Pola. Fa caldo: le primizie bruciano le tappe

Tra gli stand del Mercato, con cartellini dai prezzi anche proibitivi e mille giustificazioni

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Pola. Fa caldo: le primizie bruciano le tappe
piazza del popolo sonnecchia ancora, ma la primavera è in arrivo. Foto: DARIA DEGHENGHI

Piazza del Popolo sonnecchia ancora – il lunedì in modo particolare – e ciò nonostante i segnali di una primavera precoce sono già qui. È vero, manca la prova regina, che sono gli asparagi e gli altri germogli selvatici commestibili, ma in compenso sono comparse le prime fragole che il titolare di uno dei banchi al Mercato dice essere provenienti del Montenegro. Non abbiamo motivo di dubitare, ma non è che c’entri più di tanto: fossero pure spagnole o turche, le fragole sono fragole ed è assolutamente impossibile attribuire loro una nazionalità.

Le prime fragole della stagione. Foto Daria Deghenghi

Quello che c’è di europeo o di mondiale in questa deliziosa primizia è il prezzo: costano otto euro il chilogrammo e per questo sono smerciate a confezioni da mezzo chilo: così facendo è possibile esibire il cartello col prezzo di quattro euro, che dà meno nell’occhio e fa meno paura. Un altro segno tangibile della bella stagione in arrivo sono le prime cipolle novelle e chi le vende le sfoggia con fierezza per il fatto di essere il primo e ad ora l’unico ad aver portato questa delizia in piazza. Il prezzo è uguale a quello delle fragole: otto euro il chilogrammo, ma l’ortolano di Valbonasa presso Vincural nel Comune di Medolino non teme la concorrenza, perché di fatto non ne ha: “Stamani non vendo altro che cipolle novelle”, ci dice godendo della buona fama che si merita. Ovviamente, il prodotto ha sempre un costo giustificato. Se non è la scarsità della merce, è colpa dell’inflazione, se non è l’inflazione è il caro fertilizzanti e carburanti e se non sono quelli sono tantissimi altri fattori concomitanti, ma resta il fatto che pagare otto euro per un chilo di frutta e altri otto per un chilogrammo di radicchio rosso, per esempio, sono costi che riducono notevolmente il potere d’acquisto delle famiglie e rendono difficile, se non impossibile, una dieta varia ed equilibrata.

Il ritorno delle sardelle dopo il fermo pesca. Foto Daria Deghenghi

Vediamo gli altri prezzi. Bellissime le patate dell’Istria centrale, in vendita a due euro il chilogrammo. Non hanno nulla a che spartire con quelle del supermercato e l’acquisto vale il prezzo maggiore. Il cavolo cappuccio costa altri due euro, come la cipolla gialla. Quella rossa è più cara e non costa meno di tre euro il chilogrammo, esattamente come la verza, il cavolfiore, la barbabietola, la rapa nera, le bietole e le carote. Per i broccoli, il cavolo rapa, la patata dolce e il finocchio è necessario sborsare quattro euro.

Il rafano (cren) vale 15 euro il chilogrammo. Foto Daria Deghenghi

Una novità della stagione è la lattuga romana, insalata dalla foglia allungata e molto croccante, raramente in commercio a Pola. Costa due euro e mezzo ed è quindi più conveniente della stessa lattuga (5 euro), del radicchio rosso (6-8 euro), del radicchio verde (8) e della valerianella (10 euro). Il rafano o cren, che non abbiamo occasione di vedere spesso in commercio, costa 15 euro il chilogrammo, ma siccome si consuma in piccolissime dosi, solo per condire le carne e le salse, si può fare uno strappo alla regola e comprare una radice o due.

Lattuga romana. Foto Daria Deghenghi

Di novità in Pescheria c’è solo il ritorno delle sardelle fresche dopo un prolungato periodo di assenza per fermo pesca. Si vendono a quattro euro il chilo e naturalmente stanno andando a ruba.

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