Istra 1961: finché c’è vita c’è speranza

Il pari interno contro la Lokomotiva ha ridotto le possibilità di salvezza dei polesi

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Istra 1961: finché c’è vita c’è speranza

L’Istra 1961 ha sprecato un’altra, l’ennesima occasione, per fare un passo avanti nella lotta salvezza. Invece ha fatto un passo indietro. Quanto sarà decisivo lo diranno i prossimi turni. Intanto i polesi sono aggrappati a un filo di speranza dopo il pareggio interno contro la Lokomotiva (1-1). Sono tempi difficili al Drosina. La squadra di Danijel Jumić non vince da metà marzo – l’ultimo successo era arrivato proprio contro la Lokomotiva –, e nelle ultime dieci partite ha conquistato soltanto due punti. Un bottino misero per chi lotta per non retrocedere.

 

Il primo tempo contro la squadra di Samir Toplak è stata un po’ lo specchio del momento di crisi che vivono i polesi. Contratti, impauriti, remissivi: queste le “caratteristiche” dei calciatori scesi in campo martedì. Neppure l’allenatore Danijel Jumić è esente dal colpe perché da tanto, troppo tempo non riesce a dare un’iniezione di fiducia ai suoi. Ed è proprio quest’aspetto che manca maggiormente all’Istra 1961, in quanto la squadra non è poi così debole come lo si potrebbe dedurre dalla classifica. La controprova è infatti arrivata nel secondo tempo della partita contro gli zagabresi. In 45 minuti i gialloverdi sono andati vicini al gol, rigorosamente in ordine cronologico, con Halilović, Hara, Vuk e Šutalo, ma non sono riusciti a trovare il colpo vincente per ottenere i tre punti in palio. Purtroppo i polesi hanno regalato il primo tempo agli avversari e soltanto un’uscita a vuoto del loro portiere Santini nel recupero ha permesso ai padroni di casa di agguantare il pari. La reazione nella ripresa è coincisa con l’uscita dal campo di Blagojević e Gržan, che negli ultim turni sono lontanissimi dalla forma migliore, mentre l’ingresso di Halilović e Vuk hanno dato più incisività alla manovra.

Luka Hujber cerca di superare in velocità Josip Pivarić
Foto: Srecko Niketic/PIXSELL

“Sono soddisfatto della squadra, che lotta contro tutti. In alcuni momenti non siamo stati all’altezza, ma capisco i ragazzi che hanno una grande pressione addosso”, ha detto l’allenatore Danijel Jumić, che poi ha voluto togliersi qualche sassolino dalla scarpa. Il motivo? L’arbitraggio di Ivan Bebek. “Non è stato fischiato un rigore in nostro favore, mentre quello per la Lokomotiva è scaturito da una punizione inesistente. Queste sono cose da circo, lo dico qui davanti a tutti. Chi ama l’Istra 1961 deve stare al fianco della squadra, proteggerla e non permettere che venga presa in giro”, lo sfogo di Jumić.
L’Istra 1961 è ora atteso da quella che potrebbero rivelarsi gli otto giorni più importanti della sua storia. Sabato faranno gli onori di casa allo Slaven Belupo, mercoledì saranno a Velika Gorica a giocare la finale di Coppa contro la Dinamo e il sabato successivo in casa dell’Osijek dovrebbero giocarsi la salvezza. Sempre se i polesi saranno ancora in corsa.

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