“Stiamo valutando attentamente la situazione. Abbiamo ristretto la cerchia a 4-5 nomi, due dei quali sono stranieri. Personalmente preferirei un allenatore che conosca bene la realtà croata, ma se uno… esterno dovesse offrire maggiori garanzie per il profilo di tecnico che cerchiamo va bene lo stesso. Credo che nel corso della settimana avremo il nuovo allenatore”. Parola di Srećko Juričić, consigliere personale del presidente del Rijeka, Damir Mišković.
In attesa della fumata bianca, le tante notizie di mercato che si susseguono iniziano a diventare delle certezze. Robert Murić e Domagoj Pavičić hanno effettuato ieri le visite mediche al Konyaspor, terza forza del massimo campionato turco, e poi hanno firmato il contratto. Al Rijeka vanno circa due milioni di euro a titolo di indennizzo per Murić. Quest’ultimo era legato al club quarnerino fino al 2023, mentre Pavičić era in scadenza di contratto. “Grazie a tutti, al Rijeka e a Fiume ho trascorso momenti bellissimi. Qui tornerò sempre volentieri. Il Konyaspor ha dimostrato di appartenere ai vertici del calcio turco e mi rallegro per la nuova avventura”, le parole d’addio di Murić, che per il Rijeka ha disputato 123 partite segnando 28 gol.
Tornando al nuovo allenatore, una volta insediato si metterà a punto anche la strategia di mercato. “Il viavai non è di certo una novità assoluta. È successo già in passato che ci siano state molte partenze e parecchi arrivi – ricorda Juričić –, ma alla fine abbiamo avuto sempre una squadra competitiva. Cercheremo di rispettare la tradizione anche stavolta. Vogliamo continuare a tenere testa a Dinamo, Hajduk e Osijek. Per farlo serviranno rinforzi di un certo peso. Qualche giocatore bravo arriverà sicuramente. Il diesse Palikuča e il suo vice Čulina sono in continuo contatto con i diretti interessati e nei prossimi giorni ci saranno sicuramente novità in merito”. Sulla stagione appena conclusa Juričić dice: “Tutto sommato, sono abbastanza soddisfatto. Abbiamo mantenuto la continuità di chiudere in campionato tra le prime della classe, di arrivare quanto più lontano in Coppa Croazia e di ottenere il piazzamento sulla scena europea. Senza dimenticare ovviamente il lancio in prima squadra dei nostri giovani. Peccato per la sconfitta nella finale di Coppa al Poljud, dove non siamo stati fisicamente e mentalmente ai livelli auspicati, come pure per non aver saputo sfruttare al meglio l’occasione che ci si è presentata in campionato. Ma non è certo un’annata da buttare via”.