La Coppa Italia parla… fiumano

Il connazionale Edvin Calderara racconta la clamorosa impresa di Brescia nella finalissima contro la corazzata Pro Recco. «Non ci credevamo eppure abbiamo battuto la squadra più forte al mondo», esulta l’allenatore in seconda dei lombardi

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La Coppa Italia parla… fiumano
Foto: Archivio personale

“L’unico dubbio è con quanti gol di scarto ci batteranno”. Parlava così il tecnico dell’AN Brescia, Alessandro Bovo, poco prima dell’atto conclusivo della Final Eight di Coppa Italia contro la super Pro Recco andato in scena in quel di Genova. Un modo per esorcizzare l’ennesimo confronto da underdog contro la corazzata ligure campione di tutto. Ma lo sport alle volte scrive pagine sorprendenti e così capita che Davide riesca a domare Golia. O, per meglio dire, Brescia a sgambettare la Pro Recco dei fenomeni Del Lungo, Di Fulvio, Zalanki, Echenique, Kakaris, Hallock – giusto per fare un paio di nomi – e guidata in panchina dal raguseo Sandro Sukno. Una finale già complicata di suo per la compagine lombarda, diventata ancora più proibitiva dopo appena due minuti quando Gitto viene espulso per gioco violento dopo aver rifilato un duro colpo ad Hallock. Nonostante i quattro minuti in inferiorità numerica, i bresciani tengono stoicamente botta non lasciando scappare gli avversari. E rimangono incollati al punteggio fino alla fine dei tempi regolamentari, che si chiudono sul 10-10 portando così la contesa ai tiri dai cinque metri, decisi dalla parata di Tešanović che nella sesta serie disinnesca il rigore di uno specialista come Fondelli facendo esplodere la festa di Brescia, che mette in bacheca la seconda Coppa Italia della propria storia dopo la prima sollevata nel 2012. Due come gli scudetti vinti, l’ultimo tre anni fa scucito proprio alla Pro Recco. Un vero e proprio miracolo sportivo visto che da questa stagione Brescia ha inaugurato un nuovo ciclo operando un profondo rinnovamento (e ringiovanimento) della rosa. Un’impresa che porta anche una forte impronta fiumana grazie al connazionale Edvin Calderara, allenatore in seconda dei lombardi.

Come avete festeggiato?
“Negli autogrill rientrando a Brescia. Sono stati festeggiamenti un po’ improvvisati anche perché era domenica e quindi c’erano pochi posti aperti. Loro la festa l’avranno sicuramente preparata, noi no (ride)… I ragazzi sono stati semplicemente straordinari. Un gruppo con sette giocatori nuovi rispetto all’anno scorso, quattro bresciani cresciuti nelle nostre giovanili, che si sono fatti le ossa nella formazione di A2, e altri provenienti da altre realtà. Eppure abbiamo battuto la squadra più forte al mondo!”.

Ci credevate di poter andare fino in fondo?
“Siamo partiti con l’idea di ragionare una partita alla volta. La gara dei quarti contro Trieste è stata a lungo sul filo e solamente nel finale siamo riusciti ad allungare. In semifinale contro l’Ortigia eravamo partiti forte, poi ci siamo fatti rimontare, ma l’abbiamo spuntata con un gol nel finale. A differenza nostra, la Pro Recco nelle prime due partite non dico che abbia passeggiato, però dal punto di vista fisico ha speso sicuramente meno. Quando ti trovi davanti un avversario del genere, che da anni domina in tutte le competizioni, fai fatica a crederci. Queste erano un po’ le sensazioni prima della partita, poi una volta in vasca, visto anche l’andamento, abbiamo man mano acquisito una maggiore consapevolezza”.

Qual è stata la chiave?
“Il nostro approccio fin dall’inizio. La brutalità fischiata e i quattro minuti con un uomo in meno ci hanno dato quel qualcosa in più in termini di solidità e compattezza. E anche di fiducia perché quando nel finale siamo andati sotto nel punteggio, quel gol subito avrebbe potuto tagliarci le gambe, e invece abbiamo avuto la giusta reazione andando a pareggiare e poi a giocarcela ai rigori”.

