Jakirović mastica amaro: «Puniti da una disattenzione»

Il tecnico del Rijeka è dispiaciuto dopo la sconfitta di misura (1-0) rimediata al Maksimir contro la Dinamo, che ha visto i fiumani scendere al sesto posto

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Jakirović mastica amaro: «Puniti da una disattenzione»
Per Sergej Jakirović è arrivata la seconda sconfitta sulla panchina biancocrociata. Foto: Marko Lukunic/PIXSELL

Alla fine Sergej Jakirović ha avuto ragione. Alla vigilia della sfida del Maksimir il tecnico del Rijeka disse che era il momento peggiore per affrontare la Dinamo perché “ferita e obbligata a vincere dopo gli ultimi risultati al di sotto delle aspettative”. Ed effettivamente era difficile immaginare che i campioni in carica, dopo il pareggio con l’Osijek e i clamorosi scivoloni contro Šibenik e Istra 1961, avrebbero potuto allungare a quattro partite la striscia senza successi in campionato. E soprattutto non nella serata d’addio del capitano di lungo corso Ademi, dal quale tutti in casa zagabrese ci tenevano a congedarsi con una vittoria. E così è stato, con un guizzo a metà ripresa dell’ex Ristovski a decidere il match e a condannare i biancocrociati alla sconfitta stagionale numero 12, ma appena la seconda nel girone primaverile. Per la formazione della capitale scongiurato il rischio di riaprire il discorso per quanto riguarda la corsa al titolo (il +9 sull’Hajduk a 10 giornate dalla linea del traguardo rappresenta un margine più che rassicurante) e anche il tecnico Ante Čačić ha salvato la propria panchina, diventata traballante dopo aver raccolto un solo punto nelle tre uscite precedenti. Il Rijeka dal canto suo dopo questo stop è scivolato al sesto posto, scavalcato dal Varaždin e staccato dai cugini dell’Istra 1961, ma la classifica resta cortissima con sei squadre racchiuse nel fazzoletto di 5 punti, dal terzo Osijek (37) all’ottava Lokomotiva (32). Dopo la sosta si andrà verso il rush finale nella furibonda lotta per i due ticket europei in palio, con 30 punti ancora in ballo.

L’umiliante 2-7 rimediato a Rujevica nell’ultimo impegno del 2022 era ancora ben impresso negli occhi e nella mente dei giocatori (oltre che dei tifosi). C’era tanta voglia di rivalsa per cancellare quella storica batosta e, anche se alla fine è arrivata la sconfitta, la squadra è comunque uscita a testa alta e tra gli applausi dei propri tifosi. Al Maksimir i biancocrociati hanno disputato una buonissima partita, giocando a viso aperto e alla pari per lunghi tratti. Ma questa non è comunque una sorpresa perché il Rijeka targato Jakirović è un’altra cosa rispetto a quello abulico visto nella prima parte di stagione.

Situazioni provate in allenamento
“Sono soddisfatto della prestazione, non del risultato – dice il tecnico dei fiumani –. Non siamo venuti a difendere lo 0-0, bensì per imporre il nostro gioco e cercare di segnare. Siamo stati propositivi, abbiamo fatto tanto possesso e in alcuni frangenti li abbiamo messi in grossa difficoltà. Loro però hanno saputo sfruttare una delle occasioni create mentre noi invece no. Ed è tutta qui la differenza. Perdere in casa della Dinamo ci sta. Dopotutto qui hanno perso anche squadre ben più forti e quotate del Rijeka, però dispiace tornare a casa a mani vuote dopo aver giocato alla pari praticamente per 90 minuti”.
A condannare la sua squadra è stata una dormita collettiva sugli sviluppi di un calcio d’angolo. “Mi ha fatto arrabbiare il modo in cui abbiamo preso gol. Sapevamo che loro sono molto pericolosi sui calci piazzati perché portano diversi giocatori nell’area avversaria. Avevamo provato più volte in allenamento questo tipo di situazioni, eppure ci siamo fatti sorprendere lo stesso. Non solo Ristovski è rimasto completamente solo sul secondo palo, ma pure Ademi alle sue spalle. È stato un errore di marcatura e posizionamento. Una leggerezza che ci è costata carissimo”.

Il caso Obregon
Nel finale di partita è scoppiato il caso Obregon. Dopo essersi riscaldato, Jakirović lo ha chiamato per effettuare il cambio con Frigan, ma il centravanti colombiano si è dimenticato la maglia da gara e così, in preda alla frustrazione, si è tolto la pettorina, l’ha gettata a terra e infine ha dato un calcio a due bottigliette d’acqua a bordo campo. Una scena deplorevole che gli costerà certamente un provvedimento disciplinare. “Un comportamento inaccettabile – ha tuonato il tecnico di Mostar –. Innanzitutto non puoi dimenticarti la maglia perché se lo fai significa che con la testa sei da un’altra parte. La maglia da gara la devi avere indosso già in panchina. A quel punto il nostro magazziniere è corso nello spogliatoio per andare a recuperare la maglia, ma io non potevo aspettare oltre e così ho fatto entrare Jurić. E in secondo luogo non puoi permetterti di reagire in quella maniera. Per lui ci sarà sicuramente una multa”.

Si scende e si sale
Ora spazio alla nazionale, impegnata nelle qualificazioni agli Europei 2024, mentre il Rijeka tornerà in campo il 2 aprile a Rujevica contro l’Osijek. “L’ennesimo scontro diretto… La corsa per l’Europa è davvero combattuta e avvincente. La classifica cambia continuamente: si scende e si sale dopo ogni giornata. Siamo tutte lì e da qui alla fine potrebbe succedere veramente di tutto. Si deciderà tutto all’ultima giornata. La sosta? Abbiamo otto giocatori impegnati con le varie nazionali. Da un lato ci fa piacere perché è indice del buon lavoro che stiamo facendo, ma dall’altro complica non poco l’organizzazione degli allenamenti. Mi auguro soltanto che rientrino tutti integri”, ha concluso Sergej Jakirović.

Dilaver: «Mancato un po’ di coraggio»
Ancora una volta è stata solidissima la prova di Emir Dilaver, che ha completamente annullato Drmić, entrato a metà del primo tempo al posto di Petković, fermato da un problema al ginocchio. “Al di là del risultato finale, è stata nel complesso una buona partita da parte nostra. In alcuni frangenti li abbiamo costretti a giocare di rimessa. Ci è mancato forse un po’ di coraggio in certe situazioni e avremmo anche dovuto sfruttare meglio gli spazi che c’erano tra le linee. Dispiace aver preso gol in maniera piuttosto ingenua, ma siamo una squadra giovane e questi alti e bassi fanno parte del percorso di crescita”, ha detto il centrale, uno dei tanti ex della sfida.

Ademi e Škorić: l’addio dei capitani
La 26ª giornata di campionato verrà ricordata soprattutto per l’addio dei capitani di Dinamo e Osijek, Arijan Ademi e Mile Škorić, entrambi pronti a trasferirsi in Cina. Ademi ha collezionato 373 presenze con la maglia degli zagabresi ed è secondo soltanto all’irraggiungibile Dražen Ladić (802), ma è primo per numero di presenze nelle coppe europee (104). Con 337 gettoni Škorić è invece il recordman degli slavoni. Al mediano macedone e al difensore centrale il Maksimir e il Gradski vrt hanno tributato una lunga standing ovation. Come sottolineato dagli allenatori Ante Čačić e Borimir Perković, il loro addio lascia un vuoto incolmabile.

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