“In applicazione delle nefaste leggi razziali del regime fascista italiano in questo edificio fu istituita nel 1938 la Scuola di Stato per israeliti. In memoria degli alunni e degli insegnanti vittime della Shoah, a monito della necessità di tutelare i diritti umani fondamentali, l’Associazione dei combattenti antifascisti e degli antifascisti di Fiume pose”.
Sono queste le parole impresse sulla targa commemorativa bilingue (in lingua italiana e croata), installata sull’edificio della scuola elementare italiana “Belvedere” di Fiume, per ricordare gli allievi e gli insegnanti vittime dell’Olocausto.
Alla scoperta della stessa, voluta dalla succitata organizzazione, hanno partecipato il suo presidente, Vojko Obersnel, il sindaco e il vicesindaco di Fiume, rispettivamente Marko Filipović e Sandra Krpan, la capodipartimento dell’Ufficio amministrativo per la formazione, la cultura, lo sport e la gioventù, Iva Erceg, il preside dell’istituto scolastico, Denis Stefan e la vicepresidente della Comunità ebraica di Fiume e docente di lingua italiana della SMSI, Rina Brumini.
“È inutile parlare dell’assurdità di una simile ideologia, ma sfortunatamente è stata implementata in tutti i Paesi governati da nazisti e fascisti. A seguito degli infausti eventi verificatisi nei territori di Israele e di Gaza, oggi in Europa e nel mondo assistiamo ancora una volta alla crescita dell’antisemitismo, per il quale non esiste alcuna giustificazione. In quanto vi muoiono persone innocenti, ogni guerra è difficile, ma per nessuna non è da colpevolizzare il popolo, bensì la leadership politica e l’ideologia”, ha rilevato Obersnel nel suo intervento, specificando che lo scopo delle leggi razziali dell’epoca era quello di “allontanare dalla scuola elementare insegnanti e bambini ebrei affinché non si mescolassero con gli appartenenti alla nazione italiana”.
Sulla falsariga anche l’intervento di Marko Filipović, il quale ha rimarcato che “con l’installazione di questa targa commemorativa, Fiume ancora una volta trasmette un messaggio forte relativo all’importanza di ricordare le vittime dell’Olocausto, affinché una cosa del genere non accada mai più. Qui ci prodighiamo nella diffusione della cultura del dialogo, della tolleranza e del rispetto dell’altro e del diverso. Lo facciamo tramite il programma di Educazione civica nelle nostre istituzioni scolastiche, il che è al di sopra dello standard rispetto al curriculum nazionale e, in tale senso, continueremo ad andare avanti”, ha sottolineato Marko Filipović.
Soddisfatto anche il preside Denis Stefan, a detta dei quale l’ente ha subito accettato la proposta. In tale contesto ha affermato che “riteniamo sia giusto collocare l’insegna ricordo sul palazzo il quale, in un’epoca triste per tutti noi, era la Scuola per gli ebrei che erano stati separati dal resto della popolazione. Speriamo che questo non si ripeta più, ma è giusto che la gente che passerà di qua si ricordi dell’accaduto”.
In qualità di rappresentante della Comunità ebraica di Fiume, Brumini ha rimarcato che “ciascuno dei nostri membri è la prova della sopravvivenza alla soluzione finale. L’Olocausto non s’identifica soltanto con i campi di concentramento e le deportazioni: separando i cittadini dai cittadini, la Shoah è iniziata ancor prima dell’idea della stessa. Ciò è stato possibile perché nessuno reagiva. In questa scuola studiavano e insegnavano sia gli ebrei che tutti gli altri, vicini ma separati fisicamente. Non è durato molto, ma anche un solo giorno è troppo, come lo è un solo bambino discriminato. Essendo anch’io una docente, personalmente sono molto orgogliosa in quanto oggidì insegniamo agli allievi ad acquisire conoscenze e competenze attraverso il gioco e il divertimento. Nella mia scuola, operante nella Fiume croata in seno alla minoranza nazionale italiana, spero che gli studenti, di nazionalità italiana, croata, musulmana, cinese e altre, imparino volentieri da me, che sono ebrea. Questa è la nostra società odierna. Invito tutti a soffermare lo sguardo sulla targa, ricordandoci i valori fondamentali, gli indicibili orrori dell’Olocausto e unendoci nella tutela della libertà, per la quale abbiamo combattuto così duramente non molto tempo fa”.
Da quanto segnalato da Vojko Obersnel, l’iniziativa è stata avviata dallo storico Ivan Jelić, sulla base dei dati riportati nel manuale di Sanja Simper “Gli ebrei a Fiume e nell’Istria liburnica alla luce dell’antisemitismo fascista (1938-1943)”, il quale ci ha spiegato che “in occasione della presentazione del libro di Ivo Goldstein sull’ebraismo in Croazia, avente avuto luogo due mesi fa a Fiume, segnalai al presidente dell’UABA il libro di Sanja e, nello specifico, le informazioni inerenti all’esistenza di una scuola per israeliti, ossia per i ragazzi che il regime fascista definì di razza ebraica, suggerendo la realizzazione della lapide bilingue. La proposta fu subito accolta e, da lì, con il collega Vanni D’Alessio, contattammo Rina Brumini, Denis Stefan, la collega della Cattedra di Storia moderna e contemporanea della Facoltà di Lettere e Filosofia (Dipartimento di Storia), Mila Orlić e l’Associazione provvide a realizzarla”.
In seguito all’inaugurazione della targa, il professor Vjeran Pavlaković, uno dei fondatori del Centro per la ricerca sull’Olocausto e sul genocidio nell’Europa sudorientale presso la Facoltà di Filosofia di Fiume, ha tenuto una breve conferenza sull’importanza della commemorazione del Giorno della Memoria dell’Olocausto e sulle attività dello stesso.
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