I rigori?
“Il nostro portiere (il montenegrino Tešanović, nda) è uno specialista. L’ha dimostrato non soltanto parando l’ultimo penalty, ma anche un altro nel corso della partita”.

Hai parlato con Sukno a fine gara?
“Tutti loro, a partire dallo stesso Sukno, ma anche la dirigenza e ovviamente i giocatori, ci hanno fatto i complimenti”.

Tra poco scattano i play-off: obiettivi?
“Giocarci la finale scudetto. In semifinale affronteremo il Savona, che negli anni ha sempre saputo mantenere intatta la propria ossatura inserendo qualche giovane di talento. Hanno chiuso al secondo posto la regular season e questo la dice lunga sul loro valore. Ci aspettano quindi partite molto dure e combattute”.

E la Champions League? La qualificazione alla Final Four è ormai fuori portata…
“Visto il girone con squadroni come Olympiakos, Barceloneta e Ferencvaros l’obiettivo era più che altro misurarci con avversari di altissimo livello, il che ti dà un po’ l’idea di dove sei e che cosa devi migliorare. Tanti ragazzi che sono arrivati questo tipo di partite non le hanno mai giocate. Per loro è fondamentale confrontarsi con giocatori che hanno vinto tutto a livello di club e nazionale. Ce la siamo giocata nonostante le tre sconfitte subite, che comunque ci hanno permesso di crescere e di accumulare esperienza nel nostro percorso. Sfrutteremo al meglio le tre partite che ancora ci restano”.

La Pro Recco resta la principale favorita al titolo?
“Indubbiamente. In Europa la concorrenza però non manca se pensiamo alle tre squadre del nostro girone oppure al Novi Beograd che invece si trova nel gruppo del Recco, però vedendo le ultime tre edizioni che hanno vinto, e prendendo in considerazione anche il loro organico, viene difficile da pensare altro”.

Credi che il “tuo” Primorje riuscirà a ribaltare il Vouliagmeni nei ritorno dei quarti di Euro Cup?
“Cinque gol da rimontare non sono pochi, però in questa stagione ho visto il Primorje disputare delle ottime partite. Uno dei suoi punti di forza sono i tanti giovani cresciuti nel proprio vivaio. È vero che manca loro un po’ di esperienza a questi livelli, ma ciò viene poi compensato con l’entusiasmo e la voglia di dimostrare il proprio valore. Giocare la partita decisiva a Costabella rappresenta certamente un vantaggio. Nel turno precedente anche la Dinamo Tbilisi si presentava leggermente favorita, eppure il Primorje ha vinto entrambe le sfide”.

Nella corsa al titolo in campionato è la Jadran la squadra da battere?
“Non è così scontato. Lo Jug sta attraversando un buon momento di forma e anche in Supercoppa, seppur perdendo, se l’è giocato alla pari. Non me la sento di indicare la Jadran come la grande favorita al titolo. A risultare decisivo potrebbe essere il fattore campo: un’eventuale ‘bella’ in casa è destinata sicuramente a darti una marcia in più”.

Il tuo futuro? Resterai a Brescia anche nella prossima stagione?
“Sono in scadenza, ma l’idea è quella di rimanere. Con la società e con Alessandro (Bovo, nda) mi trovo veramente bene perciò non penso ci saranno stravolgimenti. Per me è un piacere e un onore poter lavorare in un ambiente al top come quello che ho trovato a Brescia”.

In estate sarai ancora impegnato con le selezioni giovanili
della Croazia?
“Hrvoje Koljanin, che oltre a essere l’allenatore dell’Olympiakos è anche il selezionatore della Croazia Under 18, ha espresso la volontà di proseguire la collaborazione anche quest’estate. Questo mi fa molto piacere e quindi mi auguro che a breve arrivi anche la conferma da parte della Federazione. A luglio ci saranno i Mondiali di categoria in Argentina e sono molto curioso di vivere quest’esperienza”.

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