L’incursione del Rijeka nella corsa scudetto

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L’incursione del Rijeka nella corsa scudetto
La festa di giocatori e tifosi del Rijeka al Poljud di Spalato

Adesso anche i più scettici dovranno ricredersi: nella corsa al titolo bisognerà fare i conti anche con il Rijeka! Al Poljud i biancocrociati hanno lanciato un chiaro segnale circa le loro ambizioni. Alzi la mano chi pensava che i fiumani sarebbero tornati con 6 punti in bisaccia dalle trasferte in quel di Velika Gorica e Spalato. Peraltro in rimonta: con il Gorica risalendo dallo 0-2 su un campo ghiacciato, con l’Hajduk dallo 0-1 nella bolgia di uno stadio in preda all’euforia. Due prove di carattere, che a questo gruppo evidentemente non manca, nonostante si tratti della seconda squadra più giovane del campionato (dietro soltanto alla Lokomotiva).

Al Poljud sembrava tutto apparecchiato per la grande festa dell’Hajduk. Gli ingredienti c’erano proprio tutti: stadio esaurito, il saluto nel prepartita dei due clamorosi colpi di mercato Brekalo e Perišić, l’1-0 dopo un quarto d’ora e la vittoria che avrebbe proiettato gli spalatini in fuga. E invece nel secondo tempo si è consumato un vero e proprio dramma sportivo. Le prodezze di Obregon e Selahi (ironia della sorte, entrambi sembravano sul passo d’addio in questa sessione di mercato…) hanno gelato il Poljud, Labrović ha messo il lucchetto alla propria porta e anche il maxi recupero concesso da Kolarić non è stato sufficiente per evitare uno schiaffo che potrebbe far crollare le certezze dei dalmati. Il Rijeka ha inoltre inflitto la prima sconfitta all’ex Mislav Karoglan (pochi ricorderanno, ma vanta una breve parentesi al Rijeka nella carriera da giocatore), il quale ha pure perso il suo talismano Livaja per 2-3 settimane (oltre a Sahiti e Sigur che salteranno la trasferta di Osijek per squalifica e pure Pukštas rischia il forfait). Insomma, oltre al danno pure la beffa…

Sopić: «Una maratona»

Sei punti in quattro giorni che hanno permesso alla truppa di Željko Sopić di agganciare l’Hajduk in vetta (e di mettere il naso davanti in virtù della miglior differenza e degli scontri diretti a favore), ma anche di accorciare la classifica visto che la Dinamo si è portata a -4 dalla coppia di testa, senza dimenticare che gli zagabresi hanno anche una partita ancora da recuperare. Il girone primaverile è dunque iniziato con i fuochi d’artificio per una corsa a tre che promette scintille e che, chissà, potrebbe anche decidersi all’ultima giornata.

A Rujevica la parola titolo non è più un tabù, ma come sempre in questi casi bisogna volare basso. “Non abbiamo ancora fatto nulla – Sopić smorza subito i facili entusiasmi –. Abbiamo davanti una maratona di 16 partite in cui succederà di tutto. È stata una grande battaglia. La reazione nel secondo tempo è stata fantastica. Non era facile rimontare in quella bolgia. Una vittoria nel complesso meritata. Questa settimana ci tornerà utile per tirare un po’ il fiato avendo speso tantissimo in queste due trasferte ravvicinate. Selahi? Le sue qualità non si discutono. Per noi è un giocatore fondamentale ed è proprio per questo che ho insistito tanto per il rinnovo. Istra 1961? Qui nessuno ti regala nulla: ci aspetta un’altra partita complicata”.

Anche capitan Labrović, superlativo sulla botta al volo di Kleinheisler nel finale, non si sbilancia. “È bello guardare la classifica, ma conta essere davanti a maggio. La strada è ancora lunga, intanto però siamo lì ed è una bella sensazione. La vittoria al Poljud? Sofferta, ma meritata. La chiave sono stati i cambi nella ripresa: chi è entrato dalla panchina ha innescato la scossa di cui avevamo bisogno”, dice il portierone della nazionale.

Pjaca: «Si riparte da zero»

A regalare i tre punti è stato il gran gol di Selahi, lui che fino a qualche giorno fa sembrava destinato a lasciare Rujevica per via del braccio di ferro con la società sul prolungamento del contratto. “Per l’ennesima volta abbiamo dimostrato carattere – spiega il mediano albanese nato in Belgio –. Non è da tutti ribaltare il risultato in casa dell’Hajduk. Nel primo tempo non siamo stati all’altezza, nella ripresa invece siamo rientrati in campo con un altro atteggiamento. Il mio gol? Ciò che conta sono i tre punti, non chi ha segnato. Il titolo? Lo vincerà la squadra che avrà una maggiore continuità di rendimento”.

Dopo la doppietta rifilata al Gorica, Pjaca stavolta non ha timbrato il cartellino, però è stato comunque tra i migliori nelle file ospiti. “Bravi ancora una volta a ribaltare la partita, ma forse sarebbe il caso di non andare sempre sotto nel punteggio… Non è stato un bel derby, c’era tanta tensione in campo. Ci teniamo stretti questi tre punti per noi importantissimi. Il focus è già sulla prossima partita. Il titolo? Si riparte da zero. La Dinamo è potenzialmente a -1 perciò è tutto apertissimo. Sarà una lotta serrata fino alla fine. Brekalo e Perišić? Il campionato non potrà che guadagnarci. È vero che vanno a rinforzare una nostra diretta rivale però, ripeto, era importante riportarli in Croazia”, ha infine aggiunto l’ex ala della Juventus, un altro giocatore di peso tornato a casa.

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