Rijeka. Il calcio dà, il calcio toglie…

Il Rijeka non ha meritato la sconfitta con lo Slaven, come neppure la vittoria contro la Lokomotiva. A Rujevica ci si augura sia stato soltanto un incidente di percorso

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Rijeka. Il calcio dà, il calcio toglie…
Il Rijeka ha dominato per lunghi tratti ma non ha saputo sfruttare le occasioni create. Foto: RONI BRMALJ

Lo Slaven Belupo ha inflitto a Sergej Jakirović la prima sconfitta sulla panchina del Rijeka, interrompendo la striscia di cinque risultati utili consecutivi dei biancocrociati, di cui quattro successi di fila. Una battuta d’arresto che conferma un po’ quello che lo stesso tecnico di Mostar continua a ribadire da settimane, e cioè che il processo di guarigione richiede tempo. Un passo falso che non compromette nulla, certo, ma che comunque fa male essendo arrivato in casa e per di più contro una diretta rivale. Uno scivolone che inoltre ha fatto scendere Labrović e soci al settimo posto, scavalcati dal Varaždin che a sorpresa (ma non troppo) ha sbancato il Gradski vrt piegando un Osijek sempre più irriconoscibile, e ora rotolati a -4 dal quarto posto, occupato adesso proprio dai “farmacisti” che grazie al colpaccio di Rujevica hanno messo la freccia sull’Istra 1961. A beneficiarne è certamente lo spettacolo per una lotta per l’Europa che si fa sempre più incandescente ed esaltante, senza dimenticare la Lokomotiva che comunque è lì attaccata. Ad ogni modo, lo 0-1 dell’altro giorno non è certamente il viatico ideale pensando al derby del Drosina in programma venerdì.

Un film già visto
Tornando al match di sabato, ormai è chiaro come la compagine di Koprivnica sia la bestia nera dei fiumani in questa stagione, che hanno perso tutti e tre i precedenti. Che poi sarebbero quattro volendo aggiungerci anche la sconfitta rimediata a dicembre, sempre a Rujevica, in amichevole. Quattro KO di fila non possono essere il frutto del caso ed è evidente quindi che la squadra non sia capace di trovare le contromisure di fronte alla truppa allenata da quella vecchia volpe di Zoran Zekić. Tra l’altro, sembrava quasi un deja vu. Un film già visto. Infatti, lo scorso 14 agosto Rijeka-Slaven Belupo terminò con lo stesso risultato – 0-1. Oltretutto oggi come allora a decidere il match è stato Ante Crnac, esterno offensivo di 19 anni sul quale hanno già messo gli occhi diversi club. E in entrambi i casi da subentrato: quella prima volta gli sono bastati solamente dieci minuti per freddare Labrović, stavolta il doppio, venti minuti. Crnac ha fin qui messo a segno quattro centri, di cui la metà proprio al Rijeka… L’ultimo ha permesso alla sua squadra di ritrovare una vittoria che mancava da otto giornate, frenando al tempo stesso la marcia dei lanciatissimi quarnerini, i quali sembravano destinati infilare il quinto hurrà di fila che avrebbe permesso loro di agganciare al quarto posto l’Istra. Ma così non è stato. Come ha sottolineato Jakirović, se non concretizzi le occasioni che vai a creare alla fine rischi di prenderle. Perché nel complesso la prestazione c’è stata. Il Rijeka ha dominato per lunghi tratti e creato tanto, ma non ha saputo sfondare il muro eretto da Zekić. E in quelle poche volte in cui è riuscito a farvi breccia ci ha pensato il portiere Čović a metterci una pezza. Un po’ come Labrović nel turno precedente con la Lokomotiva. Alla luce di quanto fatto vedere nella fredda e piovosa serata di Rujevica il Rijeka non ha meritato la sconfitta, ma neppure la vittoria in via Kranjčević. Il calcio dà, il calcio toglie…

Squalificati Liber e Selahi
Ora però bisogna resettare e voltare pagina in fretta perché all’orizzonte c’è già il derby con l’Istra. A giudicare dal gioco espresso la sensazione è che lo schiaffo dell’altro giorno sia stato solamente un incidente di percorso, ma d’altro canto sconfitte come questa sono sempre molto pericolose. Perché se è vero che vincere aiuta a vincere, è altrettanto vero che perdere aiuta a perdere, come diceva a suo tempo Serse Cosmi. Il rischio adesso è infatti quello di subire il classico contraccolpo psicologico. La risposta comunque arriverà venerdì sera al termine della sfida del Drosina. Una vittoria cancellerebbe immediatamente il passo falso con lo Slaven, una sconfitta rischierebbe al contrario di rievocare i fantasmi della disastrosa prima parte di stagione. Intanto sono due le cattive notizie per Jakirović, che all’ombra dell’Arena dovrà fare a meno di Liber e Selahi, entrambi fermati da giudice sportivo. Ed è soprattutto l’assenza del mediano a pesare, trattandosi di un elemento imprescindibile nello scacchiere del tecnico di Mostar.

Jakirović: «Complimenti a Garcia»
Un po’ come con lo Slaven Belupo, anche con i cugini dell’Istra 1961 i biancocrociati hanno un conto aperto in questa stagione. Il primo incrocio disputato al Drosina era terminato 1-1 con i gol di Vučkić e Petković, il secondo ha invece visto il primo storico successo dei polesi a Fiume, che hanno sbancato Rujevica grazie a un guizzo di Erceg nella ripresa. “Ci aspetta un’altra battaglia contro una delle squadre più in forma di questa seconda parte di stagione. Hanno battuto Hajduk e Osijek e questo la dice lunga sulle loro qualità. Oltretutto hanno anche la miglior difesa del campionato (assieme alla Dinamo, nda), a testimonianza di come concedano davvero poco. In attacco poi hanno un Erceg che in questo momento vede la porta come pochi altri. È una squadra che fa tanto possesso e che vuole essere sempre padrona del gioco: da questo punto di vista Garcia sta facendo veramente un ottimo lavoro”, ha detto Sergej Jakirović tessendo le lodi dei gialloverdi.

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