Favorire la presenza femminile nei servizi TV

Dalle analisi condotte dall’Agenzia per i media elettronici le donne in Croazia compaiono soltanto nel 36 p.c. dei reportage informativi trasmessi dai telegiornali

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Favorire la presenza femminile nei servizi TV

L’analisi sulla presenza delle donne nei media, effettuata a ottobre scorso dall’Agenzia per i media elettronici (AEM), testimonia che quest’ultime appaiono soltanto nel 36 per cento dei servizi mandati in onda dalle emittenti televisive. Delle tre emittenti a diffusione nazionali la più virtuosa è l’RTL (39 p.c.), seguita dalla Televisione pubblica/HTV (37 p.c.) e da Nova TV (33 p.c.). L’analisi si basa sui risultati ottenuti dal monitoraggio di 93 programmi informativi nel corso dei quali sono stati trasmessi 2.439 servizi. Quelli nei quali sono comparse delle donne sono stati 889 erano condotti da donne. Queste compaiono soprattutto nei temi inerenti alla scienza, alla sanità e al sociale, seguono quelli della sfera pubblica e legale. Per ciò che concerne la politica e il governo, le donne sono presenti nei servizi per il 15 per cento.

Il ministro della Cultura e dei Media, Nina Obuljen Koržinek, ha commentato che nell’accostarsi a determinati temi, soprattutto inerenti alla politica, s’interpellano di norma esperti maschi, il che porta al loro dominio nello spazio mediatico. “Gli stereotipi esistono – ha proseguito –, ma ciò che incoraggia è che dalle inchieste risulta che diamo importanza all’affermazione della parità dei sessi, dunque alla posizione delle donne nella società. Incoraggia, inoltre, il fatto che la Croazia dispone di dati migliori di altri Stati, anche se non possiamo dirci soddisfatte”. Lo scopo, rilevato dal ministro, è di promuovere la parità e il contributo delle donne alla società, attraverso tutte le politiche pubbliche e i media.

L’europarlamentare Sunčana Glavak (HDZ/PPE), che ha lo scorso fine settimana ha organizzato in collaborazione con l’AEM la conferenza nel corso della quale sono stati presentati i suddetti dati ha constatato che “possiamo essere soddisfatti dell’avanzamento della presenza delle donne nei media”. Ha poi evidenziato che “quando parliamo di parità dei sessi, osserviamo anche l’aspetto finanziario: tenendo conto dalla differenza delle paghe, rispetto agli uomini le donne lavorano gratuitamente un mese all’anno. Questo è certamente un dato che va cambiato e al Parlamento europeo stiamo lavorando in questa direzione”. “Ciò che non posso vedere non può ispirarmi a diventarlo – ha detto Glavak –. Perciò è importante che sui media le donne non si occupino soltanto di temi femminili. Se ampliamo l’orizzonte, verso le cosiddette posizioni di potere, vedremo che sono molte, le donne che occupano posizioni dirigenziali. Se l’andamento della rappresentatività continuerà di questo passo, arriveremo alla parità soltanto tra 67 anni”.

Višnja Ljubičić, tutore per le pari opportunità, ha constatato che le analisi condotte su 140 società d’amministrazione hanno dimostrato una posizione deludente in fatto di presenze femminili. “La parità si può conquistare solamente con l’educazione, con la trasparenza della scelta del personale”.

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