Il Rijeka a caccia dell’impresa

Conference League. Stasera in casa del Djurgarden i biancocrociati sono chiamati a ribaltare l'1-2 di Rujevica. «Ci vorrà una partita coraggiosa, ma al tempo stesso dovremo essere anche pazienti e intelligenti», sottolinea Dragan Tadić

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Il Rijeka a caccia dell’impresa
Andrija Vukčević in azione nella gara d’andata. Foto: GORAN ŽIKOVIĆ

Dentro o fuori. Senza possibilità d’appello. Stasera la Tele2 Arena di Stoccolma sarà teatro del match di ritorno del secondo turno preliminare di Conference League tra Djurgarden e Rijeka (calcio d’inizio alle 19). Si riparte dall’1-2 di Rujevica di otto giorni fa quando le reti di Finndell ed Edvardsen ribaltarono il vantaggio iniziale firmato da Vučkić. Per sperare di proseguire il proprio cammino verso la fase a gironi, i biancocrociati dovranno vincere con almeno due gol di scarto, oppure con uno per poi giocarsi tutto tra supplementari e/o rigori. Ma per ribaltare la sconfitta dell’andata ci vorrà una vera e propria impresa. In questo momento il Djurgarden è nettamente più avanti nella condizione, una squadra che gioca a memoria e soprattutto reduce da una striscia di sette successi consecutivi tra campionato ed Europa. L’ultimo in ordine di tempo il 2-1 nello scontro diretto in casa dell’Häcken che è valso la vetta solitaria in classifica. Oltretutto hanno la miglior difesa del campionato e soltanto in un’occasione hanno incassato più di un gol (contro il Sundsvall, steso però con un secco 5-2). La truppa di Kim Bergstrand arriva dunque a questa sfida con il morale alle stelle. Il Rijeka dal canto suo è ancora un cantiere aperto, una squadra imballata, senza il necessario ritmo partita e alla ricerca di una propria identità. Senza contare che si giocherà sull’erba sintetica e in una bolgia di fronte a circa 20mila caldissimi tifosi che già a Rujevica si erano fatti sentire eccome. Praticamente una montagna da scalare, ma i fiumani comunque ci credono e promettono battaglia.

Intensità e personalità
”In campo voglio vedere intensità e personalità – dice il tecnico Dragan Tadić –. Sappiamo bene che ci attende un compito molto difficile, però siamo ancora pienamente in corsa. Ci vorrà una partita coraggiosa, ma al tempo stesso dovremo essere anche pazienti e intelligenti. Loro sono molto più avanti di noi nella condizione avendo già nelle gambe 16 giornate di campionato. Stanno esprimendo un ottimo calcio, è una squadra bilanciata e ben coperta in tutti i reparti. In rosa hanno giocatori di grande qualità e non c’è da stupirsi se hanno allungato a sette la loro striscia vincente”.
Raramente l’allenatore si sbottona sul modulo, ma stavolta ha fatto un’eccezione rivelando che tornerà al 4-2-3-1. Una scelta praticamente obbligata visto che il 3-5-2 sperimentato all’andata si era rivelato un buco nell’acqua. “In questo momento la difesa a quattro ci offre maggiori garanzie. La formazione? Ci sarà qualche piccolo cambio rispetto a Rujevica. Krešić? In settimana ha preso una botta alla caviglia, ma non è nulla di serio e stringerà i denti. Conterà soprattutto l’atteggiamento. Comunque resto fiducioso perché i ragazzi sono carichi e motivati, però sarà importante non commettere l’errore di voler strafare”, conclude Tadić.

Jorge Obregon e Prince Ampem sembrano di buon umore.
Foto: HNK RIJEKA

«Pronti a tutto»
La fascia sinistra è il feudo di Andrija Vukčević. All’andata il terzino ha spinto molto, ma in fase di copertura ha fatto fatica a contenere le sfuriate offensive di Asoro. “In difesa concedono davvero poco e in attacco sono molto rapidi. Fanno molto possesso e gli piace giocare in profondità perciò dovremo stare molto attenti ai loro inserimenti da dietro. Come tutte le squadre hanno dei punti deboli e noi dovremo essere bravi a sfruttarli. Sappiamo come metterli in difficoltà, ma ci vorrà una prestazione ben diversa rispetto all’andata. Supplementari e rigori? Siamo pronti a tutto”, sottolinea il difensore montenegrino.
A operare sulla corsia opposta ci sarà con ogni probabilità Ivan Smolčić, uscito dalla battaglia di Rujevica con un vistoso taglio sull’arcata sopraccigliare, ricucito con qualche punto di sutura. “Nella prima partita gli abbiamo concesso troppo e loro ci hanno punito. È chiaro quindi che dovremo alzare il nostro livello. La cosa positiva è che con l’abolizione del gol in trasferta ci basta anche una sola rete per rimettere tutto in discussione. Non siamo inferiori al Djurgarden, ma dovremo dimostrarlo sul campo. Vogliamo vincere e prenderci la qualificazione”, suona la carica il centrale riadattato a terzino.

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