Rijeka. Ora si fa dura

La sconfitta di Varaždin, sommata ai risultati dagli altri campi, complica il cammino verso l’Europa. Contro Dinamo e Osijek bisognerà cercare di fare quanti più punti

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Rijeka. Ora si fa dura
Tre giocatori del Rijeka (Banda, Selahi e Grgić) inseguono uno del Varaždin (Stolnik). Foto: Vjeran Zganec Rogulja/PIXSELL

Quando, due settimane fa, il Rijeka espugnò per 3-1 il campo dello Slaven Belupo quasi tutti erano convinti che il terzo posto fosse ormai cosa fatta. E sinceramente era difficile ipotizzare il contrario vista la situazione di classifica e il calendario da lì alla fine. Quest’ultimo doveva essere un prezioso alleato dei fiumani, salvo poi confermare ancora una volta quanto nel calcio non ci sia nulla di scontato. Perché nei seguenti due impegni, contro Istra 1961 (2-2) e Varaždin (2-0), è arrivata la miseria di un punto che ha fatto ripiombare il Rijeka in un clima d’incertezza e paura. L’attuale classifica dice che gli uomini di Sergej Jakirović sono tuttora terzi, e questo è un dato di fatto indiscutibile. Se però guardiamo il calendario emerge che Labrović e compagni saranno attesi dalla sfida casalinga con la Dinamo e dallo scontro diretto a Osijek, non esattamente due impegni facilissimi. L’aspetto positivo è che il Rijeka è ancora sempre padrone del proprio destino, ma deve cercare di fare quanto nelle sue possibilità, e anche oltre, per non dover dipendere dagli altri.

Sergej Jakirović.
Foto: Vjeran Zganec Rogulja/PIXSELL

Occasione buttata
“Bisogna dire le cose come stanno: abbiamo buttato al vento una grande occasione e ora dovremo cercare di rimediare nelle prossime due partite, per altro molto complicate – taglia corto l’allenatore Sergej Jakirović, sul cui volto si nota chiaramente tutta la delusione –. Siamo perfettamente consapevoli di aver fatto molto in questo girone primaverile, ma non approfittare dell’occasione di piazzarsi sulla scena europea sarebbe davvero un peccato. Quando sei costretto a scalare di continuo le posizioni di classifica consumi tante energie fisiche e mentali. Chiaro che prima o poi finisci per pagarne dazio. Direi che è quanto successo a noi contro Istra e Varaždin. Ora l’obiettivo principale è ritrovare la forza per reagire. Cercare di togliere le castagne dal fuoco contro Dinamo e Osijek non è la cosa più semplice del mondo, però non abbiamo alternative. Sinceramente nessuno può prevedere quanti punti serviranno, ma noi dobbiamo pensare soltanto a sé stessi. Per poter ambire a un risultato positivo serviranno due gare perfette. La Dinamo ha trovato stabilità dopo l’arrivo in panchina di Igor Bišćan e non credo che gli zagabresi siano intenzionati a concedere sconti di alcun tipo. D’altronde basta chiederlo allo Šibenik. Il mio messaggio alla squadra è: crediamoci”.
Poi una battuta sulla gara di Varaždin: “Nel primo tempo abbiamo figurato tutto sommato bene, controllando la situazione e a tratti anche dominando. Ci è mancata la freddezza al momento di concludere in porta. Il piano concordato era quello di continuare allo stesso modo nella ripresa, ma poi abbiamo sbagliato troppo e loro ci hanno puniti con due gol nell’arco di una decina di minuti. Ciò che mi preoccupa è la mancata reazione della squadra e l’impatto quasi nullo di coloro che sono subentrati a partita inoltrata. Ho effettuato una tripla sostituzione con la speranza di dare una scossa, ma nulla di tutto ciò”.

Dilaver distratto, Frigan nervoso
A Varaždin hanno deluso soprattutto i più fidati. Dilaver sente evidentemente i postumi dell’infortunio e non riesce a dare quella sicurezza che si era vista prima dello stop. Senza il suo pieno apporto anche Galešić va spesso in difficoltà. Veiga, sulla destra, non è mai riuscito a creare l’uomo in più, mentre dalla parte opposta Goda (preferito a un Vukčević in netto calo) ci ha messo parecchio impegno, sbagliando però quasi sempre al momento del passaggio finale. Banda ha tenuto bene per un tempo, poi è calato vistosamente. Marin e Janković continuano a funzionare ad intermittenza, Ampem non è stato il solito jolly capace di svariare un po’ dappertutto, mentre Frigan è apparso spesso tagliato fuori dal gioco e parecchio nervoso, venendo anche ammonito. Nell’unica occasione che ha avuto per segnare ha calciato addosso a Zelenika. Il calcio è un gioco di squadra e la colpa non è mai di uno o due giocatori. Resta comunque il fatto che quando i migliori, ovvero coloro che sono chiamati a fare la differenza, non sono in giornata di grazia il risultato finale ne risente parecchio. Come ha giustamente fatto presente Jakirović, contro la Dinamo ognuno dei giocatori sopra elencati dovrà dare quel qualcosa in più per cercare di vincere la partita e avvicinarsi al traguardo finale chiamato secondo turno preliminare di Conference League.

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