Strage in una scuola elementare di Belgrado. Un 14.enne è entrato questa mattina, mercoledì 3 maggio, nella scuola elementare Vladimir Ribnikar armato di una pistola ed ha cominciato a sparare all’impazzata. Almeno 8 le vittime tra gli alunni, tra cui anche il bidello, come confermato dalla polizia. Il killer è stato arrestato. Il 14.enne è entrato in una aula dove era in corso una lezione di storia ed è proprio qui che ha ucciso il maggior numero di ragazzi. Le fonti ospedaliere della capitale serba informano che i medici stanno lottando per salvare la vita a un ragazzo e una insegnante. Sempre secondo le fonti, sarebbero una decina gli alunni feriti nella sparatoria.
Secondo i media serbi, il killer sarebbe il 14.enne Kosta Kecmanović, alunno della settima classe, arrivato a scuola con la pistola del padre e cinque caricatori. Il ragazzo era un bravo alunno e spesso partecipava alle gare di matematica e di storia. Oggi ha ferito gravemente l’insegnante di storia… I compagni di scuola affermano che la scintilla che ha acceso l’istinto omicida del giovane sia stata l’insufficienza ricevuta in un test di storia.
JEBO TE DA TE JEBO! pic.twitter.com/jjnA7w6nGo
— Sara (@lasara_h) May 3, 2023
L’arresto del giovane killer
Secondo i racconti dei ragazzi scappati alla tragedia, il killer è entrato a scuola e prima ha ucciso il bidello, Quindi, si è scagliato contro due alunne di turno: a una ha sparato un colpo in testa e i medici stanno lottando per salvarle la vita, mentre l’altra ha subito delle ferite alle gambe. Poi è entrato in un’aula dove ha commesso il massacro. Alcuni alunni sono riusciti a buttarlo a terra e fermare il suo raid omicida. Ma sembra che la strage di ieri abbia delle radici più profonde. Secondo alcuni alunni, l’anno scorso il 14.enne frequentava la sesta classe e spesso veniva bullizzato dai compagni. Perciò, quest’anno è stato trasferito in un’altra classe.
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Il ministro dell’Istruzione, Branko Ružić, ha quindi reso noto che il padre del killer è stato arrestato. Le pistole usate da suo figlio “erano detenute in modo legale”. Il padre ha anche dichiarato che entrambe le armi “erano chiuse in una cassaforte per la cui apertura serviva digitare un codice: evidentemente il figlio conosceva la combinazione…”. Il ministro ha aggiunto che il ragazzo aveva imparato a sparare nei poligoni di tiro dove accompagnava il padre.
“Mi chiedo se questo sia l’istruzione che un padre offre a suo figlio?”,
ha concluso Ružič
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