Croazia. Leva militare obbligatoria: «Una reale possibilità»

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Croazia. Leva militare obbligatoria: «Una reale possibilità»

Il Sabor ha dato luce verde all’invio di 70 militari croati in Ungheria nell’ambito delle Forze di reazione rapida schierate nel Paese dalla Nato a causa della situazione in Ucraina. L’HDZ, intanto, ha preso in seria considerazione la possibilità di reintrodurre la leva militare obbligatoria. A svelarlo è stato ieri il capogruppo dell’HDZ al Sabor, Branko Bačić, commentato l’argomento davanti alle telecamere del canale all news N1. “La situazione connessa alla sfera della sicurezza sta mutando sia in Europa che nel mondo. Stiamo assistendo a una cosa inimmaginabile fino a poco tempo fa, lo scoppio di una guerra in Europa. Ciò ci spinge a ripensare alla strategia connessa alla sicurezza del Paese. Facciamo parte della NATO, uno scudo che ci garantisce un certo grado di protezione. Ma a fianco di ciò lo Stato dovrebbe valutare la sua sicurezza sul piano strategico”, ha dichiarato Bačić. Pur non pregiudicando le mosse del governo, il deputato (e vicepresidente dell’HDZ) ha affermato che non bisogna scartare a priori la possibilità di vagliare il ripristino della coscrizione obbligatoria. “Abbiamo già affrontato l’argomento con il vicepremier Tomo Medved (ministero dei Difensori croati). Si tratta di una possibilità da prendere seriamente in considerazione”. Sull’argomento si è espresso ieri pure il vicepremier e ministro degli Affari interni, Davor Božinović, puntualizzando che la leva militare in Croazia non è stata mai abolita, bensì sospesa.

Il Sabor sospese il reclutamento coatto, ossia la ferma militare obbligatoria nel 2007. Una decisione dettata da una serie di motivi tra i quali lo scarso interesse dei giovani e agli elevati costi. Dal 2008 le ragazze e i ragazzi che desiderano intraprendere la carriera militare possono presentare domanda per svolgere la leva volontaria e retribuita. Quest’ultima consiste in un corso d’addestramento di base della durata di un mese, il cui scopo è sostanzialmente quello di fungere da filtro attitudinale per la scelta dei futuri membri delle Forze armate.

Il ripristino della leva militare è un tema che in Croazia, ma non soltanto, torna ciclicamente d’attualità, solitamente alla vigilia delle elezioni, quando il Paese deve affrontare situazioni d’emergenza (alluvioni, terremoti, vasti incendi boschivi…) o, come in questo caso a causa della situazione sullo scacchiere internazionale. L’anno scorso, in tempi non sospetti, alcune dichiarazioni rilasciate dal ministro della Difesa, Mario Banožić, fecero pensare che i Banski dvori stessero considerando la possibilità di ripristinare una qualche forma di coscrizione. Il premier Andrej Plenković si affrettò a smentire l’ipotesi e lo stesso Banožić affermò che le sue parole erano state male interpretate.

Precedentemente fu l’ex Presidente della Repubblica, Kolinda Grabar Kitarović (già vicesegretario generale per la diplomazia pubblica in seno alla NATO), a sollevare la questione durante la campagna elettorale che la condusse a insediarsi al Pantovčak nel 2015. Durante la convivenza con l’Esecutivo presieduto da Zoran Milanović la questione non fu mai affrontata. L’allora ministro della Difesa, Ante Kotromanović, non si dimostrò particolarmente incline all’idea. Il governo guidato da Tihomir Orešković sostanzialmente non ebbe il tempo d’occuparsi della questione e gli Esecutivi presieduti da Andrej Plenković, almeno finora non hanno mai dato a intendere di considerare la possibilità.

I sondaggi condotti sull’argomento indicano che una buona fetta della popolazione (in certi casi oltre il 50 p.c.) vedrebbe di buon grado il ripristino della leva militare, intesa dalle persone coinvolte nei sondaggi come un ottimo strumento per allenare i giovani alla disciplina. Gli esperti in questioni militari hanno rilevato a più riprese che anche se venisse reintrodotta la leva obbligatoria sarebbe più breve rispetto a quanto avveniva fino al 2007 o ai tempi dell’ex Jugoslavia, ossia che difficilmente potrebbe durare più di tre mesi, ma coinvolgerebbe (probabilmente) pure le ragazze.

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