Croazia. Lavoro domenicale tra norme ed escamotage

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Croazia. Lavoro domenicale tra norme ed escamotage

Alla fin fine un escamotage si trova sempre. È accaduto in Croazia dove dal primo luglio è entrata in vigore la Legge sul commercio che vieta il lavoro domenicale a eccezione di 16 “finestre” all’anno. Dopo pochi giorni dalla sua applicazione, la normativa è stata stigmatizzata dall’Associazione Voce degli imprenditori (UGP) e 15 piccoli commercianti che hanno deciso di presentare alla Corte costituzionale la proposta per la valutazione della conformità della legge con la Costituzione. L’UGP considera discriminatoria la nuova normativa che va a colpire soprattutto i piccoli artigiani come fioristi, negozi di souvenir, panetterie, tabaccherie e piccoli negozi, che mediamente generano un terzo del loro reddito annuo proprio durante le domeniche lavorative e nei giorni festivi. All’UGP si sono affiancati anche Città e Comuni votati al turismo dopo che il 5 agosto (festa nazionale in occasione della Giornata della Vittoria e del Ringraziamento patriottico nonché della Giornata dei Difensori croati) i negozi sono rimasti chiusi causando problemi a numerosi datori di lavoro ma anche ad acquirenti nazionali e ai turisti.
Il divieto ha avuto un impatto particolare sui piccoli venditori lungo la costa, in primo luogo proprietari di negozi di souvenir, che hanno protestato per il divieto di lavoro nei giorni festivi, due dei quali riguardano il mese di agosto: il primo, come già detto, il 5 agosto, e il secondo il 15 in occasione della Festa dell’Assunta. In diverse occasioni i proprietari di negozi di souvenir hanno dichiarato che agosto è un “mese cruciale” per le vendite e ora la nuova Legge sta ostacolando la loro attività. Tuttavia alcuni hanno trovato un modo per aggirare l’imposizione. Ecco il “ben noto” buco nella legge. È sempre più lungo, infatti, l’elenco di Città e Comuni che hanno dichiarato il 5 e il 15 agosto come giorni fieristici permettendo così ai piccoli artigiani di lavorare. Secondo il premier Andrej Plenković la Legge sul commercio è ineccepibile e supererà alla grande il test della Corte costituzionale. “Devo dire di essere rimasto sorpreso dalla campagna messa in atto nei giorni scorsi contro questa normativa”, ha dichiarato il primo ministro riferendosi al fatto che in non poche località il 15 agosto sarà un giorno fieristico. “Il caso ha voluto che dopo la Giornata della Vittoria (celebrata di sabato) sia arrivata la domenica quindi due giorni non lavorativi, ma effettivamente non ci sono stati intoppi visto che le rivendite sia lungo la costa che in sette Regioni sono rimasti aperti”, ha detto Plenković secondo il quale quella sul commercio è una legge buona, equilibrata e approvata previe consultazioni, con un ampio consenso da parte dei lavoratori e in accordo con i Sindacati.
Dicevamo pocanzi della lista di Città e Comuni che hanno trovato un sotterfugio e che daranno la possibilità ai piccoli artigiani di tenere aperte le loro rivendite, bancarelle o quant’altro martedì, 15 agosto. Ecco i nomi di un paio di località: Bescanuova (Baška), Rasopasno e Dobrinj sull’isola di Veglia, Lussinpiccolo, Crikvenica, Pola, Umago, Albona, Rovigno e poi ancora Spalato, Lesina (Hvar), Novalja (isola di Pago), Vallo della Brazza (Bol) e San Pietro della Brazza (Supetar) e Varaždin. Va detto che anche la Città di Fiume ha deciso di proclamare la giornata del 15 agosto quale giornata di fiera, ma soltanto nella zona del Santuario mariano di Tersatto, che verrà visitato da migliaia di pellegrini, e i negozi della zona potranno dunque rimanere aperti come pure le bancarelle. Lo ha dichiarato il sindaco Marko Filipović. I suoi omologhi di Pola e Spalato rispettivamente Filip Zoričić e Ivica Puljak, invece, sono andati oltre decidendo di proclamare giornate di fiera tutte le domeniche di agosto e quelle di settembre. L’iniziativa dell’Associazione Voce degli imprenditori è stata appoggiata anche dal partito Fokus i cui sindaci si sono associati a quelli delle località sunnominate in occasione del 15 agosto. Si tratta di Pirovac, Samobor, Sveta Nedelja, Dugo Selo, Sveti Ivan Zelina e Križ. I primi cittadini di questi centri sono concordi nel ritenere che la Legge sul commercio sia fumosa e che la Corte costituzionale dimostrerà come il governo abbia commesso un errore nell’applicarla arrecando danni agli imprenditori e ai cittadini ma anche ai dipendenti dei negozi che potrebbero essere licenziati.

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