Israele-Hamas, tregua in vigore: primi 13 ostaggi liberi nel pomeriggio

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Israele-Hamas, tregua in vigore: primi 13 ostaggi liberi nel pomeriggio

Scatta oggi, venerdì 23 novembre 2023, nella Striscia di Gaza la tregua di 4 giorni tra Israele e Hamas, durante la quale saranno liberati 50 ostaggi israeliani. I primi 13 lasceranno Gaza nel pomeriggio. E’ quanto prevede l’accordo entrato in vigore alle 7 ora locale, le 6 ora centroeuropea.

Difficile dire se la tregua resisterà. L’esercito israeliano (Idf) ha detto che le sirene di allarme sono suonate in due comunità israeliane vicino a Gaza, ma non c’è alcuna conferma immediata che si fossero verificati attacchi o di eventuali danni o vittime. Sembra che le ostilità siano continuate fino all’ultimo momento, con le forze israeliane che avrebbero attaccato durante la notte l’ospedale indonesiano nel nord di Gaza, oltre a colpire un edificio residenziale nel campo profughi di Nuseirat, nel centro di Gaza. Giornalisti della Cnn e della Bbc a Sderot ha parlato di un attacco aereo israeliano e del suono di armi leggere, droni e mortai a meno di un’ora dell’inizio della tregua. Ieri sera un raid aereo ha ucciso Amar Abu Jalalah, comandante delle forze navali di Hamas a Khan Yunis, nel sud della Striscia, e un altro agente delle forze navali di Hamas.

La liberazione degli ostaggi dovrebbe iniziare alle 16 (ora locale), ha riferito il quotidiano israeliano Haaretz. Non è chiaro chi sarà il primo gruppo a essere rilasciato, ma ci sono state molte segnalazioni sulla possibilità che venga rilasciato Avigail Idan, un bambino americano che oggi compie 4 anni. Alla domanda sulla possibilità che il bambino sia tra le persone che saranno rilasciate, il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha detto: “Tengo le dita incrociate”. Secondo il Jerusalem Post , Avigail è stato rapito dal kibbutz Kfar Aza il 7 ottobre durante l’attacco di Hamas nel sud di Israele. I suoi genitori, Roee e Smadar Idan, sono stati uccisi, mentre i suoi due fratelli maggiori sono sopravvissuti nascondendosi negli armadi. Tra le donne liberate non dovrebbero esserci soldati.

“La guerra non è ancora finita. La pausa umanitaria è temporanea. Il nord della Striscia di Gaza è una pericolosa zona di guerra ed è vietato spostarsi verso nord. Per la tua sicurezza, devi rimanere nella zona umanitaria del sud”, l’avvertimento del portavoce militare israeliano Avichay Adraee ai civili palestinesi a Gaza, in un messaggio in arabo su X.

Intanto su al jazeera, ha pubblicato un filmato che mostra famiglie palestinesi che iniziano a tornare alle loro case nelle aree meridionali della Striscia di Gaza dopo l’inizio della tregua.

Circa 130.000 litri di gasolio e quattro camion di gas entreranno a Gaza dall’Egitto ogni giorno a partire da oggi. Lo ha reso noto Diaa Rashwan, presidente del Servizio di informazione statale egiziano, aggiungendo che anche “duecento camion, carichi di cibo, medicine e acqua, entreranno ogni giorno per la prima volta dall’inizio della guerra israeliana nella Striscia”. Rashwan ha affermato che l’Egitto continuerà a ricevere gruppi di feriti da Gaza per curarli e faciliterà l’evacuazione degli stranieri e dei cittadini con doppia nazionalità che sono rimasti bloccati nel territorio. Ha anche detto che, per la prima volta dall’inizio del conflitto, l’Egitto permetterà l’ingresso ai palestinesi che desiderano entrare a Gaza attraverso il valico di frontiera di Rafah.

L’annuncio dell’intesa è arrivato ieri, al termine di una giornata di incontri, durante la quale la fumata bianca è apparsa a rischio di fronte alla mancata consegna da parte di Hamas della lista delle persone da liberare.

In serata la svolta. L’ufficio del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha confermato di aver ricevuto una lista preliminare degli ostaggi che dovrebbero essere rilasciati. Il ministro israeliano della Difesa, Yoav Gallant, ha però avvertito: “Sarà una tregua breve, al termine della quale i combattimenti continueranno intensamente e faremo pressione per riportare indietro altri ostaggi. Si prevedono almeno altri due mesi di combattimenti”.

Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden avrebbe chiesto a Netanyahu di agire con calma anche al confine settentrionale con il Libano. A sostenerlo sono i media israeliani che citano una fonte anonima. Netanyahu non avrebbe fatto alcuna promessa su tema al presidente degli Usa.

Hamas ha respinto l’ipotesi che la Croce Rossa visiti gli ostaggi israeliani non inclusi nella prima fase dell’accordo. Lo scrive Haaretz, riportando la testata Al-Araby Al-Jadeed: Hamas avrebbe invece comunicato ai rappresentanti del Comitato internazionale della Croce Rossa che ci saranno aggiornamenti sulle loro condizioni.

