Veldin Hodža, una vita da mediano

Il centocampista si è preso la scena con la tripletta rifilata all’Osijek, pur schierato fuori ruolo

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Veldin Hodža, una vita da mediano
Il centrocampista fiumano ha vissuto un pomeriggio da sogno. Foto: GORAN ŽIKOVIĆ

“Sinceramente non ricordo l’ultima tripletta in campionato di un centrocampista”. Parlava così Željko Sopić al termine della sfida di Rujevica contro l’Osijek, decisa dai tre gol messi a segno da un Veldin Hodža in versione extralusso. Ebbene, il tecnico del Rijeka ha un po’ la memoria corta. È vero, capita raramente che un centrocampista confezioni una tripletta, però per trovare l’ultima non bisogna nemmeno tornare troppo indietro. Infatti, lo scorso 28 ottobre alla Opus Arena il capitano dell’Osijek Vedran Jugović rifilò tre gol all’Istra 1961 nel successo per 3-1 sui polesi. Poi per trovarne un’altra bisogna riavvolgere il nastro di altri otto anni e mezzo fino al 1º marzo 2015 quando un altro centrocampista degli slavoni, Aljoša Vojnović, segnò tre reti allo Zagreb al Gradski vrt (4-0).

Al di là di queste statistiche, impossibile non celebrare l’impresa del mediano della nazionale Under 21, che ha vissuto un pomeriggio da sogno, alla miglior recita in maglia biancocrociata. Tre gol realizzati tutti in maniera diversa: il primo con un diagonale chirurgico nell’angolino basso, il secondo in spaccata e il terzo con un tocco sotto a scavalcare Malenica in uscita. Freddezza, capacità di inserimento e fiuto del gol insospettabili per uno che di ruolo fa il mediano, ovvero uno il cui compito principale è curare contemporaneamente sia la fase di interdizione che quella di impostazione, non certo infilare i portieri avversari. Un ruolo magnificamente decantato da Ligabue in quel suo intramontabile pezzo del 1999 di uno che si sacrifica per la squadra lavorando e faticando all’ombra per gli altri. Una vita da mediano/A recuperar palloni/Nato senza i piedi di buoni/Lavorare sui polmoni… Ma Hodža i piedi buoni ce li ha eccome essendo un giocatore duttile, in grado di ricoprire più ruoli in campo. Una prerogativa del calcio moderno, che impone capacità di adattamento e di giocare in entrambe le direzioni, difesa e attacco.

Mors tua vita mea
Molto curioso il suo percorso in questa stagione, per lui un po’ sulle montagne russe. Intoccabile per Jakirović, con l’arrivo di Sopić in panchina, e il conseguente passaggio all’assetto tattico con un unico regista, è finito ai margini come riserva di Selahi. Nel finale del girone autunnale, complice il braccio di ferro tra il mediano albanese e la società sulla questione del rinnovo, Hodža si è ripreso il proprio posto in campo dal primo minuto, ma all’inizio del girone primaverile si è nuovamente accomodato in panchina in seguito alla firma di Selahi sul prolungamento del contratto. Un mese fa nella trasferta contro il Gorica, Janković rimedia un serio infortunio alla caviglia che lo terrà ai box per un paio di settimane. Siccome Sopić non intende rinunciare al suo 4-1-4-1, decide di avanzare Hodža sulla linea della trequarti, affidandogli però compiti un po’ più di copertura per dare una mano a Selahi. Il classe 2002, prodotto del vivavio fiumano, si inserisce benissimo nel nuovo ruolo, cresce di partita in partita fino a esplodere con l’Osijek, confezionando la prima tripletta in carriera. Con gli slavoni Janković è tornato a referto, ma è rimasto in panchina, con Sopić che giustamente ha preferito non rischiarlo. Hodža ha sfruttato alla grande l’assenza dell’ex fantasista dello Zrinjski e ora sarà dura soffiargli il posto. Della serie mors tua vita mea… D’altra parte però non è facile rinunciare a Janković, il quale con 7 centri in campionato è il miglior marcatore della squadra. Il trequartista scalpita, determinato a riprendersi la maglia di titolare, e sarà perciò interessante capire le scelte di Sopić per il match di sabato prossimo a Koprivnica con lo Slaven Belupo. Ben venga la concorrenza, certo, ma è un vero peccato che non ci sia spazio per entrambi. Comunque sia, per il tecnico zagabrese è sempre meglio ritrovarsi con problemi di abbondanza…

Verso il rush finale
Tornando alla corsa al titolo, è stato un turno interlocutorio, nel senso che la classifica è rimasta immutata dal momento che Rijeka, Hajduk e Dinamo hanno tutte e tre vinto, e per di più anche in maniera piuttosto netta. Quella di Labrović e soci è stata un’autentica prova di forza, un 3-0 che sta pure stretto perché per la mole di occasioni create l’Osijek ha seriamente rischiato una pesante imbarcata. Sicuramente la compagine di Rujevica è stata agevolata dalle assenze dei due riferimenti in attacco Mierez (squalificato) e Lovrić (infortunato), come pure dal virus intestinale che il giorno della gara ha debilitato un paio di giocatori avversari (è stata pure presa in considerazione la possibilità del rinvio, rigettata però dagli stessi biancoblù, onore a loro!), nonché da un Osijek già focalizzato sulla prossima stagione, come ammesso da Zoran Zekić. D’altro canto però, come ripete spesso Sopić, qui nessuno ti regala nulla e comunque gli slavoni sono in piena lotta con la Lokomotiva per il quarto posto, l’ultimo che assegna il pass per l’Europa. Alla linea del traguardo mancano dieci giornate, che possono essere tante o poche a seconda dei punti di vista (e della posizione in classifica). La prossima chiuderà la terza tornata di campionato e poi sarà la volta del rush finale nella battaglia totale per il titolo. Il Rijeka punta a partire in pole position per l’ultimo quarto di stagione e per farlo sarà necessario battere sabato lo Slaven Belupo. Cliente certamente scomodo, peraltro l’unico capace di piegare i fiumani davanti al proprio pubblico con quel rocambolesco 4-2 firmato a Rujevica il 10 dicembre scorso. Una sconfitta che ora grida vendetta…

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