Gaza, feriti e stranieri passano valico di Rafah

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Gaza, feriti e stranieri passano valico di Rafah

(Adnkronos) – L’Egitto ha accolto i primi cinque palestinesi feriti in arrivo dalla Striscia di Gaza attraverso il valico di Rafah, riaperto oggi per consentire l’uscita dalla Striscia degli stranieri e dei feriti gravi, grazie a una mediazione del Qatar fra Egitto, Hamas e Israele, in coordinamento con gli Stati Uniti. Ad annunciarlo una fonte della sicurezza citata dall’agenzia Xinhua. I cinque feriti saranno portati all’ospedale di al Arish, nel nord del Sinai. E’ stato inoltre allestito nel Sinai a Sheikh Zuwedi, a 15 chilometri da Rafah, un ospedale da campo con quattro tende, ognuna delle quali con 20 letti, scrive la Bbc.

Gli ospedali di Sheikh Zuweid e della vicina Al-Arish, si sono preparati per ammettere i nuovi pazienti. I casi più gravi saranno trasferiti a Ismailia. Un totale di 40 autoambulanze sono in attesa dal lato egiziano del valico.

Ha passato il valico di Rafah, lasciando la striscia di Gaza per l’Egitto, anche un primo gruppo di palestinesi con doppio passaporto, si legge sul Guardian.

L’accordo sulla riapertura del valico non riguarda tuttavia gli ostaggi, non è legato ai negoziati per il rilascio dei cittadini rapiti da Hamas il 7 ottobre scorso né tantomeno alle trattative su una tregua ai combattimenti in corso. Sarebbero 500 in totale gli stranieri pronti a lasciare la Striscia da Rafah. Già 200 le persone in attesa al punto di frontiera con l’Egitto secondo il Guardian.

L’Egitto ha aveva reso noto in mattinata che saranno 81 i feriti gravi che potranno entrare nel Paese dalla Striscia e confermato che i primi stranieri potranno lasciare l’enclave.

Il ministro degli Esteri britannico James Cleverly ha confermato intanto che “oggi un primo gruppo di stranieri” potrà lasciare Gaza. “Funzionari britannici sono già sul posto per assistere i britannici non appena saranno in grado di lasciare la Striscia di Gaza. E’ di importanza cruciale che aiuti umanitari salvavita possano entrare a Gaza il prima possibile”, ha aggiunto.

Secondo la Bbc, a lasciare la Striscia di Gaza saranno prima i feriti gravi e poi gli stranieri, 500 al giorno, spiega l’emittente citando cinque funzionari palestinesi per il controllo dei passaporti. Sono in totale 7mila i palestinesi con doppia cittadinanza a Gaza. L’Egitto deve approvare l’elenco di tutte le persone pronte a lasciare la Striscia in attesa dall’altro lato del confine prima che possano iniziare a muoversi.

“Stamani è stato aperto il valico di Rafah e stanno iniziando ad evacuare le prime persone. Stiamo lavorando affinché tra loro possano iniziare ad uscire dalla Striscia di Gaza anche i primi italiani”, ha scritto il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, in un tweet. “La nostra Ambasciata al Cairo è già pronta ad accogliere i nostri connazionali”, ha aggiunto.

Nuovo raid aereo delle forze militari israeliane contro il campo profughi di Jabalia. Vi sono numerose vittime, rende noto al Jazeera, descrivendo il bombardamento come “intenso e indiscriminato”. Sarebbero centinaia le persone intrappolate sotto le macerie degli edifici rasi al suolo. Prima del raid, erano stati lanciati volantini in cui si sollecitavano i civili a lasciare il sito. Sarebbero decine i palestinesi uccisi nel nuovo raid, denunciano fonti palestinesi sui social. Molti anche i feriti.

Nella giornata di ieri il primo attacco israeliano al campo profughi nel nord di Gaza. Secondo testimoni oculari e medici, riporta la Cnn, l’attacco ha ucciso un gran numero di persone e ha lasciato danni catastrofici. Un direttore dell’ospedale ha stimato che i morti sono stati “decine”. Sette ostaggi sarebbero rimasti uccisi nei raid contro il campo profughi secondo quanto denunciano le brigate al Qassam, ala militare di Hamas.

