Fiume. Truffa con criptovalute: arrestate tre persone. Raggirati 800 investitori

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Fiume. Truffa con criptovalute: arrestate tre persone. Raggirati 800 investitori
Željko Fagnjen e Blaženka Čačić. Foto: Roni Brmalj

Tre persone, due uomini e una donna, sono stati interrogati oggi, 15 novembre, dal giudice dopo essere stati arrestati per truffa. Si tratta di Luka Burazer e Eugen Travalja, titolari dell’impresa “BitLucky “ con sede a Kostrena e di una donna, impiegata presso la ditta. Cerchiamo di spiegare in breve di che cosa si tratta. Ci sarebbero non meno di 800 persone che si sono lasciate convincere a investire acquistando criptovalute tramite la ditta, abboccando all’offerta di un guadagno facile e veloce. Finora hanno sporto denuncia circa 250 investitori raggirati, mentre il danno complessivo ammonterebbe ad almeno 18,5 milioni di euro, di denaro reale. C’è chi ha investito poche migliaia di euro, ma qualcuno ci ha rimesso anche 200-300mila euro.
Indagati solo per truffa
La notizia dell’arresto di due persone, non tre come sarebbe poi stato reso noto dalla Questura alla conferenza stampa convocata oggi, 15 novembre, era stata pubblicata da alcuni portali con tanto di nomi. Per i tre arrestati sarà la Procura di Stato di Fiume (DORH) a decidere se predisporre o meno la carcerazione preventiva. Per ora sono indicati soltanto per truffa, ma c’è anche l’ipotesi che vi siano stati altri reati. Possiamo supporre, intuire, che si tratti di evasione fiscale e riciclaggio, ma ne sapremo di più, come ci hanno detto oggi alla conferenza stampa della Questura, quando verranno completate le indagini in questa prima fase in cui si parla esclusivamente di truffa.

Foto: Roni Brmalj

Mesi di indagini prima dell’arresto
Si tratta sicuramente del primo grande caso di truffa in Croazia per quanto riguarda le criptovalute, sia in termini di cifre che di persone coinvolte. Trattandosi di un argomento per molti ancora sconosciuto, la Questura della Regione litoraneo-montana ha organizzato un incontro con i media sia per rendere noto quanto avvenuto che per mettere in guardia i cittadini sui potenziali rischi che comporta l’utilizzo delle proprie risorse finanziarie reali in affari promettenti dietro ai quali si possono celare grandi fregature.
Blaženka Čačić, responsabile del Dipartimento per la criminalità generale della Questura regionale: “Abbiamo provveduto agli arresti dietro mandato della Procura in base alle denunce di cittadini vittime di truffa. I reati sono stati commessi dalla fine di aprile del 2018 a metà maggio di quest’anno. Le persone arrestate sono sospettate di appropriazione indebita, di occultazione e manomissione di documenti, ingannando i clienti, cioè gli investitori. Su richiesta del Tribunale regionale, la Polizia ha provveduto alla perquisizione delle abitazioni e delle auto degli indagati, sequestrati PC e computer portatili e altri strumenti informatici come i cellulari. Le indagini proseguono considerando l’ipotesi di altri reati”.

Foto: Roni Brmalj

Metodi… raffinati
Željko Fagnjen, a capo del servizio di intelligence della Criminalpol, ha aggiunto che vi sarebbe stata premeditazione fin dall’atto di fondare l’azienda con la quale comprare e vendere valute digitali. L’azienda, tra l’altro, tra le numerose attività autorizzate con cui è registrata al Tribunale commerciale, non vi è la compravendita di criptovalute. In merito agli arrestati ha detto: “Hanno operato convincendo le persone ad acquistare diverse criptovalute promettendo dei ricavi notevoli. Dall’inizio dell’attività hanno contattato i potenziali investitori che poi hanno accettato di acquistare criptovalute versate in seguito nei «portafogli di criptovalute» dell’azienda. Per qualche tempo, su richiesta dei clienti, l’azienda ha addirittura provveduto alla restituzione di parte dei mezzi investiti, rassicurandoli, per poi raggiungere altri clienti. I clienti sono stati convinti a dotarsi di «portamonete di criptovalute» oppure di recarsi ai cambiavalute che trattano la moneta digitale, effettuando il bonifico nel proprio «portamonete». A un certo punto gli indagati hanno cominciato a trasferire il denaro digitale sui loro conti e a spenderlo, restituendo parte dei soldi ai clienti per rinnovare la fiducia. Le nostre indagini sono iniziate quando sono partite le denunce da parte dei cittadini che non potevano più accedere al proprio denaro”. C’è speranza per i clienti raggirati da farsi risarcire? “Sono stati sequestrati, tra l’altro, dei «cold wallet» che potrebbero dirci qualcosa in seguito”. Il “cold wallet” è un dispositivo per l’archiviazione offline, sicura, con cui conservare la criptovaluta. Tra le altre cose, è isolato da internet e, pertanto, non tracciabile. Se dentro a quei portamonete digitali c’è ancora qualche spicciolo digitale, i clienti lo sapranno nel momento in cui sarà possibile aprirli. Per ora, arrivano solo nuove denunce. Ce ne sono una quarantina fresche fresche da aggiungere a quelle già consegnate ed elaborate.
Imbrogli dietro l’angolo
Oltre ai ladri veri, quelli che si introducono nelle nostre case e ci privano dei nostri beni, una categoria che non è ancora estinta, ci sono quelli che usano metodi più raffinati per raggiungere lo stesso scopo. Željko Fagnjen ha fatto un esempio che ci fa capire quali sono i rischi a cui siamo esposti: “La prospettiva di un guadagno facile è la carta su cui giocano i malintenzionati. Ultimamente, ed è una novità qui da noi, ci sono cittadini contattati telefonicamente e convinti di avere nei loro portafogli digitali del denaro. Qualcuno ci casca, anche se non ha mai avuto a che fare con le criptovalute. I cittadini ignari accettano di installare un’applicazione sul loro cellulare tramite il quale i criminali possono accedere ai conti bancari. Si utilizzano astute tecniche di persuasione che hanno come risultato l’uso indiscriminato del loro denaro”.
Guadagno facile, scordatevelo!
Fa parte della natura umana credere nei miracoli, ma soltanto i più furbi, i più preparati, sanno far fruttare il proprio denaro. Fino a quando ci mettono i propri soldi, ci importa poco, ma se siamo noi a dargli i nostri per farli crescere… dobbiamo mettere in preventivo l’ipotesi di perdere tutto. Si guadagna molto meno, appena il 3,5 per cento circa all’anno, se si investe nei titoli di Stato, più di quanto offrano le banche. Fino a domani ci si può recare alla FINA e acquistare i buoni del tesoro emessi dallo Stato, un investimento sicuro con cui salvare i nostri risparmi dalla “corrosione” se lasciati in banca, accontentandoci di un tasso d’interesse dignitoso.

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