Giorno della Memoria. Stigmatizzare i negazionisti è un dovere

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Giorno della Memoria. Stigmatizzare i negazionisti è un dovere
Il premier Andrej Plenković. Photo: Goran Stanzl/PIXSELL

Rifiutando qualsiasi negazione dell’Olocausto come evento storico, nel novembre del 2005, l’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha adottato per consenso la Risoluzione 60/7 condannando “senza riserve” tutte le manifestazioni (su base etnica o religiosa) d’intolleranza, incitamento, molestia o violenza contro persone o comunità. La Risoluzione ha dichiarato che l’ONU avrebbe designato il 27 gennaio – anniversario della liberazione del campo di sterminio di Auschwitz – come Giornata internazionale di commemorazione in memoria delle vittime dell’Olocausto (ricorrenza meglio nota come Giorno della memoria), e ha esortato gli Stati membri a sviluppare programmi educativi per infondere la memoria della tragedia nelle generazioni future e impedire che il genocidio si ripeta. Il Giorno della memoria cade ogni anno il 27 gennaio e non ha unicamente lo scopo di rendere omaggio alle vittime del nazismo, ma vuole essere un’occasione di riflessione su una vicenda che riguarda tutti da vicino.
Intervenendo sull’argomento in occasione della seduta dell’Esecutivo, il primo ministro Andrej Plenković ha osservato ieri che il tema del Giorno della Memoria di quest’anno è “Casa e appartenenza”. “Questo tema sottolinea l’umanità delle vittime dell’Olocausto, che si sono visti privare della loro identità dagli autori del genocidio compiuto in nome di un’ideologia che ha lasciato una profonda ferita a livello Europeo”, ha dichiarato il capo del governo. Ha rilevato, inoltre, che il tema va inteso, da chi è chiamato ad amministrare la cosa pubblica, come un promemoria sulle proprie responsabilità. “Abbiamo la responsabilità di assicurare il senso di casa e di appartenenza a tutti i nostri cittadini. Sia in Croazia sia a livello globale. Dobbiamo opporci al linguaggio dell’odio, all’antisemitismo, al negazionismo e ai tentativi di distorcere la verità sull’Olocausto. Abbiamo l’onere di fare tutto il possibile onde evitare che aggressioni analoghe, le guerre e le divisioni si ripetano”, ha affermato Plenković. Il premier ha ribadito che il 1º marzo la Croazia assumerà la presidenza di turno dell’Alleanza internazionale per la commemorazione dell’Olocausto (IHRA – International Holocaust Remembrance Alliance). L’IHRA è nata nel 1998 su impulso dell’allora primo ministro svedese Göran Persson, inizialmente come “Task Force per la cooperazione internazionale sull’istruzione, la memoria e la ricerca sull’Olocausto”, trasformata nel 2000 (con la Dichiarazione di Stoccolma) in un organismo intergovernativo con medesimo mandato. Dal 1998 ad oggi all’IHRA hanno 35 Paesi membri (tra cui l’Italia e la Slovenia) e 10 Stati osservatori. Plenković ha annunciato che quest’anno il focus delle attività sarà incentrato sul rafforzamento della sfera dell’istruzione, della ricerca e della cultura del ricordo dell’Olocausto.
Giusto fra le Nazioni
Il premier ha ricordato, poi, che questa settimana a Osijek è stato celebrato il conferimento del titolo di Giusto fra le Nazioni al dott. Kamilo Firinger , il 130º croato ad essere stato insignito del riconoscimento. Firinger rischiò la vita per salvare tre suoi concittadini ebrei, la signira Margita Fischer e i suoi due figli Lelja e Darko. “È importante ricordare i Giusti. Si tratta di persone comuni che hanno riconosciuto l’attimo e hanno deciso di agire diventando esempio della bontà umana, di chi non rimane sordo ai patimenti del prossimo”, ha detto Plenković, annunciando che la vicepremier Anja Šimprega e il ministro della Cultura e dei Media, Nina Obuljen Koržinek, rappresenteranno il governo alla cerimonia organizzata oggi al cimitero di Mirogoj (Zagabria) per “commemorare la sistematica umiliazione, deportazione e sterminio di sei milioni di ebrei europei, di cui 1,5 milioni di bambini, avvenuti dal 1933 al 1945”.

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