Sulle isole del Quarnero è caccia agli… «alieni»

La selvaggina alloctona crea gravi problemi e disagi, ma i cacciatori non riescono a eliminarla

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Sulle isole del Quarnero è caccia agli… «alieni»
Un branco di cinghiali. Photo: Srecko Niketic/PIXSELL

Nelle isole del Quarnero è in forte crescita la caccia agli “alieni”. Ma niente paura, nell’arcipelago nordadriatico non sono scesi gli Xenomorfi (Alien) né gli Yautja (Predator). Non si è verificata neppure un’invasione di Vegani i “cattivi” di UFO Robot Goldrake (sempre più spesso indicati nella forma Veghiani, per distinguerli dalle persone che praticano il veganismo o veganesimo, ossia uno stile di vita basato sull’impiego di risorse non di origine animale), né è stata costretta a compiere un atterraggio d’emergenza un’astronave con a bordo qualche parente di E.T. l’extra-terrestre. Per caccia agli alieni s’intende l’abbattimento della selvaggina alloctona, in primo luogo cinghiali e daini introdotti nell’area una cinquantina d’anni or sono nell’intento di favorire lo sviluppo del turismo venatorio.
Danni in aumento
A causa dell’assenza di predatori naturali, ma anche dell’abbandono dell’agricoltura a favore del turismo (o di altre attività più remunerative) e al conseguente aumento dello spazio vitale a loro disposizione, queste specie animali introdotte artificialmente sulle isole del Quarnero hanno potuto proliferare a dismisura. Di pari passo sono aumentati i danni che queste popolazioni arrecano agli agricoltori e allevatori (quei pochi che sono ancora in attività), nonché i disagi subiti dalla popolazione locale e dai turisti. Ultimamente si sono fatte sempre più frequenti, come testimoniato dai filmati caricati sulle reti sociali, le “incursioni” di questi “alieni” che alla ricerca di cibo scorrazzano nei centri abitati attratti dall’odore dell’immondizia o della merce dei negozi.
Battute di caccia mirate
Al fine di ridurre il numero dei cinghiali e di daini presenti sul territorio insulare negli ultimi anni è stata stimolata l’organizzazione di battute di caccia mirate al loro abbattimento ed è stata incentivata l’apertura di Aziende agricole a conduzione familiare, note in Croazia con l’acronimo OPG. Stando ai dati forniti dalla Direzione per le attività venatorie della Regione litoraneo-montana alla giornalista Helena Šupraha e riportati in un articolo pubblicato ieri dall’agenzia stampa Hina, il numero dei cinghiali abbattuti sulle isole quarnerine è aumentato del 24 p.c. rispetto al 2021. Nel 2022 sono stati abbattuti 2.999 capi di selvaggina alloctona di cui 240 cinghiali e 12 sciacalli dorati sull’isola di Veglia, 872 cinghiali e 445 daini sull’isola di Cherso e 176 cinghiali e 15 daini nei Lussini. Nei primi tre mesi del 2023 i capi abbattuti dai cacciatori sono stati 647: 240 cinghiali e 12 sciacalli a Veglia, 228 cinghiali e 102 daini a Cherso e 59 cinghiali e sei daini nei Lussini.

Gli “alieni” si sono rivelati “ossi duri” per i cacciatori. Photo: Zeljko Hladika/PIXSELL

Mladen Brajan, alla guida del Dipartimento regionale litoraneo-montano per il turismo, l’imprenditoria e lo sviluppo rurale ha rilevato che le autorità di autogoverno territoriale hanno fatto tutto ciò che compete loro per fare fronte ai danni provocati dalle specie alloctone, che l’anno scorso sono stati registrati in 22 riserve di caccia e sono stati arrecati alle piantagioni, ai giardini e alle greggi presenti nelle medesime. Al fine di ridurre al minimo i disagi provocati dalla selvaggina la Regione litoraneo-montana – sul cui territorio si trovano 56 riserve di caccia, di cui 24 statali e 32 condivisi – ha stabilito il Piano per il contenimento dei danni (in vigore dal 1º aprile del 2023 al 31 marzo prossimo). Tra le misure sancite figurano la riduzione dei capi di selvaggina, l’attuazione di azioni tese a garantire agli animali l’accesso a fonti d’acqua e al mangime e il loro allontanamento dalle aree sensibili tramite l’uso di segnali sonori, recinti elettrificati e altri dissuasori. Per quanto concerne la selvaggina alloctona sulle isole quarnerine le autorità regionali hanno sancito l’obbligo d’abbattimento.
Modifiche legislative
I cacciatori possono abbattere liberamente gli “alieni” fino a quando non saranno stati completamente eliminati dalle isole. Tuttavia, come osservato da Brajan, si tratta di un’impresa tutt’altro che semplice. Quando fiutano il pericolo gli “alieni” si rifugiano in aree inaccessibili, tanto che le battute di caccia spesso risultano inefficaci. Nel caso di uno sciacallo particolarmente dannoso, si è dovuto persino ricorrere ai servizi di un cacciatore professionista per riuscire ad eliminarlo. Le autorità regionali hanno affrontato la questione anche con i rappresentanti del Ministero dell’Agricoltura, con i quali è stata concordata la necessità di apportare delle modifiche mirate alla Legge sulla caccia.

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