Il Prosecco italiano vince la prima battaglia in Europa nel confronto con il Prošek croato. La Commissione agricoltura del Parlamento europeo ha, infatti, approvato la riforma delle regole per gli alimenti a indicazione geografica, chiarendo che le menzioni tradizionali, come il Prošek, non possono evocare Denominazioni di origine protetta, come Prosecco. Il divieto vale anche per norme tecniche nazionali, come nel caso della controversia sull’aceto balsamico sloveno e cipriota. Le proposte approvate dalla Commissione andranno ora all’esame del Parlamento e dovranno essere discusse con il Consiglio europeo. Il voto in Commissione agricoltura ha incassato, com’era prevedibile, il plauso del governo di Roma e degli enti locali italiani. Il primo ad aver esultato è stato proprio il presidente della Regione Veneto Luca Zaia. “È arrivato un bel segnale. Che pone freno alla voglia di conquista e di distruzione identitaria delle produzioni tipiche”, ha sottolineato il governatore.

La decisione della Commissione agricoltura ha suscitato, com’era pure prevedibile, una levata di scudi in Croazia. L’europarlamentare istriano Valter Flego ha ribadito la sua contrarietà per quella che ha definito la decisione dei grandi Paesi europei con la quale si vuole vietare l’uso della denominazione Prošek. “Siamo in presenza di una lotta fra Davide e Golia. Farò di tutto per modificare tale decisione”, ha rilevato Flego.