L’indipendenza croata nella prospettiva italiana

La Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Fiume ha confermato di essere un punto d’incontro per il mondo accademico dell’Alto Adriatico

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L’indipendenza croata nella prospettiva italiana

“Trent’anni d’indipendenza croata nella prospettiva italiana”, è questo il titolo della sessione plenaria dell’edizione 2021 della Giornata di studio del Nord Adriatico – temi giuridici di attualità, che si è svolta ieri a Fiume. Un appuntamento, quest’ultimo, promosso ormai da numerosi anni dalla Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Fiume e che tradizionalmente adotta l’italiano come lingua ufficiale. Ad inaugurare l’incontro è stato il professor Vanja Smokvina, vicepreside della Facoltà di Giurisprudenza del capoluogo quarnerino. Rivolgendosi ai partecipanti a nome degli organizzatori Smokvina ha sottolineando l’importanza dell’occasione. Un concetto ribadito anche dal Console generale d’Italia a Fiume, Davide Bradanini, il quale ha espresso apprezzamento per la scelta dei temi trattati, definiti di grande attualità e offerto il supporto del Consolato generale al fine d’ampliare questa collaborazione.
L’Ambasciatore d’Italia a Zagabria, Pierfrancesco Sacco, nell’ambito del suo saluto, ha spiegato come abbia visto qualcosa di grande in questa iniziativa sin da quando lesse il resoconto di una delle scorse edizioni sul nostro quotidiano. Il discorso dell’Ambasciatore si è poi concentrato sul futuro e su come nei prossimi anni i rapporti fra Croazia e Italia, senza dimenticare la Slovenia, andranno ad aumentare. In particolare l’Ambasciatore ha parlato della necessità di reinventare nuove strategie di collaborazione, dove la Croazia che vuole assumere una dimensione sempre più mediterranea ha la possibilità di fare affidamento sull’Italia, che in questo frangente è il partner più sicuro possibile.
Gli interventi tecnici sono iniziati con il discorso di Giuseppe de Vergottini, professore emerito dell’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna nonché presidente della Federesuli. Il luminare italiano ha parlato delle tendenze del costituzionalismo dell’Est europeo nell-era post-comunista. Il suo intervento si è concentrato su come l’abbandono del modello costituzionale sovietico e il successivo passaggio da un regime socialista autoritario a sistemi condividenti i valori liberali propri dell’Unione europea, abbia portato nell’Europa orientale una democrazia estremamente diversa in ogni singolo Paese. Con il processo che nel suo insieme ha visto arresti e progressi di ogni tipo. In ultima analisi, il professore ha citato gli esempi, assai recenti, di Polonia e Ungheria, dove l’opinione pubblica può interpretare l’integrazione europea come un’omogeneizzazione e quindi un livellamento, che comprime i valori identitari della nazione, il che porta a forme di chiusura vero l’Unione e i suoi valori.
Drago Kraljević, ex Ambasciatore della Repubblica di Croazia in Italia, ha proposto una panoramica sulle relazioni italo-croate prima e dopo la proclamazione dell’indipendenza della Croazia. Ha illustrato una serie di passaggi istituzionali, partendo dal trattato di Osimo per arrivare ai giorni nostri. Kraljevià ha condiviso anche un aneddoto relativo a un incontro fortuito con Gianni De Michelis (ministro italiano degli Affari esteri dall’89 al ‘92) avvenuto a Roma, che a 22 anni di distanza ammise che l’Italia si sarebbe potuta comportare in modo diverso, riconoscendo prima la Croazia. Matteo Luigi Napolitano, professore associato all’Università del Molise, ha parlato dell’Italia e dei mutamenti a est, ovvero delle nuove prospettive adriatiche dopo il 1991. Nel corso della sua esposizione ha riassunto le posizioni della politica estera italiana al cambiare dei governi e al mutamento della situazione nell’ex Jugoslavia, raccontando della grande preoccupazione dei politici croati, poi scemata, in seguito all’elezione del primo governo italiano presieduto da Silvio Berlusconi.
Budislav Vukas, jr. professore ordinario dell’Università di Fiume ha riassunto alcuni passaggi dal lato croato, raccontando alcuni aneddoti sull’ex Presidente della Repubblica Italiana, Francesco Cossiga, il primo Capo di Stato straniero giunto in visita ufficiale in Croazia dopo la proclamazione dell’indipendenza e che continuò a frequentare il Paese, in veste privata, anche dopo aver concluso la sua esperienza al Quirinale.
A sua volta Damir Grubiša, ex Ambasciatore della Repubblica di Croazia in Italia e professore aggiunto nell’American University of Rome, ha espresso il suo punto di vista su alcune controversie nelle relazioni italo-croate, ovvero sul problema della storia condivisa, divisa e divisiva. “Non possiamo costruire un futuro sereno – ha osservato – senza prima fare i conti con i fatti e misfatti del passato”, ha affermato l’ex Ambasciatore, riferendosi a temi estremamente delicati, come le foibe e la persecuzione degli italiani nel dopoguerra. Grubiša, che ha sollecitato il ripristino dei lavori della Commissione bilaterale che era stata incaricata d’indagare sul tema, ha lodato la Comunità degli Italiani di Fiume, che “con grande impegno sta cercando di costruire un itinerario di riconciliazione fra esuli e rimasti ricordando la storia comune”.
Il programma della Giornata di studio, nel cui Comitato organizzativo erano inclusi Sandra Winker, Iva Tuhtan Grgić, Budislav Vukas, jr, Nataša Žunić Kovačević, Ivana Kunda e Dalida Rittossa, contemplava numerose altre sessioni dedicate ai vari campi del diritto (marittimo, tributario, delle successioni…), con relatori illustri, che hanno partecipato ai lavori on site negli spazi della Facoltà di Giurisprudenza oppure on line sulla piattaforma Cisco Webex.

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