Rijeka-Hajduk, tocca a voi Tomić: «Ce la giochiamo»

Stasera a Spalato (ore 19) in palio la Coppa Croazia

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Rijeka-Hajduk, tocca a voi Tomić: «Ce la giochiamo»
L’allenamento del Rijeka al Poljud. Foto: INA/ MARIO STRMOTIĆ

Finalmente ci siamo. Dopo settimane di frenetica attesa, proclami e qualche frecciatina reciproca, stasera al Poljud di Spalato va in scena la finale di Coppa Croazia tra l’Hajduk e il Rijeka, o se preferite il contrario visto che i fiumani sono ufficialmente “padroni di casa” secondo i regolamenti talvolta assurdi e superflui. Fischio d’inizio alle ore 19, con direzione arbitrale affidata a Fran Jović di Zagabria. Sarà la quarta volta che spalatini e fiumani s’incrociano a livello di Coppa Croazia, la seconda in finale. Nel 2005 il doppio confronto vide i quarnerini imporsi per 2-1 a Cantrida e 1-0 al Poljud. Per il Rijeka, guidato nell’occasione in panchina da Elvis Scoria, si trattò del primo trofeo a livello croato dopo le due coppe vinte nel 1978 e 1979. Anche negli altri tre confronti di Coppa Croazia, uno dei quali in semifinale (nel 2006), i “bianchi” ebbero ragione dei “bili”. I quarnerini vogliono rispettare la tradizione e chiudere la stagione con un trofeo. Sarebbe la classica ciliegina sulla torta, perché in campionato è arrivato comunque il piazzamento tra le prime quattro della classe e con ciò anche la qualificazione alla prossima edizione della Conference League. Alzare al cielo il “Sole di Rabuzin”, per giunta in casa dell’acerrima rivale, è però sempre qualcosa di particolare, un’emozione indimenticabile.

“Mi auguro che possa essere la classica festa del calcio croato, una grande partita per le due contendenti in campo – dice nella tradizionale conferenza stampa della vigilia l’allenatore Goran Tomić –. Spero che tutto fili liscio, all’insegna del fair play e che alla fine vinca il migliore. Nel corso della stagione ci siamo affrontati quattro volte, con due vittorie per parte. Noi dobbiamo cercare di ripetere quanto di buono fatto in occasione del doppio successo qui a Spalato. Il 3-0 subito di recente deve comunque esserci da insegnamento per non ripetere più alcuni errori. Ma non ritengo necessariamente che rappresenterà un peso psicologico alla squadra. Rijeka e Hajduk si conoscono benissimo e dubito seriamente che ci possano essere dei segreti tra le due squadre. Magari qualche piccola sorpresa tattica, ma nulla di più. Sono convinto che sarà una partita interessante ed equilibrata, alla fine decisa dai dettagli. Dobbiamo giocare da squadra, fare gruppo e sperare che vada tutto per il verso sperato. In una finale come questa le percentuali di successo sono in sostanza del 50 per cento da ambo le parti”. In quanto alla formazione di partenza, Tomić aggiunge: “Non ho ancora deciso in merito. C’è qualche giocatore acciaccato, vedremo se riuscirà a recuperare in tempo. Vista l’importanza della sfida e la difficoltà dell’impegno ho bisogno di gente fresca e al massimo della condizione”. Tra coloro che rischiano di saltare la sfida c’è soprattutto Haris Vučkić, diventato nel girone primaverile una pedina quasi insostituibile nello scacchiere del tecnico sebenzano. Quest’ultimo ammette poi senza troppi giri di parole: “Se questa è la partita più importante della mia carriera di allenatore? Ho giocato una finale di Coppa Croazia già in passato, però non credo che si possa paragonare a questa. Di conseguenza la risposta alla vostra domanda è: sì, si tratta indubbiamente della partita più importante della mia carriera”.

Smolčić: «Sappiamo cosa fare»
Ad affiancare il tecnico all’incontro con i rappresentanti dei mass media è stato il capitano Hrvoje Smolčić. “Sappiamo benissimo chi avremo di fronte e quanto la posta il palio sia alta. Confidiamo nelle nostre qualità e non temiamo l’avversario. Rispetto sì, paura no. Credo che ci siamo preparati a dovere, che sapremo farci trovare pronti per il grande appuntamento. Probabilmente mi toccherà marcare Livaja? Marko è un giocatore bravissimo, in grado di fare la differenza. Ma non è anche l’unico visto che l’Hajduk ha tantissime buone individualità. Abbiamo però una mezza idea su come fermarli. Il Rijeka non marca a uomo bensì a zona e di conseguenza toccherà un po’ a tutti fargli la guardia”.

Drmić: «Loro favoriti, ma…»
Il Rijeka confiderà molto sul suo bomber principe, Josip Drmić. Per lo svizzero sarà quasi sicuramente l’ultima partita con la maglia bianca e pertanto da parte sua c’è una gran voglia di lasciare il segno. Lasciare una squadra con un trofeo è sempre molto più dolce. “L’atmosfera è delle migliori e noi giocatori non vediamo l’ora che la gara abbia inizio. Personalmente non ho mai disputato in carriera un match simile, nel senso di tale importanza per la società e per i tifosi. Una finale secca è sempre una partita particolare, un discorso a parte. Non credo di sbagliare se dico che gli spalatini partiranno da favoriti, anche perché si gioca al Poljud. D’altra parte, in campionato abbiamo fatto festa al Poljud in entrambe le occasioni. Dobbiamo essere pronti a tutto, fisicamente e mentalmente ai massimi livelli. L’importante sarà giocare da squadra e fare gruppo. Credo che le motivazioni non mancheranno sia a loro che a noi. Poi, che vinca il migliore…”

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