Lavoro da remoto: Croazia al 24º posto

Il Global Remote Work Index pubblica la classifica

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Lavoro da remoto: Croazia al 24º posto

Sono tanti i fattori che spingono coloro che lavorano da remoto a trasferirsi e a scegliere un luogo piuttosto che un altro: qualità e costo della vita, sicurezza, clima, e tanto altro. Ad orientarli nelle loro scelte e a segnalare loro le destinazioni migliori dove stabilirsi, ci ha pensato il Global Remote Work Index, pubblicato dall’organizzazione di sicurezza NordLayer sulla base di dati provenienti dalle Nazioni Unite e dal World Economic Forum, grazie ai quali è stata realizzata una classifica elencando le migliori 108 mete per lavorare a distanza.

L’indice misura quattro aree principali che determinano la qualità del lavoro a distanza: cybersicurezza, economia, infrastrutture e sicurezza sociale (compresa la sicurezza dalla criminalità) e il riconoscimento dei diritti umani. In primo luogo, per cybersicurezza (o sicurezza informatica) si fa riferimento a una serie di fattori che garantiscono un ambiente digitale sicuro e protetto, essenziale per svolgere un lavoro a distanza, e comprende l’integrità dell’infrastruttura, la capacità di risposta alle minacce digitali e il livello di legislazione in materia di cybersicurezza. In secondo luogo, il concetto di sicurezza economica interessa i vari aspetti economici del vivere e lavorare in un determinato Paese, facendo riferimento al costo della vita, all’accesso all’assistenza sanitaria, alla facilità di comunicazione e alle opportunità di avere un tempo libero di qualità. Il terzo indicatore preso in esame per la realizzazione della classifica è quello delle infrastrutture digitali e fisiche. Nello specifico, indica le capacità digitali del Paese ospitante di fornire e supportare un servizio Internet stabile, veloce e ampio e, inoltre, di garantire infrastrutture fisiche comode e sicure per gli spostamenti. Infine, per sicurezza sociale si intendono gli aspetti di sicurezza sia sociale che fisica del lavoro e della vita a distanza.

Danimarca in vetta

L’indagine citata ha rivelato che le regioni settentrionali dell’Europa sono in testa alla classifica, con la Danimarca al primo posto, i Paesi Bassi al secondo e la Germania al terzo. I punti di forza della Danimarca che le hanno permesso di aggiudicarsi la prima posizione in classifica sono stati la qualità della connessione ad Internet, l’inclusione sociale e l’assistenza sanitaria. Nei Paesi Bassi la stabilità economica rappresenta un altro vantaggio fondamentale per i lavoratori a distanza. Inoltre, la seconda posizione in classifica è stata conquistata grazie anche al suo fascino come destinazione turistica e all’uso diffuso dell’inglese, che garantisce una buona comunicazione con le persone del luogo. Per quanto riguarda la Germania, il Paese offre un buon equilibrio tra costo e qualità della vita. A seguire si sono posizionati Spagna e Portogallo, rispettivamente al quarto e al sesto posto. Com’è evidente, la maggior parte della metà della classifica è composta da Paesi europei, con la Croazia al 24.esimo posto, l’Italia al 26.esimo e la Slovenia al 33.esimo.
Suddivisione per criteri
Osservando l’analisi in base ai differenti criteri adoperati, si può notare che la Slovacchia è in cima alla classifica dei 10 Paesi in cui si lavora da remoto per la sicurezza informatica. Il Regno Unito si è aggiudicato il primo posto per sicurezza economica, con riferimento al costo della vita, all’accesso all’assistenza sanitaria, alla facilità di comunicazione e alla qualità delle opportunità di svago. Singapore invece si è rivelato il miglior Paese per le infrastrutture digitali e fisiche, come un servizio internet stabile, veloce ed ampiamente disponibile, ma anche per le infrastrutture sicure, come ad esempio le strade. La Svizzera è in testa all’Indice 2023 realizzato dall’organizzazione NordLayeper per la sicurezza sociale, criterio che ha preso in considerazione la sicurezza fisica e la protezione di coloro che decidono di stabilirsi lì per lavorare da remoto.

La classifica “Global Remote Work 2023” offre dunque un’interessante prospettiva sui criteri fondamentali che orientano coloro che lavorano a distanza (e coloro che aspirano ad intraprendere questo stile di vita) nella scelta del loro luogo di residenza. Attraverso i dati dell’analisi è evidente come sia di fondamentale importanza stabilirsi in un ambiente protetto e sostenibile per coloro che abbracciano il lavoro remoto. È chiaro come la scelta del luogo di residenza non sia soltanto basata sull’accesso tecnologico, ma anche sulla qualità della vita e sulla sicurezza integrale che un Paese offre, garantendo in questo modo un equilibrio tra l’aspetto professionale e il benessere personale. Questa indagine rappresenta dunque una guida per capire quale può essere il Paese che meglio risponde alle esigenze di una forza lavoro sempre più mobile.

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