Slovenia verso il riconoscimento dello Stato della Palestina

0
Slovenia verso il riconoscimento dello Stato della Palestina
Il premier slovnoa Robert Golob. Foto: Borut Zivulovic/PIXSELL/F.A. BOBO

Dopo una serie di consultazioni avvenute negli ultimi giorni, il premier sloveno Robert Golob ha deciso di includere nella sessione governativa di giovedì 30 maggio la decisione sull’invio della risoluzione sul riconoscimento della Palestina alla Camera di Stato, che potrebbe eventualmente approvarla già martedì prossimo. Nel frattempo, ha sottolineato Robert Golob, “si proseguirà con il coordinamento con il gruppo di Paesi che la pensa allo stesso modo con l’obiettivo di creare la massima pressione per arrivare a un cessate il fuoco immediato e al rilascio degli ostaggi. Come membro responsabile del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, siamo obbligati a fare tutto ciò che è in nostro potere per giungere a una pace duratura in Medio Oriente”.

Il riconoscimento ufficiale di Spagna, Norvegia e Islanda

Intanti, proprio oggi, martedì 28 maggio, il premier spagnolo, Pedro Sanchez, ha annunciato formalmente il riconoscimento da parte della Spagna dello Stato palestinese, che dovrà essere approvato dal Consiglio dei ministri, sottolineando che questa “decisione storica” non è “contro qualcuno”, tanto meno contro Israele, “un popolo amico”, ma “riflette il nostro rifiuto di Hamas, un’organizzazione terroristica che è contraria alla soluzione dei due Stati”. Sanchez ha inoltre chiesto nuovamente un cessate il fuoco permanente, l’ingresso di aiuti umanitari a Gaza e il rilascio degli ostaggi ancora detenuti da Hamas.

La stessa decisione è stata presa oggi anche da Irlanda e Norvegia.

Tutti i diritti riservati. La riproduzione, anche parziale, è possibile soltanto dietro autorizzazione dell’editore.

L’utente, previa registrazione, avrà la possibilità di commentare i contenuti proposti sul sito dell’Editore, ma dovrà farlo usando un linguaggio rispettoso della persona e del diritto alla diversa opinione, evitando espressioni offensive e ingiuriose, affinché la comunicazione sia, in quanto a contenuto e forma, civile.

No posts to display