Željko Sopić, quando il passato torna a bussare

Domenica 29 ottobre il Rijeka ospita la rivelazione Gorica

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Željko Sopić, quando il passato torna a bussare
Željko Sopić è pronto ad affrontare il suo recente passato. Foto: Sanjin Strukic/PIXSELL

I n casa Rijeka c’è ancora tanta amarezza dopo il deludente pareggio (1-1) al Drosina di Pola contro l’Istra 1961. E non potrebbe essere altrimenti perché con una vittoria i biancocrociati avrebbero potuto innescare una mini fuga sfruttando i contemporanei stop di Hajduk e Dinamo. Ma anche così hanno allungato il passo sulle due inseguitrici, chiaramente più per demeriti altrui che per meriti propri. Nonostante il (mezzo) passo falso in terra istriana, la banda di Željko Sopić è riuscita a difendere il primato in classifica. L’ultima volta che i fiumani guardavano il resto della compagnia dall’alto risale a due anni fa, ovvero alla prima parte della stagione 2021/22. In panchina c’era Goran Tomić. Dopo l’eliminazione nel play-off di Conference League per mano del PAOK Salonicco, la squadra si scatenò in campionato balzando al comando, dove resistette per buona parte del girone autunnale, arrivando a sfiorare il titolo di campione d’inverno. Anziché rinforzarsi a gennaio per rimanere competitivi anche nella tornata primaverile, la società cedette alcuni suoi pilastri (Tomečak e Galović su tutti) senza rimpiazzarli adeguatamente. E infatti nella seconda parte di stagione il Rijeka iniziò inesorabilmente a lasciare punti per strada e a perdere contatto con la Dinamo. A infliggere la stoccata mortale alle ambizioni dei ragazzi di Tomić fu il clamoroso scivolone in casa del fanalino Dragovoljac, peraltro imbottito di giocatori del Rijeka che si facevano le ossa in quel di Siget. Insomma, oltre al danno pure la beffa… Alla fine i biancocrociati chiusero il campionato al quarto posto perdendo pure la finale di Coppa Croazia al Poljud contro l’Hajduk, con il tecnico sebenzano che qualche giorno dopo rassegnò le dimissioni. C’è un unico aspetto che accomuna il Rijeka di allora con quello attuale – la posizione in classifica. Per il resto sono due squadre profondamente diverse. Tomić prediligeva un calcio run n’ gun con un assetto ultraoffensivo senza però badare troppo alla fase difensiva. Il trascinatore era Drmić, che con i suoi gol, assist e giocate illuminanti spostava gli equilibri. Il Rijeka di adesso, plasmato da Jakirović prima e da Sopić poi, è una squadra operaia, senza stelle, che propone un calcio molto più ragionato ed equilibrato in entrambe le fasi. Gli unici “superstiti” di quel gruppo sono Labrović e Selahi, cresciuti tantissimo in questi due anni trascorsi a Rujevica. Il primo è diventato il miglior portiere del campionato guadagnandosi sia la fascia di capitano che un posto in nazionale, mentre il secondo è diventato un mediano completo, forte sia in fase d’impostazione che d’interdizione. Due elementi imprescindibili nello scacchiere di Sopić, il quale si appresta ad affrontare il suo recente passato. Domenica infatti arriva il Gorica rivelazione del campionato. I “tori” hanno gli stessi punti della Dinamo, capaci fin qui di stendere sia gli zagabresi che l’Hajduk. La scorsa primavera Sopić li guidò a una salvezza che sembrava pura utopia. Ora invece, per uno strano scherzo del destino, dovrà frantumare i loro sogni di gloria per far volare il suo Rijeka…

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