“La Croazia poteva reagire all’espulsione del suo diplomatico dalla Serbia solo con una misura di reciprocità della stessa natura e dello stesso contenuto nei confronti di un diplomatico serbo a Zagabria. Cosa stava facendo il diplomatico croato? Presumo che, come tutti i diplomatici croati, facesse il suo lavoro”. Lo ha detto il presidente della Repubblica Zoran Milanović, in una conferenza stampa congiunta con il segretario generale della NATO Jens Stoltenberg e il primo ministro albanese Edi Ram, il primo ministro della Macedonia del Nord Dimitar Kovačevski e il primo ministro montenegrino Milojka Spajić dopo l’incontro informale di Skopje dei capi di Stato e di governo degli Stati membri della NATO dell’Europa sudorientale con Stoltenberg.
Milanović ha valutato che l’espulsione del diplomatico croato “non è una misura produttiva”. “Ciò non contribuisce a preservare il livello attuale delle relazioni, che non è molto alto, potrebbe essere più alto”, ha detto Milanović. Martedì, lo ricordiamo, il Ministero croato degli Affari esteri ed europei ha risposto all’espulsione di Hrvoje Šnajder, primo segretario dell’ambasciata croata in Serbia, con l’espulsione reciproca di Petar Novaković, consigliere dell’ambasciata serba in Croazia. Secondo i media serbi filogovernativi Hrvoje Šnajder sarebbe stato espulso per spionaggio. Alla domanda di un giornalista se la decisione di Belgrado potesse essere collegata alle prossime elezioni in Serbia, Milanović ha risposto: “Sono d’accordo, in Serbia ci sono sempre elezioni ed è positivo finché ci sono elezioni”.
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