“Il prosecco italiano e il prošek croato non lo stesso vino”. Lo ribadisce il ministo dell’Agricoltura, Marija Vučković. “E la Croazia – ha aggiunto il ministro – ha tutti i diritti  giuridico, storico e culturale per riconoscere il termine tradizionale ‘prošek’ a livello europeo”.
Rispondendo alle domande dei giornalisti dopo la sessione del governo, Vučković ha sottolineato che “esistono delle prove che il ‘prošek’ è un termine che viene usato in Croazia da diversi secoli” e si riferisce a un “metodo specifico di produzione del vino nell’area della Dalmazia settentrionale, centrale e meridionale e anche nell’entroterra dalmata”.

L’intervento del Fvg e della Fipe

Le dichiarazioni del ministro croato sono arrivate nello stesso giorno in cui Stefano Zannier, assessore del Friuli Venezia Giulia alle Risorse agroalimentari, ha esposto gli argomenti sullo stesso tema al commissario europeo per l’Agricoltura, Janusz Wojciechowski. Il tema di fondo su cui il Fvg ha fatto leva, a fronte della richiesta croata di ottenere per ‘prošek’ lo status di menzione tradizionale è la recente sentenza della Corte di giustizia europea che tutela le denominazioni di origine rispetto alle assonanze.
La Fipe-Confcommercio intanto si è detta pronta a sostenere il governo e le associazioni di categoria, nella battaglia contro il riconoscimento del ‘prošek’ da parte dell’Unione europea, “che metterebbe in difficoltà il variegato mondo imprenditoriale e agricolo che ruota attorno al Prosecco Doc italiano”.