Le elezioni politiche in Croazia hanno prodotto un quadro politico estremamente frammentato. Si è imposto per la terza volta consecutiva l’HDZ del premier uscente Andrej Plenković. Stavolta però senza ottenere i seggi necessari per formare una maggioranza di centrodestra con l’appoggio soltanto dei deputati delle minoranze. L’HDZ, dunque, rimane il partito di maggioranza relativa in Croazia con 61 seggi, però perde parecchi voti rispetto alle elezioni politiche di quattro anni fa. Al secondo posto si piazza con 42 seggi la coalizione Fiumi di giustizia a guida socialdemocratica. Al terzo e quarto posto troviamo due schieramenti di destra, il Movimento patriottico con 14 seggi e il Most con 11 mandati. Segue una formazione di sinistra Možemo! con 10 seggi. La Dieta democratica istriana alleata dei regionalisti quarnerini deve accontentarsi di due seggi. Sempre due mandati vanno alla piattaforma Nord, mentre un seggio è appannaggio della coalizione tra Fokus e Republika. L’HDZ s’impone in otto delle dieci circoscrizioni in cui è suddiviso il Paese, mentre la coalizione di sinistra a guida socialdemocratica vince in due collegi. Tra questi c’è l’ottava circoscrizione che comprende l’Istria e parte del Quarnero, dove l’alleanza capeggiata dai socialdemocratici ottiene sei seggi. All’HDZ vanno quattro seggi, mentre alla coalizione guidata dalla Dieta democratica istriana vanno due seggi. Un seggio a testa è appannaggio di Možemo! e Most. L’ottima affluenza alle urne, pari al 62,30 p.c., a quanto pare non ha influito troppo sui risultati elettorali. A questo punto appare arduo formare una nuova maggioranza di governo, a meno che non si giunga rapidamente a un accordo per un Esecutivo di destra centro tra HDZ e Movimento patriottico.
Dunque, appare praticamente certo che l’HDZ per continuare a governare dovrà ampliare a destra l’attuale maggioranza. Sempreché il Movimento patriottico, che appare il candidato più probabile per formare una maggioranza di destra centro, accetti una simile coalizione senza sfaldarsi. Giacché una parte di questo Movimento non appare insensibile ai richiami di Zoran Milanović, che in quanto a patriottismo inteso come retorica nazionale roboante ha dimostrato di saper rivaleggiare, almeno dal punto di vista dialettico, con la destra. L’SDP e Milanović hanno pure l’occasione di cercare di mettere insieme la sinistra con spezzoni della destra. Ma c’è già chi parla di una terza ipotesi, quella delle elezioni anticipate magari già a ottobre, alle quali si potrebbe arrivare con un governo tecnico del presidente. Infine c’è sempre l’ipotesi di un governo di minoranza a tempo determinato messo insieme da Milanović con l’appoggio esterno di sinistra e parte della destra.
L’HDZ, come rilevato, ha vinto in quasi tutte le circoscrizioni elettorali, ad eccezione della terza e dell’ottava. Tuttavia, i 61 seggi dell’HDZ non sono sufficienti per formare rapidamente un governo, quindi dietro le quinte già fervono i negoziati con altri partiti. Si parla principalmente del Movimento patriottico (DP), i cui 14 seggi potrebbero rivelarsi decisivi. Non è chiaro quale altra piccola formazione potrebbe essere un potenziale partner dell’HDZ, poiché Fokus-Republika e la Dieta democratica istriana hanno già dichiarato che sicuramente non formeranno una coalizione con il partito di Andrej Plenković.
Nemmeno a queste elezioni l’HDZ ha ottenuto il sostegno maggioritario degli abitanti dell’Istria e del Quarnero. Ci sono diversi motivi per questo. Tra questi c’è la storia di questa zona, ma anche il fatto che proprio nel periodo in cui l’HDZ governava lo Stato, in Istria a farlo era la Dieta e ciò grazie alle politiche di Ivan Jakovčić. Parte di quelle politiche si è affievolita col tempo, ma l’HDZ non riesce assolutamente a sfruttarlo, quindi l’Istria rimane orientata verso il centrosinistra. Nell’ottava circoscrizione elettorale il vincitore è l’SDP con il 33.36 p.c., mentre l’HDZ segue con il 21.28 p.c. La DDI, arriva terza e perde un seggio in queste elezioni: quindi avrà solo due rappresentanti nel Parlamento, di cui uno dovrebbe essere il leader del PGS Darijo Vasilić.
Tuttavia, i risultati a Pola sono piuttosto diversi rispetto all’intera circoscrizione. Infatti, anche qui l’SDP è al primo posto, con il 37.18 p.c., addirittura quattro punti percentuali in più rispetto all’intera circoscrizione, mentre la DDI si posiziona bene con il 17.21 p.c. L’HDZ a Pola ottiene solo il 15.21 p.c. dei voti. Il partito di Andrej Plenković in Istria riesce a conquistare soltanto un numero simile di voti rispetto a quattro anni fa. Quelli dell’ottava circoscrizione sono risultati elettorali standard per l’HDZ, come ribadiscono gli esperti del settore. Anche se Fiume è un bastione dell’SDP, si osserva che ci sono comunque dei piccoli cambiamenti nel capoluogo quarnerino. L’HDZ sta crescendo leggermente a Fiume, dove il Partito socialdemocratico è in leggero declino: forse qualcosa cambierà alle prossime amministrative. Nonostante numerosi sforzi e gli ingenti investimenti effettuati dal governo negli ultimi anni, a partire dalla rete autostradale, l’HDZ non è mai riuscito a consolidare il potere in Istria. Oltre ad essere radicato in alcuni piccoli Comuni, come la roccaforte di San Pietro in Selve, l’HDZ non ha mai avuto seriamente l’occasione di assumere il controllo di una qualsiasi delle maggiori località istriane. Anche alle ultime elezioni locali del 2021, dove si è assistito al crollo della Dieta democratica istriana, l’HDZ non è riuscito a sfruttare la situazione per conquistare una grande città, come fatto dagli indipendenti e da Možemo!.
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