«Come te non c’è nessuno…»

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«Come te non c’è nessuno…»

“Come te non c’è nessuno”, cantava negli Anni ‘60 Rita Pavone. Una canzone, o nel nostro caso una constatazione, che si addice perfettamente a Fiume e al Rijeka. Che il vecchio stadio di Cantrida, costruito sotto le rocce a strapiombo a due passi dal mare, fosse uno dei più suggestivi al mondo lo sappiamo ormai da tempo. Del resto, anche la CNN lo aveva inserito a suo tempo tra i dieci più “insoliti” del pianeta. Ed, effettivamente, tutte le squadre straniere che ci venivano a giocare non finivano di meravigliarsi. Chi scrive quest’articolo è stato più volte testimone di giocatori, anche di compagini prestigiose (Siviglia, Feyenoord), che in allenamento hanno voluto immortalarsi con una foto o un selfie sotto le rocce di Cantrida. C’è poi anche un allenatore famoso come Alberto Zaccheroni che, da osservatore durante un Rijeka-Dinamo del 2000 (qualche giorno più tardi la compagine zagabrese avrebbe affrontato il Milan in Champions), un po’ impaurito aveva osservato: “Ma è sicuro giocare qui? È mai successo che qualche pietra sia caduta sul campo?”. Una volta tranquillizzato in merito, ha osservato la partita con un occhio e con l’altro lo stadio, non finendo di stupirsi per l’ambiente che si è venuto a creare all’interno.
Fin qui i cenni storici. C’è però anche un altro stadio che ha conquistato le simpatie all’estero, nella fattispecie del quotidiano sportivo spagnolo AS: quello di Rujevica. L’attuale “casa” del Rijeka è stata infatti inserita tra i nove stadi di calcio più affascinanti del mondo! La foto abbinata all’articolo mostra l’impianto di Rujevica con sullo sfondo il Golfo del Quarnero: un panorama suggestivo e mozzafiato. Gli altri otto si trovano in Islanda, Portogallo, Andorra, Isola Canarie, Gibilterra, Algeria e Serbia e sono alquanto pittoreschi, oltre a quello supertecnologico di Monterrey (Messico) con veduta sulle montagne del Cerro de la Silla che dominano la “Sultana del Norte”. Ma, rispetto al resto della compagnia, Fiume di stadi “particolari” ne ha ben due…

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