Alla CI di Pola gli «Amici del mare» (foto)

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Alla CI di Pola gli «Amici del mare» (foto)
Foto: www.alphera.hr

Produce il 70 p.c. di ossigeno e assorbe ¼ dell’anidride carbonica prodotta. Dà la vita molte creature con una biodiversità incredibile. Mitiga il clima e assorbe il calore aiutando il mantenimento della temperatura atmosferica. Batte tutti i record perché ospita dall’animale più piccolo al più grande. Stiamo naturalmente parlando del mare, da sempre una risorsa fondamentale per l’uomo e il pianeta; un ambiente pieno di vita, abitato da mammiferi, pesci, molluschi, alghe e molto altro. Il mare è – come già anticipato – anche in grado di influenzare il clima e questo va a vantaggio delle popolazioni che vivono lungo le coste. Da sempre il mare permette di nutrirsi, di lavorare, commerciare e guadagnarsi da vivere. Questo però ha inciso molto sulla vita degli esseri marini e l’intensa attività umana sta mettendo a dura prova e a repentaglio la sopravvivenza delle specie che vivono sott’acqua. Uno dei problemi più gravi è la diffusione di plastica nelle acque. Sempre più spesso gli animali marini muoiono dopo avere ingerito pezzi di plastica. Anche l’inquinamento ha enormemente danneggiato i fondali marini e continua a ridurre la biodiversità, causando l’estinzione di vere e proprie bellezze del mare e dell’oceano come le barriere coralline. È necessario dunque un cambio di rotta immediato e l’impegno da parte di tutti per preservare questa grande ricchezza. Questo e molto altro ancora è stato spiegato oggi, mercoledì 26 aprile, alla Comunità degli Italiani di Pola a un nutrito gruppo di alunni della Scuola elementare Veruda cui è stata data l’opportunità di partecipare al singolare, interessante, ma soprattutto divertente appuntamento “Mi smo prijatelji mora” (Siamo gli amici del mare) promosso dall’Università istriana di scienze applicate nell’ambito del progetto HATCH (Hadriaticum Hub). I ragazzi sono stati accolti dal presidente del Consiglio di amministrazione nonché Rettore dell’Università di scienze applicate, Daglas Koraca, che dopo un breve discorso di benvenuto ha spiegato ai piccoli ospiti che i mari e gli oceani ricoprono circa i due terzi della superficie terrestre e che la nostra vita dipende da mare. “Sia direttamente che indirettamente siamo tutti fruitori del mare. La nostra vita dipende dal mare”, ha detto il Rettore, aggiungendo che proprio per questo motivo è fondamentale proteggere l’ecosistema marino e prendersi cura di chi lo abita. Un compito che l’Università istriana di scienze istriane e il Centro METRIS per lo studio dei materiali hanno preso seriamente. Infatti, come sottolineato da Koraca, da anni entrambi gli istituti si occupano tra altro anche di tutela del territorio e dell’ambiente marino. Il progetto HATCH, finanziato dal Programma Interreg Italia-Croazia, è soltanto l’ultima di una lunga serie di iniziative simili, come il “Prijatelji mora” e l’omonimo accordo firmato dall’Università polese, che si assunta l’obbligo di contribuire attivamente alla salvaguardia dell’ecosistema marino. Un saluto agli alunni presenti è stato poi rivolto anche dalla responsabile del Centro Metris, Vedrana Spada. La parola è stata quindi ceduta al biologo Neven Iveša, che ai ragazzi ha spiegato cosa sono le specie aliene e perché sono dannose per gli ecosistemi. Così dopo avere descritto le specie aliene invasive, dette anche “alloctone” o esotiche) come specie sia animali che vegetali introdotte dall’uomo, volontariamente o involontariamente, in zone al di fuori delle loro aree originarie, il biologo si è soffermato su una specie aliena in particolare: la Ctenophora o Ctenophori, un piccolo filtratore planctonico originario del Golfo del Messico, che da qualche anno è comparso anche nelle acque dell’Alto Adriatico dove, sottraendo cibo agli altri esseri viventi, hanno alterato lo sviluppo della catena alimentare, scacciando dall’Adriatico settentrionale le acciughe e le sardine. A seguire, le professoresse “Molecola” e “Fiammetta” del Nutty Scientist team hanno presentato 12 interessanti esperimenti sulle reazioni chimiche che, tra una fontana di schiuma e un’esplosione controllata, hanno suscito l’entusiasmo degli alunni, tra l’altro coinvolti in ognuno dei 12 esperimenti. Dopo un breve pausa merende, i ragazzi sono stati coinvolti in tre laboratori tenuti dai rappresentanti dell’impresa Tinker LAB, della Nutty Scientist e dai professori e gli studenti della Facoltà di Scienze naturali dell’Università “Juraj Dobrila” di Pola. Così, assieme agli addetti ai lavori della Nutty Scientist gli alunni hanno imparato come realizzare uno slimer gelatinoso. Assieme all’equipe della Tinker LAB, attraverso il gioco, i bambini hanno imparato come prendersi cura del nostro pianeta e come riciclare correttamente i rifiuti. Hanno poi realizzato un modellino di una giostra “Earth”. Il terzo ed ultimo laboratorio al quale hanno partecipato è stato quello guidato da Neven Ivesa e da altri rappresentanti della Facoltà di Scienze naturali, che hanno parlato di riproduzione di alcuni organismi marini e presentato alcune delle specie invasive dell’Alto Adriatico. Gli alunni hanno avuto così la possibilità di vedere da vicino l’embrione di un gattuccio marino, alcuni crostacei decapodi, tra cui una Calappa granulata (specie invasiva), un paio di spugne marine e numerose alghe.

Foto: www.alphera.hr
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Foto Marko Mrđenović
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