Croazia. Due modelli per la riforma del pronto intervento

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Croazia. Due modelli per la riforma del pronto intervento
Dusko Jaramaz/PIXSELL

Il ministero della Salute croato sta valutando l’idea di introdurre un nuovo modello per l’accettazione dei pazienti al pronto soccorso, è ciò che fa sapere il Jutarnji list.

Il sovraccarico di lavoro nei pronto soccorsi del Paese non è una novità, molte volte i pazienti aspettano diverse ore prima di essere visitati e la situazione è ormai insostenibile.

Per ora sembrano sono due le soluzioni più probabili per smaltire il numero di pazienti che affolla le sale d’attesa del pronto intervento. Il primo modello è quello dell’impegnativa d’urgenza rilasciata dal medico di base,  ciò significa che i medici dovrebbero essere sempre reperibili in base a un sistema di turni di 24 ore. Il paziente dovrebbe prima recarsi dal medico di turno e se, questi riterrà che il caso sia urgente, lo invierà al pronto soccorso.

Il secondo modello invece prevede un triage particolare all’entrata del pronto soccorso, dove del personale qualificato, in seguito a una visita, stabilirà se il paziente necessita di una cura immediata o se può essere indirizzato dal proprio medico.

I casi palesemente gravi, la maggior parte dei quali arriva direttamente con l’ambulanza, non saranno soggetti a queste misure, ma avranno la precedenza sugli altri pazienti, come avviene tutt’ora.

Il ministro della Salute Vili Beroš ritiene che sia ancora troppo presto per riferirsi a dei modelli, ma conferma che si sta lavorando alla riforma delle impegnative d’urgenza. L’obiettivo della riforma è creare un sistema sanitario in cui al centro ci sia il paziente. “Se una persona presenta difficoltà respiratorie o perdita di coscienza è normale che si rechi al pronto soccorso più vicino – spiega il ministro. – Le accettazioni del pronto intervento sono però anche colme di pazienti che presentano i primi sintomi influenzali o quelli del Covid-19, per i quali bisognerebbe rivolgersi al proprio medico di famiglia”.

Beroš, infine, conclude parlando delle consultazioni che sono in corso: “Attualmente gli esperti stanno confrontando le loro idee per trovare il modello migliore per non sovraccaricare i pronto soccorsi. Siamo convinti che troveremo una soluzione adeguata per risolvere il problema”.

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