Centro regionale RTV Capodistria, consigliere comunale, membro della Giunta esecutiva dell’Unione Italiana, oltre che presidente della Comunità degli Italiani “Santorio Santorio”, ruolo che ricopre tutt’ora.

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