Prendendo in esame unicamente il girone primaverile, in testa alla classifica c’è il Rijeka. In otto partite giocate quest’anno i biancocrociati hanno messo in bisaccia 19 punti, frutto di 6 vittorie, 1 pareggio e 1 sconfitta, raccogliendo 4 punti in più rispetto alla prima inseguitrice, la Dinamo, arrivata a quota 15 nonostante abbia disputato una partita in più (il recupero con l’Istra 1961). Non solo l’ultimo successo sul Varaždin è valso il balzo al quarto posto (ora in condivisione con i cugini dell’Istra 1961) dopo un lungo inseguimento, ma addirittura i fiumani si trovano in corsia di sorpasso sull’Osijek, ora distante solamente due lunghezze. Uno scenario impensabile alla vigilia della ripresa del campionato, quando il terzo posto degli slavoni era distante 15 punti, ma grazie a questa ripartenza sprint hanno recuperato 13 punti sui biancoblù, che comunque ci hanno messo del loro raccogliendo la miseria di 6 punti in 8 giornate. All’orizzonte c’è ora la sfida con la Dinamo, l’ultima prima della sosta, in programma domenica al Maksimir. Un test che darà una chiara risposta sulle potenzialità e sul livello raggiunto da questo Rijeka. La truppa di Sergej Jakirović ci arriva nelle migliori condizioni: striscia positiva, bel gioco, morale alle stelle e zero pressione. Insomma, poco da perdere e tanto da guadagnare. E la Dinamo? La sconfitta rimediata a Pola nel recupero contro l’Istra 1961, la seconda di fila dopo il passo falso in casa dello Šibenik, ha fatto scattare l’allarme rosso al Maksimir. Due battute d’arresto (prima ancora era arrivato il deludente pareggio con l’Osijek) figlie di una squadra in crisi (come ammesso dallo stesso Ante Čačić) e condizionata dalle ben note vicende societarie. Non è dunque una missione impossibile. Anzi, è il momento più propizio per affrontare i campioni in carica. E sognare il colpaccio al Maksimir.