Scandalo Ina. Altri due arresti

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Scandalo Ina. Altri due arresti
Una stazione di servizio dell'Ina a Zagabria

Prosegue con nuovi e interessanti risvolti lo scandalo del gas nell’ambito del quale la compagnia petrolifera nazionale Ina è stata danneggiata per oltre un miliardo di kune (130 milioni di euro circa). A poco più di un mese dagli arresti di cinque persone sospettate di essere coinvolte nella mega truffa, oggi, lunedì 10 ottobre, ci sono stati nuovi arresti legati alla vendita illegale di gas. La conferma è arrivata sia dall’Uskok (l’Ufficio per la lotta alla corruzione e alla criminalità organizzata) che dalla Polizia che sono impegnati nelle indagini attuate in collaborazione con il Pnuskok (Ufficio nazionale di Polizia per la lotta alla corruzione e alla criminalità organizzata). Le manette sono scattate ai polsi di Stjepan Leko, a capo del Reparto vendite gas ed energia dell’Ina che ricopre la carica di vice di Damir Škugor, direttore del Servizio dell’Ina per il commercio del gas naturale, arrestato alla fine di agosto e una delle cinque persone arrestate con il sospetto di aver commesso le malversazioni costate alla compagnia petrolifera nazionale 132 milioni di euro di danni. Arrestato pure Vlado Mandić, direttore dell’impresa Evn Croatia Plin, una delle quattro grandi fornitrici alle quali l’Ina vendeva il gas. Tra queste società c’era pure la Plinara istočne Slavonije/PIS (letteralmente la Società del gas della Slavonia orientale) la cui ex direttrice Marija Ratkić è pure coinvolta nelle indagini della cosiddetta “Banda del gas” composta ancora dall’ormai ex presidente dell’Ordine croato degli avvocati/HOK, Josip Šurjak, il suo partner d’affari Goran Husić – i due sono comproprietari della società OMS Upravljanje e Dane Škugor, il padre pensionato di Damir, sul cui conto in banca sono stati trovati depositati quasi 500 milioni di kune.

 

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