Secondo le Idf, nel campo sarebbero nascosti terroristi di Hamas in un edificio a più piani vicino a una scuola, un ambulatorio e un ufficio dell’amministrazione locale. Nell’attacco è morto il comandante di Hamas Ibrahim Biari, coinvolto nell’attacco contro Israele del 7 ottobre.

La Mezzaluna rossa, nel denunciaredi essere senza contatti con lo staff nella Striscia “da ore”, spiega in un tweet che “le comunicazioni, i servizi internet, tutto è saltato a Gaza”.

Scontri intanto tra le forze di difesa israeliane e Hamas nella zona di Gaza City, dove carri armati e fanteria dello Stato ebraico hanno preso di mira da ieri gli ingressi dei tunnel e le postazioni di lancio dei razzi. A riferirlo è il Guardian, che spiega come i miliziani di Hamas hanno risposto con mitragliatrici e missili. Secondo l’Idf sono stati colpiti circa 300 obiettivi da lunedì, tra cui avamposti militari di Hamas, e uccisi “numerosi” militanti, tra cui Nisam Abu Ajina, il comandante del battaglione Beit Lahiya di Hamas. I militari israeliani rendono noto di aver attaccato più di 11mila obiettivi nella Striscia dall’inizio della guerra, lo scorso 7 ottobre.

Tredici soldati israeliani sono intanto morti nel Nord della Striscia di Gaza in seguito all’esplosione di un missile anti carro. Le vittime hanno da 18 a 24 anni di età. Sempre ieri, altri due soldati israeliani sono rimasti uccisi in operazioni, di cui non sono stati forniti dettagli, nella Striscia. “I risultati significativi dei pesanti combattimenti in profondità nella Striscia di Gaza ci costano un prezzo elevato”, ha dichiarato il ministro della Difesa israeliana, Yoav Gallant, commentando l’uccisione dei soldati. “Siamo pronti e preparati per un’offensiva lunga e complessa che richiede coraggio, determinazione e perseveranza”, ha aggiunto.

Israele dispiega intanto unità della marina con missili nel Mar Rosso “nel quadro degli sforzi difensivi”, dopo che ieri sono stati intercettati missili nella regione di Eilat, nel sud del Paese, attribuiti agli houti nello Yemen.

Israele ha di fronte a se una “guerra lunga e difficile”, ha affermato il Premier israeliano Benjamin Netanyahu, in risposta alla perdita di soldati israeliani. “Abbiamo così tanti risultati, ma anche perdite dolorose. Sappiamo che ogni nostro soldato è un mondo intero. L’intero popolo di Israele abbraccia le famiglie delle vittime dal più profondo del cuore”, ha aggiunto, sottolineando che questa è anche “la più giusta delle guerre, la guerra per la nostra casa”. “Ve lo prometto, completeremo il lavoro. Continueremo fino alla vittoria”, ha quindi sottolineato il Premier.

E almeno due palestinesi sono morti in Cisgiordania in scontri con i militari israeliani, denunciano fonti mediche palestinesi. Un uomo di 70 anni è stato colpito da un proiettile al viso durante un’operazione di Tsahal a Tubas, a nord di Nabkus. Altre sei persone sono rimaste ferite, una di loro in modo grave. A Beit Ummar, a nord di Hebron, è stato ucciso un 16enne.

Solo un terzo delle strutture sanitarie sono in funzione nella Striscia di Gaza, denuncia l’Organizzazione mondiale per la sanità, precisando che anche gli ospedali operativi hanno ridotto in modo sostanziale le prestazioni. L’impatto della guerra ricade in particolare sui pazienti a lungo termine, come i pazienti oncologici, affetti da diabete, cardiopatici o con disturbi mentali, per mancanza di farmaci e assistenza. Prima dell’inizio della guerra, circa 100 pazienti ogni giorno erano costretti a rivolgersi a strutture esterne alla Striscia.

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