Rijeka. Dejan Petrovič: «Ci manca un po’ di cattiveria»

Questo pomeriggio (ore 17) il Rijeka ospita a Rujevica il fanalino di coda Rudeš nell’ultimo impegno del 2023. Lo sloveno Dejan Petrovič parla degli ultimi, difficili, mesi trascorsi a titolo personale e analizza il girone autunnale da parte della squadra di Željko Sopić

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Rijeka. Dejan Petrovič: «Ci manca un po’ di cattiveria»
Dejan Petrovič. Foto: Davor Javorovic/PIXSELL

Ancora un ultimo sforzo e poi tutti a godersi le vacanze di Capodanno. Prima del “rompete le righe” c’è comunque l’impegno della 19ª giornata di campionato con il fanalino di coda Rudeš, da assolvere con una convincente vittoria per farsi perdonare lo scivolone contro lo Slaven Belupo. Si giocherà a Rujevica questo pomeriggio alle ore 17 e inutile dire che il Rijeka si presenterà all’appuntamento da superfavorito. Lo era comunque anche una settimana fa, e poi sappiamo benissimo com’è andata a finire. Detto questo, la parola d’ordine è “massima serietà”. Conquistare i tre punti significherebbe anche ridurre le distanze da una tra Dinamo e Hajduk, o magari da entrambe.

Tra coloro che sperano in una maglia da titolare c’è Dejan Petrovič. Il 25.enne centrocampista nativo di Rače, nei pressi di Maribor, è stato a lungo infortunato e nelle ultime partite ha giocato qualche spezzone. Per lui conta soprattutto lasciarsi alle spalle il momento difficile ed entrare negli schemi di squadra, poi a primavera gli si chiederà ovviamente qualcosa in più. Prima di parlare della gara con il Rudeš, lo sloveno torna per un attimo alla bruciante sconfitta con lo Slaven. “Direi che è stata la classica giocata storta, dove nulla ha funzionato. Non ha molto senso soffermarsi su questa gara, meglio cercare di rialzare la testa e rimediare con il Rudeš. Non scopro certo l’acqua calda se dico che per il Rijeka non c’è alternativa ai tre punti”.
Come “una rondine non fa primavera” così anche una sconfitta, per quanto dolorosa sia, non può cancellare quanto fatto di buono fino a sette giorni fa. “Stiamo per lasciarci alle spalle una prima parte di stagione più che soddisfacente – taglia corto Petrovič –. Perdere fa sempre male, ma bisogna essere bravi a superare il momento. Ovvio, poi, che ogni sconfitta deve insegnarti qualcosa e aiutarti a trovare i rimedi di modo che la cosa non si ripeta”.
Spesso vedere le cose dalla tribuna e dal campo non è lo stesso. A Petrovič sono toccate entrambe negli ultimi mesi. “Ho notato un Rijeka a ottimi livelli, eccezion fatta per qualche rara occasione. Il campionato croato è equilibrato e competitivo. D’altronde la batosta con lo Slaven conferma che non c’è partita scontata o avversario debole. Puoi battere chiunque, ma anche perdere. Forse la Dinamo non è ai livelli delle passate stagioni, però rimane una squadra forte. Credo che migliorerà ulteriormente e pertanto va presa seriamente in considerazione nella lotta per il titolo. La partita che mi è rimasta maggiormente impressa nei ricordi? Sicuramente quella di Conference League con il Lille. Non è andata come ci auguravamo, ma in quell’occasione abbiamo dimostrato di poter lottare a pari armi con avversari sulla carta ben superiori”.
Il classifica il Rijeka ha otto punti in meno dell’Hajduk, ma si ha quasi l’impressione che i fiumani giochino meglio. Qualcosa, tuttavia, manca. “Direi che gli spalatini sono più abili nel tirar fuori la vittoria anche quando non brillano. Al Rijeka manca a tratti forse un po’ di cattiveria – prosegue Pavlovič –. Lo si è visto anche contro lo Slaven: potevamo ritrovarci in vantaggio già dopo tre minuti e invece abbiamo chiuso con una sconfitta e quattro gol incassati. Sotto questo aspetto dobbiamo migliorare sia a livello individuale che collettivo”.
Dejan è arrivato la scorsa estate come potenziale titolare, ma il lungo stop lo costringe a scalare le gerarchie. Nel ruolo di centrocampista di copertura ci sono già Selahi, Banda e Hodža. Considerato che Sopić spesso usa soltanto un mediano, non è facile trovare spazio. “Selahi ha fatto una mezza stagione straordinaria. Meglio comunque avere la coperta lunga, il che permette all’allenatore di fare delle ben precise scelte. Se manca un giocatore la squadra non ne risente troppo. La ricetta è semplice: lavorare bene negli allenamenti e mettersi in luce. Tutti avranno prima o poi l’occasione per dimostrare il proprio valore. In primavera il ‘vero’ Petrovič? Mi auguro di sì. L’importante è che i problemi fisici mi diano tregua”.
Spesso le partite più pericolose sono proprio quelle con le cosiddette “piccole”, un po’ il classico agnello da sacrificare. “Sì, anche perché in questo tipo di sfide non guadagni nulla, ma d’altra parte hai tanto da perdere. Quando giochi in una squadra come il Rijeka, che scende sempre in campo per vincere, avverti inevitabilmente un po’ di pressione psicologica. Ma ormai ci abbiamo fatto l’abitudine e bisogna saperla gestire”.

«Sogno un posto a Euro 2024»
Dejan Petrovič vanta due presenze con la maglia della Slovenia, datate comunque 2020 quando indossava la maglia del Rapid Vienna. Visto che ha appena 25 anni, per lui le porte della nazionale sembrano aperte. “Dopo 14 anni siamo riusciti a staccare il pass per una grande manifestazione internazionale. Il gruppo a Euro 2024 sarà difficile, ma bisogna provarci. Qualche speranza di esserci? Ovvio che ogni calciatore sogna di poter rappresentare il proprio Paese. Dipenderà in gran parte da me stesso, dal rendimento in campo con la maglia del Rijeka nel girone primaverile. Devo fare il possibile per conquistarmi la fiducia dell’allenatore Sopić e del selezionatore Kek”.

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