Pierfrancesco Sacco: «CNI proiettata verso il futuro»

A colloquio con l’ambasciatore della Repubblica Italiana a Zagabria il cui mandato volge lentamente al termine. Sotto i riflettori il grande sviluppo delle relazioni tra i due Paesi, con le importanti ricadute positive per la minoranza italiana, che ha ancora ampi spazi di crescita. Molto si sta facendo soprattutto dall’ottica imprenditoriale

0
Pierfrancesco Sacco: «CNI proiettata verso il futuro»
Foto: GORAN ŽIKOVIĆ

“Entriamo in questo 2024 tutti con la fondamentale speranza e l’impegno di un anno in cui finalmente le armi tacciano e parli solo la diplomazia e la buona volontà a favore di chi ha subito le conseguenze più drammatiche nei tanti conflitti in corso, piccoli o grandi, e in particolare della guerra scatenata dalla Russia in Ucraina e del conflitto fra Israele e Hamas a Gaza”: è questo il desiderio più grande espresso dall’ambasciatore d’Italia a Zagabria, Pierfrancesco Sacco, per il prossimo futuro. Un augurio che rappresenta un desiderio, che viene prima di qualunque altra cosa.

Un anno fruttuoso
“Ringrazio la Voce del popolo per questa opportunità di rivolgermi alla nostra Comunità nazionale in Croazia e più in generale all’italianità in Croazia e a tutti gli italiani e naturalmente anche ai lettori della Voce croati. Siamo in un momento in cui andiamo verso la pausa festiva del Santo Natale e poi concludiamo un anno complesso, per certi versi un anno tragico. Dal punto di vista dei rapporti fra Italia e Croazia, però, il 2023 è stato un anno fruttuoso, perché abbiamo avuto importanti progressi nel dialogo, nelle consultazioni bilaterali, abbiamo avuto la visita del ministro Giancarlo Giorgetti a Zagabria a luglio, restituita dalla visita del ministro Marko Primorac a Roma a fine novembre, abbiamo avuto la trilaterale dei ministri degli Interni a Trieste il 2 novembre, insieme Italia, Croazia e Slovenia, abbiamo avuto due visite in Croazia del vicepresidente del Consiglio e ministro degli Esteri Antonio Tajani, una a marzo e l’altra a luglio, per partecipare al forum di Dubrovnik (Ragusa) e avere incontri bilaterali. Infine abbiamo coronato questa intesa attività bilaterale con due importantissimi successi. Il primo è la visita, a lungo attesa e anche per questo molto importante e densa di contenuti, della presidente del Consiglio Giorgia Meloni a Zagabria poche settimane fa e la conferma nel 2023 come già nel 2022 che l’Italia è il primo partner commerciale della Croazia e uno dei più importanti Paesi di provenienza degli investimenti esteri”, ci ha raccontato l’ambasciatore, le cui parole spiegano un contesto specifico ben delineato, ma in costante evoluzione.

Stile italiano
“La Camera di commercio si sta espandendo rivolta ad un’attività sempre più articolata e efficace, l’Ufficio ICE in Croazia, competente anche per la Bosnia ed Erzegovina, è molto dinamico e spinge molto per l’interscambio e l’incontro fra operatori croati che porta in Italia e l’assistenza a imprese italiane interessate al mercato croato, con una fitta e molto diffusa attività di collaborazione e promozione culturale e linguistica sul territorio croato. Infine abbiamo anche registrato come lo scorso anno un dinamismo comunitario della nostra minoranza autoctona, che si qualifica sempre meglio come proiettata verso il futuro, verso i giovani, verso l’imprenditorialità, verso collegamenti concreti e diretti fra Italia e Croazia. Penso ad esempio al magnifico progetto Stile italiano, che io ho fortemente promosso, partecipando anche al suo lancio nella bellissima città di Valle lo scorso giugno. Adesso sta diventando un progetto più ampio con l’incontro a Sissano promosso congiuntamente dall’Unione Italiana e dalla Camera di commercio poche settimane fa su temi di grande interesse tecnico e economico per le nostre aziende, italiane d’Italia e italiane di Croazia, spiegando come prepararsi al meglio agli appuntamenti per fare impresa, ossia agli appalti pubblici”, ci ha spiegato l’Ambasciatore, finendo di illustrare alcune delle iniziative portate avanti nel corso di questo 2023.

