Rijeka. Il bicchiere è mezzo vuoto

Il pareggio beffa contro l’Osijek è costato due punti molto importanti nella corsa per un posto nei preliminari di Conference League. La squadra di Jakirović può mangiarsi le mani per le numerose occasioni sprecate

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Rijeka. Il bicchiere è mezzo vuoto
Per i biancocrociati il pass europeo resta a portata di mano, ma da qui alla fine sarà battaglia totale. Foto: IVOR HRELJANOVIĆ

Gol sbagliato, gol subito. È la legge più antica del calcio. Il pareggio beffa con l’Osijek (1-1), arrivato proprio allo scadere con la capocciata di Žaper, brucia ancora delle parti di Rujevica. E il Rijeka può davvero mangiarsi le mani per aver lasciato per strada a pochi metri dal traguardo due punti potenzialmente molto importanti nella corsa per un posto in Europa. Anziché agganciare gli slavoni al terzo posto, i biancocrociati si ritrovano ora sesti. Ma la squadra di Borimir Perković non hanno rubato nulla. Anzi, nella ripresa ha messo alle corde i padroni di casa e, alla luce di quanto visto nell’arco dei 90 e più minuti, il pareggio è il risultato più giusto. Piuttosto i fiumani possono recriminare per tutte le occasioni sprecate, su tutte le due Marin in avvio e in chiusura del primo tempo, nonché quella di Frigan nell’ultimo quarto d’ora. Sebbene si sia trattato dell’incrocio tra la migliore e la peggiore formazione del girone primaverile, tutta questa differenza in campo non si è proprio vista. Dopotutto ogni partita fa storia a sé e poco importa se i biancoblù sono a secco di vittorie da otto giornate (quattro pareggi e altrettante sconfitte). Ad ogni modo, sono due punti persi più che uno guadagnato e il bicchiere non può che essere mezzo vuoto. Vuoi per il gol incassato praticamente allo scadere che per la classifica, che resta cortissima con sei squadre racchiuse in un fazzoletto di soli cinque punti e la lotta per il palcoscenico europeo che si fa sempre più furibonda. Naturalmente anche se fosse stata conquistata l’intera posta in palio, nulla sarebbe stato deciso, però è chiaro che in questa battaglia totale ogni punto può fare la differenza.

Tutti attaccati
Il gol realizzato dal dischetto alla mezz’ora è stato il nono centro stagionale di Matija Frigan, salito a quota 9 in campionato agganciando al terzo posto Petković ed Erceg, alle spalle soltanto di Brodić (10) e Livaja (18), ormai lanciato verso la conquista del titolo di capocannoniere per il secondo anno di fila. “C’è tanto rammarico per esserci fatti sfuggire la vittoria in quel modo – mastica amaro il centravanti classe 2003 –. Nella ripresa loro ci hanno messo sotto. Abbiamo retto bene l’urto, salvo poi prendere gol proprio nell’ultima azione. Peraltro, su un calcio piazzato, e purtroppo non è la prima volta. Questi cali di concentrazione stanno iniziando a costarci caro. Non ci resta che continuare e provare e riprovare questo tipo di situazioni in allenamento. Nulla è tuttavia compromesso e siamo tutti lì attaccati. Manca sempre meno alla fine, noi comunque ragioniamo una partita alla volta e il focus è già sulla prossima con lo Šibenik”.

Rush finale
Il campionato entra ora nel rush finale, ovvero nella quarta e ultima tornata per un totale di 9 partite e 27 punti ancora in palio. Le sei formazioni in corsa per i preliminari di Conference League continueranno a “scannarsi” tra di loro, strappandosi punti a vicenda tra scontri diretti in ogni giornata e una classifica in stile montagne russe in cui si sale e si scende dopo ogni weekend. Sergej Jakirović sembra diventato quasi un disco rotto a furia di ripetere che tutto si deciderà soltanto all’ultima giornata, però effettivamente è difficile dargli torto dal momento che nessuna squadra riesce a piazzare l’allungo. E il fatto che tutto possa decidersi proprio sulla linea del traguardo non è esattamente un aspetto rassicurante per i biancocrociati considerando che nelle ultime due giornate saranno impegnati in casa con la Dinamo e quindi chiuderanno la stagione al Gradski vrt di Osijek. In altre parole, sarebbe auspicabile assicurarsi il ticket europeo prima degli ultimi 180 minuti. Più facile però a dirsi che a farsi… Dando uno sguardo al calendario, il Rijeka disputerà cinque partite a Rujevica e quattro in trasferta. Visto così potrebbe sembrare un bel vantaggio, ma se si considera che davanti al proprio pubblico Labrović e soci hanno messo in saccoccia solamente 12 punti a fronte dei 23 raccolti lontano da Rujevica, ecco che la prospettiva cambia completamente.

Strategie di mercato
Oggi intanto è prevista la presentazione del nuovo direttore sportivo Darko Raić-Sudar. L’ex allenatore e diesse dell’Istra 1961 sarà chiamato, di concerto con Jakirović e il presidente Damir Mišković, a pianificare le strategie di mercato per la prossima estate. Sul fronte partenze, il nome più caldo è naturalmente quello di Frigan, il cui addio a giugno è ormai praticamente certo. Nella sessione invernale Mišković aveva fissato il prezzo a 5 milioni di euro. Nelle ultime ore del mercato di riparazione la Dinamo aveva bussato alla porta offrendo 3 milioni più la cessione a titolo definitivo di Janković, Marin e Jurić, ma da Rujevica era arrivato un secco no. Le buone prestazioni del giocatore stanno ora facendo lievitare il prezzo del suo cartellino e per lui potrebbe scatenarsi una vera e propria asta. In estate la Dinamo tornerà nuovamente alla carica, anche perché Petković e Drmić sono destinati a lasciare la capitale, soltanto che per accaparrarsi Frigan bisognerà mettere sul piatto più dei 5 milioni inizialmente richiesti. Al di là dei buoni rapporti che intercorrono tra le due società, il Rijeka difficilmente farà sconti. L’acquisto più oneroso della storia del club di via Maksimir era stato quello del centrocampista Rog, prelevato nell’estate 2015 dallo Split proprio per la cifra di 5 milioni di euro. E chissà allora che Frigan non costringa gli zagabresi a sbancare le proprie casse…

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