Goriziano. Laboratorio di respiro europeo

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Goriziano. Laboratorio di respiro europeo

GO! 2025: Laboratorio di condivisione: è questo il titolo dell’XI edizione dell’Italian Business Forum (IBF) svoltasi oggi online. Si è trattato del primo degli incontri destinati a promuovere il dialogo transfrontaliero in attesa della Capitale europea della Cultura, titolo prestigioso che Nova Gorica condivide con Gorizia nel 2025. Un incontro fortemente voluto dal Forum italo-sloveno, così come dai vari co-organizzatori e partner, per favorire il dialogo tra le parti interessate sulle aspettative e le opportunità derivanti dall’appuntamento con CEC2025. In primo piano la cooperazione tra Gorizia e Nova Gorica e nell’area complessiva del Goriziano in entrambi i Paesi, nonché la collaborazione bilaterale tra Italia e Slovenia, ovvero tra due partner europei.
Questi concetti, posti nero su bianco nell’invito all’evento, sono stati ribaditi un po’ da tutti gli ospiti che vi hanno partecipato. Ciascuno di essi, però, ha aggiunto un suo contributo, una proposta, un modo di vedere la situazione originale e particolare. Questi suggerimenti e queste vedute, se prese singolarmente, non sono altro che un dettaglio, una goccia in un mare, ma analizzati nel loro insieme lasciano intuire che la strada da percorrere sia una sola: quella della collaborazione.
Il tutto con un’idea di cultura molto ampia, tanto che Jurij Giacomelli, presidente del Forum italo-sloveno, ha parlato di una triade di temi da sviluppare, mettendo al primo posto la collaborazione fra le Università, al secondo lo sviluppo delle infrastrutture, con una particolare attenzione alle opportunità offerte dai porti, e soltanto in un terzo tempo menzionando creatività e palcoscenico, ossia questioni che rientrano nei classici canoni culturali.
Un case study per l’Europa
Di un concetto simile ha parlato anche il sindaco di Nova Gorica, Klemen Miklavič, che intende il titolo di Capitale europea della Cultura non come un traguardo, bensì come un punto di partenza. Per questo motivo ha sottolineato come sia necessario creare un progetto di ampio respiro, in modo tale che la collaborazione fra Nova Gorica e Gorizia diventi un case study a livello europeo, con Bruxelles che dovrà così riconoscere i meriti di quest’operazione, decidendo di implementare il modello goriziano in tutta un’altra serie di località sparse in giro per l’Europa.
Sulla stessa linea di pensiero pure il sindaco di Gorizia, Rodolfo Ziberna, il quale ha voluto far notare come la città disti appena 15 minuti di macchina dall’aeroporto di Ronchi dei Legionari, 50 minuti da quello di Lubiana e appena poco più di un’ora da quello di Venezia. Secondo Ziberna queste sono caratteristiche estremamente interessanti e, se si saprà intercettare una parte del traffico proveniente dal Brennero, la zona del Goriziano diventerà molto interessante per tutta una serie di investimenti economici.
Cooperazione di lunga data
Importantissime pure le parole dell’Ambasciatore italiano a Lubiana, Carlo Campanile, il quale ha ricordato come la collaborazione fra le due città non sia nata certo da poco tempo, in occasione della candidatura a Capitale europea della Cultura, bensì come essa sia radicata nelle persone e nel territorio, dove c’è da sempre un’ottima collaborazione fra Italia e Slovenia. “Non a caso la prima visita ufficiale del ministro degli Affari esteri della Repubblica Italiana, Luigi Di Maio, è stata in Slovenia, dove si è immediatamente discusso di come fare per riaprire il confine dopo la pandemia”, ha affermato l’Ambasciatore.

Carlo Campanile, Ambasciatore d’Italia a Lubiana

Una mole enorme di progetti
Perfettamente d’accordo si è detta anche Sandra Sodini, direttore del Servizio relazioni internazionali e programmazione europea della Regione autonoma Friuli Venezia Giulia. Secondo lei negli ultimi anni si è fatto molto sul tema della collaborazione comune, ma il discorso è iniziato molto prima. Saranno però necessari tanti altri anni per vedere una trasformazione totale. “Alcuni processi necessitano di decine di anni di tempo, a volte anche di più”, ha affermato la direttrice Sandra Sodini.
Parlando del progetto GO! 2025: The Book, Vesna Humar, coordinatrice dello stesso, ha spiegato come il programma proposto per la candidatura fosse enorme, talmente grande da essere praticamente impossibile da riassumere. C’è voluto un libro, presentato in due tappe, che non è però altro che un estratto della mole di progetti che si vogliono realizzare, prima e durante il 2025, ma anche dopo. Un programma che è nato da una collaborazione attenta non soltanto alla storia delle due città, ma anche a quelle che saranno le necessità future della popolazione. Neda Rujsan Bric, responsabile del progetto, ha aggiunto che il compito dell’arte sarà quello di affrontare e porre rimedio a quelle che sono le debolezze strutturali presenti nel territorio, offrendo opportunità nuove a tutti.
I migranti una risorsa
Un altro punto di vista molto originale è stato quello di Marino Furlan, dondatore della Intra Lighting, azienda di successo del Goriziano, che ha parlato di come la multiculturalità sia un vantaggio e di come sarebbe bene in futuro cercare di intercettare tutti quei soggetti che, in transito da queste parti, potrebbero contribuire al benessere collettivo con le loro diversità. Furlan ha parlato dei migranti, definendoli una risorsa, concetto che espresso da un imprenditore ha un peso completamente diverso da quello di carattere eminentemente politico.

Marino Furlan

La situazione in un altro campo in cui sono indispensabili migliorie è stata illustrata da Darja Povšič Peršolja, direttrice della Contall, che ha parlato di una serie di barriere burocratiche, che si sono irrobustite di recente, e che fungono da freno per le aziende italiane che vorrebbero iniziare a lavorare in Slovenia e viceversa. Serenella Marzoli direttrice ITA (ICE), ufficio di Lubiana, ha ammesso l’esistenza di questi problemi, ai quali si sta lavorando per cercare di superarli, ma che fintanto che non verranno risolti continueranno a essere una barriera invisibile fra i due Paesi.
L’unione fa la forza
Zorko Pelikan, Console Generale della Repubblica di Slovenia a Milano, ha ribadito l’importanza dell’agire in modo comune, “Perché uniti siamo più forti e più competitivi a livello internazionale”, ha detto, spiegando come non è certo un caso che il ministro dell’Economia, dello Sviluppo e della Tecnologia, Zdravko Počivalšek, sia stato a Milano nel mese di giugno, avviando rapporti di collaborazione con molti imprenditori della zona.
Conoscere la lingua del vicino
Infine, riportiamo le parole di Stefano Lusa, giornalista di Radio Capodistria, il quale ha parlato di come sia necessario investire non soltanto sull’economia, ma anche sulle persone. In questo contesto ha ribadito con maggiore forza alcuni concetti già espressi da altri interlocutori, riguardanti la necessità di insegnare e di conoscere la lingua del vicino, o quella della minoranza, perché soltanto attraverso la piena comprensione ci potrà essere uno scambio culturale degno di questo nome. Stefano Lusa ha definito questa la sfida più importante dell’intero progetto, ammettendo però come nel Goriziano si sia già fatto molto, con una collaborazione fra le parti che lui può soltanto sognare fra Capodistria e Trieste e che invece vorrebbe tanto vedere realizzata.

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