Business forum
“Quindi, considerando quest’anno molto incoraggiante e molto promettente per i rapporti tra Italia e Croazia, il mio augurio più forte per il 2024 è che non solo sia all’altezza, ma che lo superi, in concretezza, operatività, tra i nostri due Paesi, tra Italia e Croazia a cominciare da un forte e potente Comitato di coordinamento tra i ministri che ci aspettiamo all’inizio del prossimo anno, siamo in cerca di una data che converga per tutti, che sarà anche questa volta affiancato dal Business forum seconda edizione, dopo quella del maggio 2022 a Roma. Sarà una bella prova di come tutto quello su cui si è lavorato può poi sfociare in nuovi accordi, nuove intese, in una sempre più intensa sintonia tra i governi e in sempre più vaste opportunità di business tra aziende croate e italiane, anche in settori purtroppo per adesso ancora poco battuti, in particolare penso all’agroalimentare e al settore energetico. Ancora poco battuti anche il settore delle infrastrutture, più in generale le piccole e medie imprese nel settore manifatturiero, con attenzione alla transizione digitale e alla transizione verde, che sta investendo in Italia molto fortemente. Adesso a gennaio ci sarà anche un’importante missione dell’associazione di categoria UCIMU che verrà in Ambasciata per un incontro. L’ICE sta facendo una serie di incontri con operatori croati, anche fuori Zagabria e ci auguriamo che UCIMU da questa missione esplorativa tragga spunto per un programma di attività in Croazia nella ricerca di partnership, di collaborazioni, di joint venture e di opportunità di investimento, perché UCIMU è una delle associazioni di categoria che sono proprio al cuore della potenza manifatturiera italiana”, ha affermato Piefrancesco Sacco.

Crescita reputazionale
Tutto questo porta a degli enormi vantaggi per tutti quei soggetti che fanno impresa, che lavorano nel settore e fanno scambi commerciali tra i due Paesi, ma anche il cittadino comune viene coinvolto. “Questo intensificarsi dei rapporti fra Italia e Croazia e questo protagonismo crescente è rivolto al futuro della nostra minoranza autoctona e ha una pluralità di effetti positivi, io direi anche dal punto di vista reputazionale. Perché la nostra Comunità qui gode di stima e di buona considerazione da parte della diciamo maggioranza, della popolazione croata, però io ritengo che se noi facciamo crescere proprio la quantità e la qualità dei rapporti in tutti campi, non solo economici e commerciali, ma anche culturali, linguistici, artistici, scientifici e tecnologici fra Italia e Croazia, ecco che un effetto a cui credo che valga la pena dare attenzione è anche quello della crescita reputazionale della nostra presenza qui. Già qualificatissima anche sul piano istituzionale anche con un vicepresidente del Sabor, ma che così diventerà sempre più visibile per i nostri amici croati, per le istituzioni, per i decisori, per le persone influenti, per l’opinione pubblica in generale, come qui in Croazia a questo territorio appartiene una Comunità che fa riferimento culturale, linguistico e come Nazione madre, espressione che usa l’Unione Italiana, a uno dei Paesi del G7, alla seconda manifattura dell’area euro. È un Paese di grande reputazione mondiale, un Paese che incarna valori di pace millenari, di mediazione, di promozione, quindi un grande erogatore di beni pubblici globali, di dialogo e l’Italia è in Croazia. Così come una significativa minoranza croata è in Italia e svolge bene il suo ruolo. Questo è un effetto importante. E poi ovviamente ci sono opportunità per i giovani della Comunità nazionale di trovare nuove opportunità sempre più qualificate di lavoro, con l’arrivo di nuove aziende, portando nuove esperienze e nuove competenze. Quindi una crescita dei territori; quando ho fatto riferimento all’agroalimentare penso a zone meno sviluppate della Repubblica di Croazia dove si potrebbe fare un lavoro. Io insisto perché si pensi di fare un lavoro di collaborazione tra Italia e Croazia sul piano di sviluppo dell’agroalimentare e del turismo rurale. E qui ci sono giovani che se ne vanno e che potrebbero trattenersi e trovare da queste collaborazioni delle nuove motivazioni per mettere a frutto le proprie competenze. Quindi imprenditorialità, giovani, occupazione di manodopera qualificata, crescenti opportunità di scambio culturale. Ecco, pensiamo alla bella collaborazione del Teatro nazionale croato di Zagabria con il Teatro alla Scala, pensiamo all’esibizione di successo al Teatro degli Arcimboldi, o al corpo di ballo molto qualificato del Teatro nazionale. Queste sono tutte opportunità nuove, o di crescita o espansione di possibilità già esistenti in virtù di una collaborazione paritaria tra Italia e Croazia. Ma pensiamo anche al settore dell’economia blu; quante comunità costiere si potranno avvantaggiare e migliorare le proprie competenze dai progetti che abbiamo presentato proprio quest’anno qui presso la Camera croata dell’economia in materia di economia blu. Queste sono tutte possibilità che se si lavora di più e meglio fra Italia e Croazia sono destinate o a materializzarsi ex novo o a crescere rispetto a quanto oggi già non accada”, ci ha spiegato l’ambasciatore.

