Croazia. Ulteriori fondi per la CNI

Grazie all’assestamento del Bilancio nazionale, la minoranza ha ottenuto ulteriori 1.178.100 euro. Soddisfatto il vicepresidente del Sabor e deputato della Comunità Nazionale Italiana, Furio Radin. Gli stanziamenti della Croazia stanno aumentando gradualmente in maniera significativa

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Croazia. Ulteriori fondi per la CNI
Furio Radin. Foto: Patrik Macek/PIXSELL

La manovra di assestamento del Bilancio nazionale da poco approvata al Sabor ha portato in dote alla Comunità Nazionale Italiana ulteriori 1.178.100 euro. Questo aumento di risorse ottenuto dal vicepresidente del Sabor e deputato della minoranza nazionale italiana al Parlamento croato, Furio Radin, ha fatto lievitare di circa il 20 p.c. la quota del budget statale destinato alla CNI, portandola dagli iniziali circa 4,9 a più di 6 milioni di euro. I contributi ottenuti direttamente dall’On. Furio Radin per i connazionali non si fermano però qui. Bisogna considerare anche i fondi che la Croazia indirizza alla CNI per il tramite del Consiglio per le minoranze nazionali e il contributo del Ministero della Cultura e dei Media. L’importo complessivo supera abbondantemente i 7 milioni di euro.

Finanziamenti sicuri

“Questi sono i finanziamenti sicuri in quanto approvati. Adesso rivolgeremo la nostra azione verso la Legge finanziaria per l’anno venturo che in questo periodo, come da prassi, è in fase di preparazione”, ha dichiarato ieri Radin, fiducioso che nel 2024 i contributi destinati alla CNI, con ogni probabilità, siano destinati ad aumentare ulteriormente, nell’ordine del 6-8 p.c. rispetto al totale di quest’anno. A questo proposito il deputato della CNI ha annunciato che è lecito attendersi sia un aumento delle risorse per il Consiglio delle minoranze nazionali della Repubblica di Croazia sia di quelle destinate all’Ufficio governativo per la tutela dei diritti umani e dei diritti delle minoranze nazionali. “Poi naturalmente alla fine dell’anno (2024) si procederà a un nuovo assestamento e bisognerà nuovamente rimboccarsi le maniche”, ha puntualizzato Furio Radin. “Da parte mia – ha proseguito –, dopo tutto il lavoro compiuto dal Gruppo parlamentare dei deputati delle minoranze nazionali, mi posso ritenere molto soddisfatto per il livello dei finanziamenti erogati dalla Croazia. Ormai parliamo di importi che ammontano al doppio rispetto a quelli che ci arrivano dall’Italia. Non dimentichiamoci che un tempo i finanziamenti che l’Italia destinava alla CNI superavano l’importo complessivo delle dotazioni destinate da Zagabria all’insieme delle Comunità Nazionali in Croazia. Ormai la differenza per la CNI la fanno le sovvenzioni di Zagabria. Spendetele bene ragazzi; niente è eterno, ma speriamo che duri!”.

Più soldi, più lavoro

“Certo, dietro ai soldi deve starci il lavoro. Più soldi più lavoro. Le scuole, le Comunità e le istituzioni dovrebbero essere i tre cardini della CNI. Per quanto riguarda la Croazia ho dimostrato di saper portare finanziamenti importanti. Decidere come spenderli spetta ad altri. A stabilirlo saranno gli organi collettivi dell’Unione Italiana. È così che ci siamo divisi i compiti”, ha dichiarato l’On. Furio Radin. “I finanziamenti che abbiamo assicurato alla CNI sono soldi faticati. Si tratta di risorse frutto di riunioni estenuanti. A ogni modo, la gioia di poter portare avanti questa battaglia e il risultato che ne deriva e che è importantissimo supera di molto la fatica”, ha notato Radin.

Spazio pure ai media

“Perché sono soddisfatto? Lo sono – ancora il vicepresidente del Sabor e deputato della CNI – perché questi mezzi, anche se naturalmente non sarò io a decidere, ma sicuramente qualche consiglio mi sarà chiesto, dovrebbero andare alle scuole e alle istituzioni, compresi i nostri mezzi d’informazione. L’Edit è sicuramente un pilastro della nostra informazione, ma anche le emittenti radiofoniche devono avere un ruolo”. E a questo proposito Radin ha voluto aprire una parentesi: “Le questioni che tante volte è molto difficile risolvere all’interno delle istituzioni quali Radio Fiume o Radio Pola, possono essere affrontate ricorrendo a progetti pensati appositamente. Alcuni ambienti, inclusi gli enti pubblici, sono aperti e altri più chiusi e non tutti vengono controllati dal governo o dal Parlamento. In democrazia è giusto che sia così. D’altro canto sono ormai diversi anni che le risorse che ci vengono destinate dal governo croato aumentano gradualmente. Parliamo di finanziamenti che si possono usare anche per sopperire a queste mancanze”, ha affermato il deputato della CNI al Parlamento di Zagabria, ricordando che non sempre nel corso della storia i Banski dvori hanno dimostrato un analogo grado d’apertura nei confronti della CNI e delle minoranze nazionali.

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