Intanto la stessa testata ha riferito che Hamas starebbe preparando la liberazione senza condizioni di 23 ostaggi thailandesi frutto di una mediazione dell’Iran.

In una dichiarazione, Hamas ha affermato che la tregua durerà quattro giorni, durante i quali si prevede che le Brigate Qassam, il braccio armato di Hamas e le altre ‘fazioni palestinesi’, “cessino ogni attività militare”. Gli aerei israeliani, rileva Hamas, “smetteranno completamente di sorvolare il sud di Gaza, Gaza City e il nord di Gaza per sei ore al giorno, dalle 11 alle 17”. Per ogni prigioniero israeliano rilasciato, rileva Hamas illustrando l’accordo, “verranno rilasciati tre prigionieri palestinesi, vale a dire donne e bambini. Entro quattro giorni, un totale di 50 prigionieri israeliani – donne e bambini di età inferiore ai 19 anni – saranno rilasciati. Ogni giorno potranno entrare a Gaza 200 camion di aiuti che includono forniture mediche per l’intera Striscia. Saranno ammessi a Gaza anche quattro camion di carburante al giorno”.

In precedenza era stato il portavoce del portavoce del ministero degli Esteri del Qatar, Majid bin Mohammed al-Ansari, ad annunciare che l’accordo era stato raggiunto. Secondo il portavoce oggi “intorno alle 16”, ora locale, sarà rilasciato il primo gruppo di ostaggi nella Striscia di Gaza, composto da 13 tra donne e bambini. Gli ostaggi rilasciati da Hamas saranno consegnati alla Croce Rossa e alla Mezzaluna Rossa, mentre dell’arco dei quattro giorni di tregua “verranno raccolte informazioni” sugli ostaggi ancora rimasti nell’enclave palestinese. Il portavoce ha precisato che si sono conclusi i contatti con tutte le parti ed i mediatori e che sono stati consegnati gli elenchi con i nomi di coloro che verranno rilasciati.

La tregua riguarderà sia la parte settentrionale che quella meridionale della Striscia di Gaza. “Durante i quattro giorni – spiega ad ‘Al Jazeera’ – verranno raccolte informazioni sugli ostaggi rimasti per valutare la possibilità di rilasciarne un numero maggiore e prolungare così la durata di questa tregua”. Le linee di comunicazioni, aggiunge, “resteranno aperte e qualsiasi violazione sarà segnalata”

Il portavoce di Hamas, Osama Hamdan, ha ringraziato il Qatar e l’Egitto per la loro assistenza nella mediazione dell’accordo di tregua e ha incolpato il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu per il ritardo nell’esecuzione dell’accordo, dicendo che avrebbe dovuto essere concordato “più di 10 giorni” fa. Tuttavia, Hamdan ha spiegato ad ‘Al Jazeera’ che “spera” che la pausa di quattro giorni vada avanti senza complicazioni. Ma, ha detto, mentre vede positivamente la pausa temporanea, “l’unica cosa che renderà la nazione palestinese soddisfatta è la fine dell’occupazione e la fine dell’attacco israeliano a Gaza”. Pertanto, ha aggiunto, il cessate il fuoco “non è la fine della strada”.

“Le perdite umane del nemico non sono ancora iniziate se decide di continuare la sua aggressione nazista”, ha affermato dal canto suo il portavoce delle Brigate Al-Qassam, braccio armato di Hamas, Abu Obeida. “Ciò che il nemico ha accettato con la tregua temporanea e con l’accordo di scambio parziale è quello che avevamo proposto in precedenza”, sottolinea Obeida affermando di essere “pronti a continuare lo scontro e ad affrontare il nemico, non importa quanto durerà l’aggressione”. Il portavoce delle Brigate Al-Qassam, ha chiesto in un messaggio audio “un’escalation contro l’occupazione sia in tutta Cisgiordania che su tutti i fronti della resistenza”, in riferimento al partito sciita Hezbollah in Libano. Abu Obeida ha anche sollecitato “l’intensificazione di tutte le forme di resistenza popolare e di massa in Giordania”, aggiungendo “salutiamo in particolare i nostri fratelli in Yemen, Libano, Iraq e su ogni fronte che lavorano per colpire il nemico”.

L’Egitto, da parte sua, ha invitato entrambe le parti a rispettare l’attuazione della tregua. “L’Egitto ha ricevuto la lista di detenuti e di ostaggi sia dal lato palestinese che da quello israeliano, che dovrebbero essere rilasciati il primo giorno della tregua venerdì pomeriggio”, ha detto Diaa Rashwan, capo del Servizio di informazione statale egiziano. “L’Egitto invita entrambe le parti della tregua a rispettare l’attuazione dell’accordo secondo il piano e quanto concordato”, ha aggiunto, secondo l’agenzia governativa.

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