Censimento 2021
Non sorprende dunque che il numero di cittadini italiani in Croazia sia in costante aumento, il fatto strano, semmai, è il calo di cittadini croati dichiarati di nazionalità italiana. Un calo che secondo l’ultimo Censimento della popolazione è stato abbastanza netto e le cui ragioni non sono state indagate a fondo. In questo contesto bisogna capire come possa il rafforzamento del sistema Italia fare nello specifico il bene della minoranza, ossia della popolazione italiana autoctona.

Diffondere il bilinguismo
“In effetti questa è una sfida. Per questo io insisto molto sulla componente dell’imprenditorialità nei programmi e nelle scelte di bilancio dell’Unione Italiana per quanto riguarda i progetti che si presentano a finanziamento sulla legge 73. Perché qui in Croazia noi abbiamo un’imprenditoria autoctona che va dalle professioni alla consulenza, all’agroalimentare, anche a vari altri settori artigianali di piccole aziende, che bisogna valorizzare rendendola proattiva in questi legami e collegamenti. Io ho parlato della crescita reputazionale. È chiaro che se dichiararsi italiani in Croazia sarà percepito come un plus, sarà un incentivo al dichiararsi italiani, se sarà considerato indifferente, prevarranno altri fattori. Poi ci saranno le elezioni in Croazia e quindi si eleggerà anche il deputato al seggio specifico della minoranza italiana e qui sarà molto importante un dibattito vivace e partecipato e un’affluenza molto superiore a quella che si è registrata la scorsa volta. Perché è chiaro che bisogna che sia la nostra minoranza per prima a tenere a sé stessa. Se la partecipazione al voto si riduce, se non ci si dichiara italiani al censimento è chiaro che ci diamo la zappa sui piedi e abbiamo molto meno peso nell’insistere, come io faccio costantemente, affinché quanto si può avere di maggiori riconoscimenti di spazi linguistici, spazi di media, radiofonici. Io mi sono speso personalmente per le trasmissioni italiane di Radio Fiume e Radio Pola e ho molto evidenziato le opportunità di una sorta di tagliando del Trattato bilaterale del ‘96 e mi ha fatto molto piacere che il presidente Giorgia Meloni, lo abbia evidenziato al suo interlocutore, il primo ministro Andrej Plenković. È stato anche espresso in conferenza stampa, bisogna fare un monitoraggio insieme e ci saranno aspetti di cui rallegrarsi e altri di cui ci rallegreremo meno, sia per quanto riguarda la minoranza croata in Italia sia per quanto riguarda la nostra minoranza autoctona in Croazia, che naturalmente è quella che sta fondamentalmente a cuore a me. Bisognerà che il Comitato dei ministri, che è la sede operativa su tanti aspetti e mi auguro anche su questo, faccia dei passi specifici per costituire un gruppo misto e dargli un mandato e vedere cosa va bene e su cosa invece si deve lavorare per migliorare. Si può migliorare il bilinguismo, estenderlo, diffonderlo, renderlo più capillare, perché ci sono anche spazi dove questo bilinguismo effettivamente non c’è e invece bisognerebbe estenderlo. Gradualmente, sì, ma tra Italia e Croazia c’è bisogno di maggior concretezza non solo per gli aspetti diplomatici bilaterali di tipo economico, commerciale eccetera, ma abbiamo bisogno di più concretezza anche nella promozione della nostra Comunità nazionale. Fermo restando che noi dobbiamo sempre manifestare apprezzamento e gratitudine per la crescita dei contributi che lo Stato croato destina alle minoranze e in particolare alla nostra, perché questi fondi sono molto cresciuti e chiaramente c’è un grande rispetto e una grande considerazione del ruolo di tutela, promozione, preservazione culturale e linguistica che la minoranza guidata dall’Unione Italiana svolge. È molto importante come lo Stato croato riconosca tutto ciò”, ha affermato l’ambasciatore.

