REPORTAGE Valichi fantasma

Una mattinata con la Polizia di frontiera di Rupa, valico semideserto in quest’era all’insegna della pandemia. E c’è anche chi all’entrata nel Paese non ha la conferma di tampone negativo

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REPORTAGE Valichi fantasma

Chiusure e limitazioni sono visibili ad ogni passo, in ogni segmento della vita quotidiana e i numeri relativi alla diffusione del Covid 19, quelli dei nuovi contagi, dei ricoverati e dei decessi, non sono per nulla promettenti. In Italia sono state adottate misure drastiche per Natale e Capodanno, ma anche in Croazia le notizie diffuse dal Comando nazionale di Protezione civile ci suggeriscono di aspettarci qualcosa di simile. I provvedimenti in vigore dall’1 dicembre dovrebbero durare fino al 21 del mese, ma nessuno spera che possa esserci un allentamento.

L’automobile del giovane croato giunto dalla Svizzera senza tampone negativo

Circolazione ridotta
La riduzione e la chiusura di molte attività riduce anche la circolazione. Nell’ultimo pacchetto di misure decise dal governo c’è il divieto d’ingresso in Croazia se non si è in grado di esibire al confine un tampone negativo effettuato entro le 48 ore dall’ingresso nel Paese. Ci sono diverse eccezioni, ma in effetti non c’è libertà di transito se non a precise condizioni, appunto quella di negatività al Covid. Nella mattinata di ieri ci siamo trattenuti per alcune ore con gli agenti della Polizia di frontiera del valico di Rupa, che assieme a quello di Pasjak è uno dei più trafficati del Paese. “Ormai, anche grazie ai mass media, credo che la gente sia ben informata sulle limitazioni e di problemi, per quanto riguarda il nostro lavoro, non ce ne sono”, ci ha assicurato Mario Zausnig, sostituto capo della Stazione di Polizia del valico di Rupa. C’è voluto un po’ per veder passare il primo veicolo, un TIR in viaggio diretto verso la Bosnia ed Erzegovina. Alle persone in transito è concesso passare anche senza il test PCR per il SARS-CoV-2. Infatti, come già detto sopra, per poter entrare in Croazia, occorre avere i risultati del tampone, ovviamente negativo, effettuato al massimo due giorni prima dell’ingresso in Croazia. I camionisti non ne hanno bisogno. Non devono averlo nemmeno i pendolari che rientrano a casa per il weekend, prevalentemente lavoratori impiegati nelle aziende del Veneto e del Friuli Venezia Giulia, provvisti comunque di certificazione dei datori di lavoro.

Mario Zausnig

In due ore circa, abbiamo visto transitare, in entrambe le direzioni, una dozzina di veicoli di cui circa la metà erano camion o autotreni. Problemi? Uno soltanto. Una macchina con targa svizzera ha dovuto fare marcia indietro. Il conducente, cittadino croato, era arrivato dopo un lungo soggiorno in Svizzera, senza il tampone negativo o certificazioni che gli consentissero di poter rimpatriare. “Sono arrivato fin qui senza alcun problema – ci ha detto il conducente, che era da solo in macchina –, attraversando Italia e Slovenia”. Ha ammesso di non essere a conoscenza degli ultimi provvedimenti quando gli agenti gli hanno spiegato a quali condizioni avrebbe potuto varcare il confine. “In questi casi, quando uno non ha il risultato del tampone negativo effettuato nelle precedenti 48 ore, noi abbiamo la possibilità di farlo passare a condizione che s’impegni a effettuare il test appena arrivato e a rimanere in autoisolamento fino a ottenere il risultato del test. In questo caso occorre compilare un modulo”, ha spiegato Zausnig, precisando che si tratta di un documento su cui indicare l’indirizzo a cui si risiederà nel periodo di quarantena, il numero di telefono e i dati che ne consentiranno la tracciabilità. Per il giovane proveniente dalla Svizzera questo iter avrebbe comportato degli inconvenienti per cui ha deciso di andare in Slovenia per rivolgersi a una struttura in grado di effettuare un test veloce. In questo modo eviterà l’autoisolamento e, come egli stesso ci ha detto, risparmierà qualcosa sapendo che i test in Slovenia sono meno costosi che in Croazia.
Ulteriori categorie esenti dal test
Per il resto, nelle due ore a Rupa tutto è filato liscio. “Oggi è venerdì ed è nel tardo pomeriggio e in serata che ci aspettiamo più traffico con il rientro dei pendolari, che dopo la settimana lavorativa in Italia trascorrono il fine settimana in famiglia”, ha aggiunto il poliziotto che ci ha ospitati e che ha appena ricevuto dal Ministero degli Interni un aggiornamento per quanto riguarda l’elenco delle categorie esenti dal test. Infatti, già in questo fine settimana possono venire dall’Italia i cacciatori, cittadini italiani, con un contratto d’affari per l’attività venatoria in Croazia.
Nelle condizioni in cui ci si trova oggi, la gente è scoraggiata a viaggiare e lo fa quasi sempre per necessità. Anche fare la spesa è un bisogno. Varcando il valico di Rupa, a un tiro di schioppo, c’è un supermercato dove vanno abitualmente a fare gli acquisti molti cittadini croati. “La gente, come ho già detto, è ben informata e conosce le regole a cui attenersi, ma c’è sempre qualcuno che, o non lo sa o non vuole farsene una ragione, insistendo di voler andare a fare la spesa in Slovenia”, ci ha spiegato ancora Zausnig.

I controlli sono rigorosi..

Infine, ecco qualche numero per farci un’idea di quanto siano cambiate le cose a causa della pandemia di Covid-19. Le statistiche per il 2020 non sono complete per cui mettiamo a confronto i primi undici mesi di quest’anno con quelli del 2019. Lo scorso anno ci sono stati 11,7 e quest’anno meno di 5 milioni d’ingressi in Croazia, ovvero il 58 p.c. in meno.

…e tutti sono in regola

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