La Croazia si è recentemente posizionata in cima alla classifica dell’Unione europea per quanto riguarda l’età media in cui i giovani lasciano il nido familiare e diventano indipendenti. Secondo i dati più recenti pubblicati da Eurostat, gli uomini croati hanno in media lasciato la casa dei genitori all’età di 34,7 anni, mentre le donne a 32 anni. Questi numeri pongono il paese adriatico in una posizione di leadership, ma sollevano anche importanti questioni culturali ed economiche.

Uno dei dati più sorprendenti è il fatto che ben il 78% dei giovani croati tra i 18 e i 34 anni vive ancora con i propri genitori. Questa cifra è in netto contrasto con Paesi come la Svezia, dove solo il 12,5% dei giovani adulti condivide ancora la casa con i genitori. Questo divario evidenzia le differenze culturali e le aspettative sociali riguardo all’emancipazione giovanile nei paesi dell’Unione europea.

Secondo il dottor Ivan Čipin, esperto di demografia presso l’Università di Zagabria sentito dal quotidiano zagabrese Jutarnji list, ci sono molteplici ragioni dietro a questa tendenza. Oltre agli aspetti culturali, l’alto costo delle abitazioni rispetto ai salari medi e la mancanza di politiche abitative efficaci e accessibili rappresentano ostacoli significativi all’emancipazione giovanile in Croazia. Čipin ha sottolineato la difficoltà oggettiva che molti giovani incontrano nel cercare di diventare finanziariamente indipendenti in un contesto economico sfavorevole.

Tuttavia, alcuni esperti mettono in dubbio questi dati, sottolineando la mancanza di chiarezza nella metodologia utilizzata da Eurostat per raccogliere le informazioni. C’è la preoccupazione che Eurostat potrebbe includere tra i “giovani che vivono con i genitori” anche coloro che hanno già formato le proprie famiglie e condividono una casa con i genitori, anche se non necessariamente nello stesso nucleo familiare. Questo potrebbe influenzare notevolmente l’età media dell’emancipazione.