Servirebbero progressi
Ci sono dunque dei miglioramenti costanti e considerevoli nell’erogazione delle risorse a destinazione, ma i progressi sul piano dei diritti non seguono lo stesso passo, in modo particolare in alcune località, dove dalla firma del Trattato ad oggi non si è mosso nulla. “C’è strada da fare, non possiamo negarlo. Io sono stato poco tempo fa alla festa dei 75 anni della Comunità degli Italiani di Lussinpiccolo e per Lussino ho visto cartelli turistici e indicazioni in croato e in inglese, l’ho detto pubblicamente anche al sindaco. Sarebbe importante fare progressi con la presenza dell’italiano anche in queste isole che sono così impregnate di italianità. Anche a Fiume, certamente, come in altre aree di insediamento storico. Chi ha più ampiezza di vedute la usi, chi ha più lungimiranza la usi”, ha affermato Sacco.

Le vicende del Novecento
Fare l’ambasciatore in Croazia è dunque ben diverso dal farlo in qualunque altro posto al mondo. Piefrancesco Sacco prima di venire qui è stato in varie località ricoprendo diversi ruoli, dal Brasile all’Ungheria: quindi ha tutta l’esperienza necessaria per fare un paragone riguardo alla complessità di questo incarico con altri più standard. “Noi dobbiamo sempre adattare il nostro approccio e il nostro metodo alle condizioni locali; manteniamo una serie di punti fermi e di obiettivi in qualunque posto noi lavoriamo, ma per raggiungere quegli obiettivi e per cercare di perseguirli, dobbiamo modulare il nostro comportamento in base alle caratteristiche locali e qui in Croazia certamente vi sono delle caratteristiche specifiche di cui non c’è missione diplomatica o consolare che non debba tenere in considerazione. Per un certo verso lavorare in Croazia è più facile rispetto che in alti Paesi, perché c’è questa prossimità, questo patrimonio storico culturale condiviso, questa prossimità proprio geografica, questa dimensione mediterranea della Croazia che ha favorito l’ingresso del Paese in Med 9 su cui l’Italia si è molto spesa. Quindi da questo punti di vista è più facile. Poi naturalmente la complessità storica novecentesca rende invece più complesso, non direi più difficile, io dico psicodiplomazia. In Croazia bisogna fare uso anche di psicodiplomazia, perché il rapporto è diciamo segnato anche dalla complessità e dall’estrema delicatezza delle vicende novecentesche. Su questo non ci sono dubbi, è quasi ovvio, ma va comunque tenuto in attenta considerazione da parte di chi per mestiere deve promuovere l’intensificazione dei rapporti e la crescita della grande torta bilaterale in tutti i settori fra Italia e Croazia”, ci ha spiegato l’ambasciatore, il quale prevede un futuro roseo per i due Paesi.

Tessera sempre più fitta
“Nel prossimo futuro ci sarà l’imbarazzo della scelta del come tessere una tela sempre più fitta tra le due sponde dell’Adriatico, tra tanti diversi attori, e naturalmente il Nordest, il Veneto e il Friuli Venezia Giulia in particolare possono svolgere un ruolo. La presenza d’investimenti italiani in Croazia per circa metà viene dal Nordest, quindi è chiaro che c’è una semi continuità territoriale. Totale continuità se pensiamo al progetto della Valle dell’idrogeno, che vede l’FVG, con il pieno sostegno del governo centrale italiano, collaborare strettamente con Slovenia e Croazia. Poi c’è la nuova programmazione Interreg che si presta a mettere in pista nuovi progetti grazie a cui si potranno avvicinare sempre di più attori e soggetti italiani, di minoranza e non di minoranza qui in Croazia”, ha affermato Pierfrancesco Sacco.

Un saluto ai connazionali
Per finire l’ambasciatore ha voluto rivolgere un augurio specifico a tutti i nostri connazionali. “Io sto arrivando alla conclusione della mia permanenza qui in Croazia e quindi di connazionali e di Comunità ne ho incontrati veramente tantissimi in questi quattro anni. Altri mi auguro di incontrarli magari in occasione degli incontri di commiato, quando riusciremo a organizzarli, quando sarà definito il quadro temporale mio, ma mi farebbe piacere rivolgere attraverso la Voce del popolo un saluto personale a tutti i nostri connazionali in Croazia con un augurio molto forte e molto affettuoso di un Natale sereno e di un 2024 di altrettanta serenità.

Tutti i diritti riservati. La riproduzione, anche parziale, è possibile soltanto dietro autorizzazione dell’editore.

L’utente, previa registrazione, avrà la possibilità di commentare i contenuti proposti sul sito dell’Editore, ma dovrà farlo usando un linguaggio rispettoso della persona e del diritto alla diversa opinione, evitando espressioni offensive e ingiuriose, affinché la comunicazione sia, in quanto a contenuto e forma, civile.

No posts to display