Spazzato via il «calcare» politico

Dopo due decenni trascorsi al timone del Consiglio delle minoranze nazionali della Repubblica di Croazia Aleksandar Tolnauer tira le somme del suo operato prima di ritirarsi in pensione e sottolinea il ruolo dei deputati della XII circoscrizione

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Spazzato via il «calcare» politico
Aleksandar Tolnauer. Foto: Patrik Macek/PIXSELL

Il 18 aprile 2023 è terminata un’epoca. Martedì scorso si è concluso il mandato di Aleksandar Tolnauer alla guida del Consiglio delle minoranze nazionali della Repubblica di Croazia. Nato a Zagabria il 2 agosto del 1950, Aleksandar Tolnauer, Saša per gli amici, ha ricoperto per oltre due decenni un ruolo di spicco nella promozione e nella tutela dei diritti della Comunità ebraica e in generale delle minoranze nazionali in Croazia. “Mi sento di dire di essermi trattenuto troppo a lungo. A giudicare la qualità del nostro operato sarà chi verrà dopo di noi. Dal mio successore mi aspetto che il Consiglio continui a rappresentare un marchio e a essere parte integrante della vita politica del Paese”, ha dichiarato Tolnauer ai giornalisti il 13 aprile scorso, al termine della 102ª seduta del Consiglio che ha presieduto per oltre quattro lustri contribuendo a plasmare l’approccio della politica alle questioni minoritarie

Cambiamenti tettonici

“La memoria come atto di resistenza all’oblio. È con queste parole che desidero articolare l’ideale al quale mi sono ispirato nel mio lavoro”, ha detto Tolnauer, osservando che “le differenze etniche sono un tratto distintivo basilare di ciascuna società, inclusa quella croata”. “Gestire queste differenze, le identità sociali sia della maggioranza che quelle delle Comunità nazionali, plasmate dal contesto politico, sociale e dalla sicurezza, rappresenta una sfida poiché viviamo in un mondo in continua evoluzione. Cambiamenti che nel nostro tempo possiamo definire tettonici”. “Ho la sensazione – ha proseguito – che noi stessi non siamo del tutto consapevoli di cosa siamo riusciti a fare, tra l’altro bene”. Prendendo spunto dal pensiero schilleriano Tolnauer ha sottolineato che “la scienza, la storia e l’onestà sono gli unici strumenti per battersi contro le falsità”. “Ci siamo battuti contro questo fenomeno e ci auguriamo che chi verrà al nostro posto continuerà a farlo nell’interesse delle minoranze nazionali”, ha rilevato Tolnauer, osservando che nel corso degli anni il Consiglio ha affrontato tante avversità. “Pressioni e ingerenze che definisco il ‘calcare della politica’, che siamo stati capaci di eliminare. Mi rallegra sapere che ci siamo riusciti e che il governo presieduto da Andrej Plenković ha riconosciuto la bontà dei nostri sforzi, comprendendo che ciò che ci siamo sforzati di fare è nell’interesse di tutti in questo Paese”.

Gli studi alla Sorbona

Formatosi all’Università di Zagabria in diritto amministrativo e in storia dell’arte all’”École du Louvre” della Sorbona di Parigi, Tolnauer coltiva una grande passione per la musica e la saggezza popolare. Quest’ultima lo porta spesso, anche in situazioni formali, a ricorrere nei suoi interventi a citazioni, aforismi, proverbi e battute di spirito. Fedele al suo stile lo ha fatto anche la 13 aprile scorso ai Banski dvori. Dopo essersi sentito elogiare a più riprese dai vari membri del Consiglio, inclusi i deputati eletti nella XII circoscrizione e presenti all’assise – tra i quali il vicepresidente del Sabor e parlamentare della Comunità Nazionale Italiana, Furio Radin – per il contributo dato alla promozione dei diritti delle etnie, Tolnauer ha rilevato che “anche dopo aver scalato una montagna un topolino rimane un topolino”. In altre parole ha voluto chiarire che senza i deputati eletti nei seggi garantiti al Sabor alle minoranze nazionali molte battaglie sarebbero state condotte invano. A tale proposito ha citato l’esempio di un aiuto ottenuto da Furio Radin. “Quando la Croazia non aveva ancora aderito all’Unione europea – ha raccontato –, la Commissione europea mise a nostra disposizione alcuni fondi comunitari affinché li destinassimo alle necessità dei Consigli e dei Rappresentanti delle minoranze nazionali (a livello regionale e locale). All’epoca non sapevamo nulla sui meccanismi che regolano l’utilizzo dei mezzi in oggetto. Si era addirittura sparsa la voce che il presidente del Consiglio tenesse nel cassetto 700mila euro e gli esponenti delle minoranze nazionali avevano iniziato a reclamare i contributi. Ci rivolgemmo a Radin che ci mise in contatto con le persone che poi ci spiegarono come attingere le risorse che ci erano state assegnate e che infine furono impiegate nelle Aree sotto tutela particolare dello Stato”.

Standard qualitativi

“Il nostro mandato è agli sgoccioli, a breve saranno scelti i nostri successori. È un nostro preciso dovere segnalare loro che esistono degli standard qualitativi che sono stati raggiunti e ai quali non bisogna rinunciare”, ha detto Tolnauer riferendosi al metro di giudizio in base al quale vengono ripartite le risorse devolute dal governo al Consiglio onde finanziare l’autonomia culturale delle Comunità nazionali. “Il numero degli appartenenti a una Comunità nazionale non gioca alcun ruolo in questo processo. D’altronde una delle minoranze più numerose potrebbe presentare i programmi più scadenti. Ma credo che sia ovvio che non daremo il denaro a qualcuno semplicemente perché fa parte di un gruppo piuttosto che di un altro”, ha notato Tolnauer. Richiamandosi a quanto sancito dal Patto internazionale sui diritti civili e politici, promulgato dall’ONU nel 1966 ed entrato in vigore nel 1976 con effetto vincolate per i Paesi firmatari (tra cui l’Italia, la Croazia e la Slovenia, nda), ha puntualizzato che l’autonomia culturale consiste nel “diritto alla salvaguardia e alla valorizzazione dell’identità culturale e delle tradizioni intese come peculiarità della lingua, dell’appartenenza confessionale, della memoria storica e di altri tratti distintivi delle minoranze ovvero delle Comunità nazionali o etniche nei Paesi multinazionali a prescindere dal numero dei loro rispettivi appartenenti”. “Desidero ringraziare – ancora Tolnauer – le associazioni delle minoranze nazionali per essersi adeguate ai criteri certosini sui quali abbiamo insistito, ossia di rendicontare l’attività svolta attenendosi ai più rigorosi standard europei”. In questo contesto ha elogiato i suoi collaboratori impiegati nei servizi amministrativi in seno al Consiglio. “Parlo di sette persone sulle quali, per certi versi, gravano le necessità del 7 p.c. della popolazione complessiva del Paese”, ha affermato Tolnauer aggiungendo, sornione, che “io con un capo come me non avrei resistito a lavorare nemmeno per un giorno”.

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