Fiume. Božinović: «Trovati altri tre ordigni esplosivi»

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Fiume. Božinović: «Trovati altri tre ordigni esplosivi»
La conferenza stampa in Questura. Foto: Roni Brmalj

Altri tre ordigni esplosivi sono stati trovati durante le indagini della Polizia a Fiume, dopo che due uomini sono stati arrestati perché sospettati di aver piazzato bombe a scopo di estorsione, lo riferisce la Radiotelevisione croata (HRT). Le indagini continuano, ha detto il ministro degli Interni Davor Božinović elogiano il lavoro fatto dalla Polizia. “È stata un’azione molto efficace. Non ho nuovi dettagli in questo momento, tranne forse il fatto che sono stati trovati altri tre ordigni esplosivi”, ha detto Božinović.
Quando avvengono certi episodi è difficile restare indifferenti. Gli ordigni esplosivi non hanno ucciso o ferito nessuno. Ci fa stare un po’ più tranquilli il fatto che i probabili responsabili sono dietro le sbarre e che le loro attività non hanno provocato danni a persone. Quelli materiali, inoltre, sono stati limitati. Dietro a tutto ci sono dei tentativi di estorcere consistenti somme di denaro alla “Plodine”, una delle maggiori catene nella grande distribuzione in Croazia e all’azienda alberghiera abbaziana “LRH”, di proprietà della “Gitone”, che a sua volta fa parte del gruppo tedesco “Lürssen”. Sono state scelte, non a caso, due compagnie che potrebbero anche disporre di certe cifre. Ai dirigenti delle aziende sono stati recapitati dei messaggi tramite posta elettronica sui rispettivi account aziendali, reperibili su Internet. Si è partiti da 3 milioni per arrivare a 4,6 milioni di euro, da versare in criptovaluta, quando gli estorsori, utilizzando gli ordigni, hanno voluto lasciare l’impressione di voler fare sul serio.
Presi con le mani nel sacco
I due individui, presi con le mani nel sacco, sono un cittadino tedesco di 52 anni, ricercato, con mandato di cattura internazionale, e un 33.enne, con cittadinanza croata e tedesca che non risulta noto alle autorità giudiziarie croate. Con l’ingresso della Croazia nell’area Schengen non si può dire che siano entrati illegalmente nel nostro Paese, ma è altrettanto vero che la loro presenza sul territorio croato per un tempo prolungato non è stata registrata. La Procura, dopo aver interrogato i due, ne ha stabilito la carcerazione preventiva, con l’accusa di aver messo in pericolo l’incolumità di cittadini e beni materiali, detenzione e fabbricazione di armi e materiali esplosivi, mentre per uno dei due c’è anche il possesso di documenti falsi.
Esclusi atti terroristici
Che non si sia trattato di atti terroristici lo ha confermato Krešimir Mamić, rappresentante della Direzione antiterrorismo del Ministero degli Interni, all’incontro con i media seguito all’arresto dei presunti responsabili, affiancando il capo della Questura regionale Hari Brnad, assieme al responsabile per la criminalità organizzata, Kristijan Zrinušić.
Situazioni come questa, come è stato spiegato, non si sono ancora avute nel nostro Paese, motivo per cui si è agito con un approccio estremamente serio. “Sono stati utilizzati strumenti tecnologici sofisticati per far perdere le tracce, dopo avere inviato le richieste di ingenti somme di denaro. Per questo motivo possiamo considerare l’arresto dei presunti colpevoli come un grande successo per le forze di Polizia”.
I due avrebbero agito da metà aprile a domenica scorsa, quando sono stati individuato dopo avere lasciato un ordigno nei pressi del supermercato “Plodine” a Kostrena. Precedentemente avevano fatto esplodere degli ordigni a Crimea e in prossimità del Tower centar di Pećine, in cui c’è sia l’ipermercato che la sede amministrativa della “Plodine”. Fece scalpore anche l’ordigno ritrovato nell’atrio dell’albergo “Ambasador”, che in un primo tempo sembrava essere un falso allarme, uno dei tanti segnalati negli ultimi mesi in Croazia. Il questore Brnad si è congratulato con i poliziotti che hanno condotto le indagini, ma anche con i cittadini che hanno collaborato in queste settimane. Inoltre, è stato sottolineato che le potenziali vittime, cioè i dirigenti delle aziende prese di mira, hanno fatto la loro parte.

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