Justin Bieber ha dovuto rimandare tre concerti perché, come ha scritto in una storia su Instagram la sua malattia è peggiorata. E’ stato lo stesso artista, quasi due anni e mezzo fa, di avere “la malattia di Lyme, oltre che una seria mononucleosi cronica”. Prima di Bieber, la malattia di Lyme ha tormentato anche altre star, dalla conduttrice tv di casa nostra Victoria Cabello alla modella Bella Hadid, fino a un’altra cantante, Avril Lavigne. Anche loro, come la popstar canadese, hanno raccontato pubblicamente il calvario vissuto con la malattia di Lyme.
Nota anche come borreliosi di Lyme, un nome che è quello della città americana in cui venne descritto il primo caso nel 1975, questa malattia viene trasmessa dalla puntura di zecche infettate da un gruppo specifico di batteri (l’agente patogeno è la Borrelia). E, come riporta EpiCentro, portale dell’epidemiologia curato dall’Istituto superiore di sanità (Iss), è oggi la più diffusa e rilevante patologia trasmessa da vettore con diffusione nelle zone geografiche temperate. Seconda, per numero di casi, solo alla malaria fra le malattie che richiedono un vettore artropode per la diffusione.
L’infezione colpisce pelle, articolazioni, sistema nervoso e organi interni. Può manifestarsi con sintomi gravi, persistenti e, se non viene curata, diventa cronica. Il principale problema è che diagnosticarla è molto complesso. Innanzitutto perché i primi sintomi della malattia sono intermittenti e mutevoli. E gli esami di laboratorio non sono sempre in grado di confermare o escludere in modo definitivo la malattia.
Aver contratto l’infezione, peraltro, non equivale a sviluppare immunità, quindi si può incappare più volte nella malattia. Malattia che all’inizio si manifesta con una macchia rossa che si espande lentamente. Entro qualche settimana (in qualche caso mesi), si possono sviluppare disturbi neurologici che possono comportare da dolori articolari e muscolari a meningiti, polineuriti, linfocitoma cutaneo, miocardite. I sintomi sono fluttuanti e possono durare per mesi. Nell’ultima fase della malattia, anche dopo anni dall’infezione, si possono sviluppare artrite cronica e alterazioni del sistema nervoso centrale e periferico, della cute e dell’apparato cardiovascolare.
In Europa sono presenti diversi agenti di infezione: il batterio Borrelia burgdorferi sensu striato, che è l’unico presente nel Nord America (dove sono quindi disponibili dei vaccini mirati al singolo agente patogeno), il Borrelia afzelii e il Borrelia garinii presenti invece in Europa, Asia e Africa.
Per quanto riguarda l’Italia, i dati epidemiologici sono limitati e fanno riferimento a circa un migliaio di casi di borreliosi di Lyme che si sarebbero verificati nel periodo 1992-1998. Le regioni maggiormente interessate dalla patologia sono il Friuli Venezia Giulia, la Liguria, il Veneto, l’Emilia Romagna, il Trentino Alto Adige (Provincia autonoma di Trento), mentre nelle regioni centro meridionali e nelle isole le segnalazioni sono sporadiche. Più recente la stima del Gruppo italiano di studio sulla malattia di Lyme che parla di circa 500 nuovi casi ogni anno nel nostro Paese.
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