Mrtvaška. «Intesa» fra HDZ e SDP per un nulla di fatto

L’Assemblea della Regione litoraneo-montana ha discusso a lungo su uno dei temi più scottanti, che aveva tenuto banco per mesi, conclusosi con la rescissione del contratto con l’esecutore dei lavori

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Mrtvaška. «Intesa» fra HDZ e SDP per un nulla di fatto
Sul caso Mrtvaška si è discusso a lungo. Foto: RONI BRMALJ

Trovato un accordo sul caso Mrtvaška. L’HDZ e l’SDP hanno deciso che non è il caso di individuare i colpevoli del fallimento del progetto né di chiedere che questi rispondano delle loro azioni. Il documento presentato dalla Commissione assembleare per la determinazione delle circostanze di risoluzione del contratto nel progetto di ampliamento del porto di Mrtvaška sull’isola di Lussino non è dunque stato accettato dall’Assemblea della Regione litoraneo-montana.

Dopo un lungo dibattito, solo 7 erano i voti favorevoli, praticamente tre in più rispetto ai quattro componenti della Commissione; altri 7 erano contrari, paradossalmente consiglieri che avrebbero voluto che il rapporto fosse più severo o almeno più esplicito nel puntare il dito contro i colpevoli e nel suggerire le future azioni da intraprendere; mentre 26 erano gli astenuti, i consiglieri dell’SDP e dell’HDZ.
Nel corso del dibattito sono state presentate varie argomentazioni, alcune con toni e termini molto duri, ma ciò che fa più clamore è il silenzio assordante dell’HDZ da cui c’è stato un solo intervento, breve e sintetico, a inizio seduta, per annunciare l’intenzione di dare voto astenuto.

Oppositori, ma anche alleati
Una precisazione necessaria, per scoraggiare i colleghi consiglieri, usualmente oppositori politici, ma in questo caso alleati, a far andare la discussione in una direzione dalla quale ci avrebbero rimesso entrambi.
“Abbiamo un progetto fallito del valore di 80 milioni di kune. Abbiamo fatto passare alla gente che vive sull’isola di Asinello due anni di torture. Abbiamo distrutto un porticciolo. E nessuno risponderà di tutto ciò? Dal ministro, al presidente di Regione, al direttore del comitato di amministrazione, al direttore del porto, nessuno darà le dimissioni?”, è stato questo il concetto sollevato da Bojan Kurelić, dell’Azione dei giovani, che si è messo sin da subito dalla parte di coloro che avrebbero voluto un rapporto più severo.
Anche Iva Rinčić, indipendente, avrebbe voluto leggere qualcosa di diverso nelle 11 pagine presentate dalla Commissione, tanto che è arrivata a dire che il loro contenuto aggiunge poco a quello che già non si sapeva. “La Commissione ha scritto di non essere una commissione d’inchiesta e di volersi attenere alla responsabilità politica, ma nel testo non c’è nulla riguardo alla responsabilità politica”, ha affermato.

Commissione
Franjo Butorac, dell’Alleanza litoraneo-montana (PGS), è uscito per un attimo dalla logica di partito, nella quale è rientrato al momento del voto, per dire di essere stato astenuto al momento della formazione della Commissione, perché la sua esperienza politica gli diceva che non avrebbe potuto concludere nulla. “Nonostante questo, hanno fatto onestamente il loro lavoro. Kurelić ha ragione: quello che è successo è una tragedia che non sarebbe mai dovuta succedere. Vi hanno rimesso, primi fra tutti, gli abitanti dell’isola di Asinello e quelli di Lussino. Ma troppi erano gli interessi privati. Nessuno ha parlato del rapporto conflittuale fra Gari Capelli come ex sindaco di Lussinpiccolo e l’attuale Ana Kučić. Il fatto che il ministero non abbia risposto alle richieste di chiarificazione della Commissione è un chiaro indizio di come si sia deciso di insabbiare la faccenda”, ha affermato Butorac.
Nedjeljko Pinezić, dell’Unione del Quarnero, che faceva pure parte della Commissione, ha detto che come consigliere può permettersi di dire che se un progetto fallisce, il primo che dovrebbe risponderne è colui che era il responsabile della sua attuazione. “Chi è alla guida di un progetto ha diritti e doveri diversi rispetto a tutti gli altri. È quello che viene pagato di più ed è quello che deve venir rimosso dall’incarico in caso di fallimento. Nel settore privato dal quale provengo se il manager fallisce in questo modo come minimo viene licenziato”, ha affermato Pinezić.
Anche l’indipendente Boris Popović, anch’egli imprenditore, ha dato un’interpretazione simile. “Per me il rapporto della Commissione è chiaro. Si parla di problemi nella comunicazione. Sappiamo chi era il responsabile della comunicazione e chi avrebbe dovuto mediare fra le varie parti affinché il tutto si potesse realizzare. Chiedere le sue dimissioni è il minimo”, ha affermato Popović.

