Da Soldeu al… Camp Nou

Dopo il primo podio in carriera centrato alle finali andorrane, Leona Popović ha assistito al «Clasico» tra Barcellona e Real Madrid. «Nessun premio: ci eravamo organizzati già prima»

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Da Soldeu al… Camp Nou
Leona Popović. Foto: Roni Brmalj

Sesta nel secondo slalom di Levi, quinta in quello bis a Špindleruv Mlyn. E poi ancora cinque top 10 tra Levi 1, Killington, Zagabria, Špindleruv Mlyn 1 e Åre. Ci girava attorno da inizio inverno e poi alle finali di Soldeu, nell’ultimo slalom stagionale, ecco finalmente il primo podio in carriera. Strameritato. Per la crescita e la continuità di rendimento dimostrate nel corso della stagione. Sulle nevi andorrane Leona Popović è diventata la quarta sciatrice croata a salire su un podio di Coppa del Mondo dopo Janica Kostelić, Ana Jelušić e Zrinka Ljutić, piazzandosi seconda alle spalle di Petra Vlhova e davanti a Mikaela Shiffrin. Non esattamente le ultime arrivate. Inoltre, la 25.enne originaria di Mrkopalj è entrata di prepotenza nel primo sottogruppo di merito tra i pali snodati. Ciò significa che nello slalom inaugurale della prossima stagione partirà tra le prime sette. In realtà lo aveva già fatto proprio a Soldeu e prima ancora a Meribel in occasione dei Mondiali, ma nel primo caso in virtù del fatto che alle finali vale la classifica di specialità e non la WCSL, nel secondo in seguito al forfait di Paula Moltzan. E come avrà festeggiato Leona la sua prima top 3 nel massimo circuito a conclusione della miglior stagione in carriera? Regalandosi, assieme a tutta la nazionale, il “Clasico” tra Barcellona e Real Madrid. Dopotutto il capoluogo della Catalogna non è lontano da Soldeu…

Ti sei divertita al Camp Nou?
“Molto. È stata una bella partita, con il Barça che ha vinto in rimonta per 2-1”.

Segui il calcio?
“Sì. Non sono una fan sfegatata, ma mi piace”.

Era il premio per il podio di Soldeu?
“No. Ci eravamo organizzati molto prima”.

E Barcellona?
“Ho visto poco. È stata più una toccata e fuga”.

Ma veniamo allo sci: cos’hai provato su quel podio in compagnia di Petra e Mikaela?
“Pelle d’oca. Condividerlo con due fuoriclasse assolute ha reso tutto ancora più speciale. Una giornata fantastica”.

Che cosa ti hanno detto?
“Nulla di che. Ci siamo fatte i complimenti a vicenda. Con Petra un po’ di più perché è capitato più volte nel corso della stagione di allenarci assieme. Anche il suo team mi ha fatto i complimenti. Avere la possibilità di allenarmi con loro ha sicuramente contribuito ai miei progressi”.

Com’è stato gestire la pressione in partenza? Per la prima volta ti sei trovata virtualmente sul podio al termine della prima manche…
“Un pochino di pressione in più rispetto alle altre volte chiaramente l’ho avvertita però ormai ci sono abituata, nel senso che io sono una di quelle che sente molto la gara e al cancelletto mi si chiude sempre lo stomaco. In questi casi comunque l’esperienza ti aiuta a gestirla meglio. Ho pensato unicamente a ripetere la sciata della prima manche e ci sono riuscita”.

Già con il sesto posto a Levi a inizio stagione era diventato chiaro che il podio sarebbe stata soltanto una questione di tempo…
“Ci sono andata vicino più volte, ma mi è sempre mancato qualcosa. Alle volte un po’ di fortuna, altre volte ho pagato qualche mio errore. Stavolta invece sono riuscita mettere insieme due manche pulite e quand’è così questo è il risultato”.

Ormai hai raggiunto il livello delle migliori e il prossimo step non può che essere la vittoria…
“Mi auguro che Soldeu rappresenti la svolta definitiva. Evito comunque di fare proclami. Il livello in slalom è altissimo e per vincere tanti pezzi devono incastrarsi”.

Complessivamente hai chiuso otto volte nelle dieci: hai trovato una continuità di rendimento eccezionale che ti ha permesso di fare irruzione nel primo sottogruppo…
“Diciamo che questo è una sorta di bonus. In tutta onestà il primo sottogruppo non era un obiettivo. Anzi, per me era già tanto essere sorteggiata dall’8 al 15. Ad ogni modo è fantastico avere la certezza di partire nelle sette all’inizio della prossima stagione. Ovviamente il pettorale basso ti dà un grande vantaggio perciò dovrò essere brava a sfruttare l’occasione”.

Quest’anno anche Zrinka Ljutić è salita per la prima volta sul podio, nello slalom bis di Špindleruv Mlyn dove tu hai chiuso quinta per una doppia top 5 croata da favola. Ecco, quant’è importante poterti misurare con un riferimento come Zrinka?
“Tantissimo. Ci supportiamo e ci ‘spingiamo’ a vicenda. Siamo entrambe molto competitive e in allenamento vogliamo sempre stare l’una davanti all’altra e questo ti stimola a spingere ancora di più. Il livello dei nostri allenamenti è davvero alto e questo poi si riflette anche in gara, come testimoniano i nostri risultati”.

Com’è il vostro rapporto?
“Ottimo. È importante avere accanto qualcuno con cui condividere la tua stessa passione e tutti i momenti, belli e meno belli”.

Il pista però c’è rivalità…
“Una sana rivalità. Il nostro è naturalmente uno sport individuale e una volta aperto il cancelletto sei focalizzato esclusivamente su te stesso e sulla tua sciata. In pista la tua compagna di squadra è la prima delle avversarie”.

Forse l’unica amarezza di questa stagione è stato quel 17º posto nello slalom iridato di Meribel…
“Ero contratta nella prima manche e non so perché. Nella seconda sono partita tutta all’attacco nel tentativo di recuperare quante più posizioni, ma ho commesso un grave errore poco prima del tratto pianeggiante. Lì ho perso tanta velocità buttando via la gara. Peccato perché era comunque il Mondiale, però ho voltato subito pagina e nello slalom successivo di Åre sono tornata nelle dieci”.

La tua stagione non è tuttavia ancora finita…
“Esatto. Questa settimana parteciperò ai Campionati assoluti sullo Sljeme. Tra l’altro correrò anche in gigante. Dopodiché sono previsti i test dei materiali in vista della prossima stagione e solo allora potrò staccare un po’”.

A proposito, dopo tanto tempo ad Åre ti abbiamo nuovamente rivisto tra le porte larghe…
“Il merito è di Zrinka che ha aperto un secondo slot. Purtroppo però parto con pettorali altissimi ed è quindi difficile cercare la qualificazione alla seconda manche quando scendi su una pista ormai rovinata. Il gigante comunque è una disciplina a cui tengo e che curo molto perciò nella prossima stagione l’obiettivo sarà provare ad abbassare i numeri di partenza”.

Ad Åre Mikaela Shiffrin ha superato il record di successi di Ingemar Stenmark: secondo te è la miglior sciatrice di tutti i tempi, settore maschile compreso?
“Senza dubbio. I suoi numeri parlano chiaro”.

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