Furio Radin non ha firmato a sostegno del governo. Si tratta dell’unico rappresentante delle minoranze a non aver dato il suo appoggio per la formazione del nuovo governo Plenković, a parte gli esponenti della minoranza serba.
“Se fossero state necessarie più firme ci sarebbero state. Mi fermerei a questa dichiarazione, perché ha iniziato a immischiarsi il governo e del governo bisogna appena iniziare a pensare. Nessuno parla del programma”: queste le ultime dichiarazioni del deputato in quota CNI al portale N1.
L’onorevole ha sottolineato che l’obiettivo delle minoranze è quello di attualizzare i programmi operativi degli scorsi mandati. “Per noi e per tutte le altre minoranze”: ha ribadito. Radin ha commentato anche l’esclusione della minoranza serba dalle trattative tra l’Hdz e il Movimento patriottico (Domovinski pokret – Dp). “Questo fatto mi colpisce personalmenete, parlo a titolo personale – ha spiegato -. Dovrebbe colpire però coloro che hanno preteso ciò, perché l’esclusione non fa la forza, mentre l’inclusione sì”.
Invece per quanto concerne il governo il pensiero di Radin è chiaro: “Iniziamo a lavorare sul programma e credo che ne realizzeremo uno efficiente per tutti, anche per noi, ho fiducia nei firmatari”. Il deputato ha espresso la sua opinione anche a riguardo di un potenziale pericolo da parte del programma del movimento patriottico: “Dopo la consegna della firme mi aspetto che questi inizino a dare delle vere risposte a tutte le domande. Ci sono delle questioni su cui ho dei dubbi, come ad esempio il voler influire sul giornalismo”.
“La forze della politica sta nel fatto di confrontarsi con chi la pensa diversamente”: ha concluso.
Tutti i diritti riservati. La riproduzione, anche parziale, è possibile soltanto dietro autorizzazione dell’editore.
L’utente, previa registrazione, avrà la possibilità di commentare i contenuti proposti sul sito dell’Editore, ma dovrà farlo usando un linguaggio rispettoso della persona e del diritto alla diversa opinione, evitando espressioni offensive e ingiuriose, affinché la comunicazione sia, in quanto a contenuto e forma, civile.