«Mandante ed esecutore»
Ivo Vidotto, rappresentante della minoranza nazionale italiana, che ha fatto pure parte della Commissione, si è detto d’accordo con le parole di Popović. “Leggere tra le righe è necessario perché non era possibile mettere in questo rapporto dei nomi e dei cognomi, perché i vari soggetti sono collegati tra loro e mandante ed esecutore si spartiscono la responsabilità. Non sono però innocenti nemmeno gli abitanti dell’isola”, ha affermato Vidotto, che ha poi voluto evidenziare un’altra serie di cose che nel rapporto non appaiono esplicitamente, ma che alcuni consiglieri hanno individuato come importanti in fase di dibattitto. “Come ha fatto un sentiero per capre a diventare strada statale in qualche giorno? L’esecutore dei lavori era in grado di portare a termine il tutto, o si è trattato di un boccone troppo grande da mandar giù? Sono queste alcune delle domande fondamentali”, ha affermato Vidotto.
Mentre i consiglieri dell’HDZ erano comodi sulle loro sedie intenti a godersi lo spettacolo, quelli dell’SDP hanno invece provato a difendere le loro posizioni. È così che Marko Mataja Mafriči, capogruppo dell’SDP, ha evidenziato come le conclusioni del rapporto siano generiche non particolarmente significative. “Per ogni progetto si potrebbe dire che ci sono dei problemi nella comunicazione”, ha affermato il capogruppo. Orjen Petković, di Možemo!, presidente della Commissione, gli ha però risposto che pur essendo vero quanto sostiene, la differenza fra un progetto a caso con problemi di comunicazione e questo è che questo è fallito.
Adelina Kunst, dell’SDP, ha detto che c’erano interessi privati, di un piccolo numero di persone, legati alle linee navali. Vjekoslav Rubeša, dell’Azione dei giovani, le ha però risposto come il rapporto metta in evidenza che ai proprietari della linea convenisse la tratta più lunga, in quanto erano sovvenzionati dal governo per ogni miglio nautico percorso e le ha pure fatto notare come una delle proteste abbia visto la partecipazione del 100% degli abitanti di Asinello.

La questione dell’altezza della riva
Si è parlato poi più volte dell’altezza della riva, che nel 2018 è stato deciso dovesse essere a 2 metri mentre gli abitanti hanno insistito sia a 1,20 metri d’altezza sul livello medio del mare. L’unico intervento degno di nota sul tema è stato però quello di Damir Pilepić, del PGS, il quale ha detto di essere del settore, ma di non potersi esprimere sul caso specifico in quanto il traffico è un settore enorme all’interno del quale ci sono specialità molto diverse tra loro, invitando però anche tutti gli altri a non criticare la scelta dei 2 metri. “Io stesso ho chiesto se ci fossero indicazioni che questa riva a 2 metri sia stata commissionata a causa di una scelta politica. Non ci sono tracce di questa motivazione. Pertanto non possiamo fare altro che credere a chi è esperto di questo campo. Una riva più alta potrebbe essere stata progettata apposta per far fronte al cambiamento climatico e all’innalzamento del livello medio del mare”, ha affermato Pilepić.
Il presidente dell’Assemblea regionale, Marko Boras Mandić, ha provato a convogliare il discorso verso una conclusione, almeno per far sì che il porto di Mrtvaška venga riportato allo stato originale. La Commissione ha fatto sua questa proposta, presentata anche da altri consiglieri, ma non tutti i club l’hanno appoggiata e così la Commissione ha deciso di non includerla nel rapporto, così da poter riproporre queste conclusioni in un secondo momento.
Il resto dei punti all’ordine del giorno si è svolto senza discussione o quasi. Tutti sono stati, infine, approvati.

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