Matteotti, 100 anni fa l’omicidio. Meloni: «Ucciso da squadristi fascisti»

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Matteotti, 100 anni fa l’omicidio. Meloni: «Ucciso da squadristi fascisti»

“Esattamente 100 anni fa, dallo scranno di quest’Aula dove è stata apposta una targa in suo ricordo, Giacomo Matteotti pronunciò il discorso che gli sarebbe costato la vita. A perenne ricordo del suo sacrificio, questo scranno non sarà più assegnato ad alcun deputato”. Lo ha annunciato il presidente della Camera, Lorenzo Fontana, aprendo la cerimonia di commemorazione in corso a Montecitorio per il centenario dell’assassinio alla Presenza del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, di quelli del Senato, Ignazio La Russa, e del Consiglio, Giorgia Meloni, e del vicepresidente della Corte costituzionale, Giovanni Amoroso.

“In quella seduta, egli – ha ricordato Fontana – domandò l’annullamento in blocco dell’elezione dei deputati di maggioranza, denunciando il clima di intimidazioni e violenze in cui si erano svolte le elezioni politiche del 6 aprile. Denunciò inoltre in modo dettagliato i brogli e le falsificazioni compiuti dai fascisti nei seggi elettorali di tutto il Paese. Il suo intervento, di cui oggi saranno letti alcuni passi significativi, fu continuamente interrotto da vivissimi rumori e proteste, come riportato dal resoconto stenografico della seduta”.

“Matteotti sedeva in Parlamento dal 1919 in rappresentanza della sua terra, il Polesine. Si era distinto per la sua instancabile attività in Aula e nelle commissioni, soprattutto sui temi a lui più cari: la scuola, l’amministrazione, il bilancio dello Stato. Aveva a cuore in particolar modo la tutela delle classi più deboli, che voleva emancipare economicamente e culturalmente. Riteneva che questa emancipazione dovesse svolgersi con i mezzi della lotta politica democratica, nella cornice dei principi di libertà e dello Stato di diritto. Opponendosi a ogni forma di prevaricazione e di violenza politica, rivendicava quelle prerogative del Parlamento che considerava la più alta espressione della democrazia moderna”, ha sottolineato il presidente della Camera.

“I lavori degli studenti vincitori del concorso ‘Matteotti per le scuole’, che saranno oggi premiati, ci ricordano che la sua morte non è stata vana. Egli resta uno straordinario esempio di rigore morale e impegno civile per i nostri giovani. Nel ricordo indelebile di Giacomo Matteotti, possa la nostra democrazia crescere e svilupparsi sempre di più”, ha continuato Fontana.

“Già in precedenti interventi” a quello del 30 maggio, “Matteotti – ha ricordato ancora – aveva contestato ai fascisti irregolarità procedurali e spregio delle regole. Il lavoro alla Camera, come emerge anche dalle lettere all’amata moglie Velia, impegnò Matteotti fino allo stremo. Passava ore e ore in Biblioteca a preparare i suoi interventi alla Camera, sempre ben documentati e puntuali. La mostra curata dal Comitato nazionale per le celebrazioni del centenario della sua morte ripercorre questa sua intensa attività, anche attraverso le lettere e i documenti inediti messi a disposizione dalle Fondazioni Matteotti e Turati. La Camera dei deputati è onorata di ospitarne una selezione per i prossimi mesi”.

“Il 30 maggio 1924, Giacomo Matteotti ha pronunciato nell’Aula della Camera il suo ultimo discorso, che gli sarebbe poi costato la vita. In quel discorso, Matteotti difese la libertà politica, incarnata nella rappresentanza parlamentare e in libere elezioni. Oggi siamo qui a commemorare un uomo libero e coraggioso ucciso da squadristi fascisti per le sue idee”, le parole della presidente del Consiglio Giorgia Meloni.

“Onorare il suo ricordo è fondamentale per ricordarci ogni giorno, a distanza di 100 anni da quel discorso, il valore della libertà di parola e di pensiero contro chi vorrebbe arrogarsi il diritto di stabilire cosa è consentito dire e pensare e cosa no. La lezione di Matteotti, oggi pià che mai, ci ricorda che la nostra democrazia è tale se si fonda sul rispetto dell’altro, sul confronto, sulla libertà, non sulla violenza, la sopraffazione, l’intolleranza e l’odio per l’avversario politico”, conclude la premier.

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