Chi vincerà il titolo?

La battaglia totale tra Rijeka, Hajduk e Dinamo non è che all’inizio e si preannuncia come la più avvincente e combattuta di sempre

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Chi vincerà il titolo?
Foto: Goran Kovacic/PIXSELL

“Adesso si riparte da zero”. Parlava così Marko Pjaca dopo il successo del Rijeka nel big match contro l’Hajduk, valso l’aggancio agli spalatini in vetta alla classifica. Nel frattempo le carte si sono ulteriormente rimescolate e i biancocrociati sono ora in vetta da soli. Se al termine del girone autunnale Hajduk, Rijeka e Dinamo erano racchiuse in sette punti, ora invece sono solamente quattro le lunghezze che dividono le tre rivali, con i fiumani a quota 44 punti, gli spalatini a 42 e gli zagabresi a 40, con questi ultimi che hanno pure una partita ancora da recuperare. La classifica è dunque cortissima per una lotta al titolo che si preannuncia come una delle più avvincenti e combattute di sempre. Alla linea del traguardo mancano ancora 15 fermate – un’eternità – e chiaramente il campionato potrebbe spaccarsi in qualsiasi momento, ma la sensazione è che tutte e tre le pretendenti potrebbero presentarsi al rush finale ancora appiccicate l’una all’altra.

Fiumani lanciatissimi
Chi ha sfruttato al meglio questo primo scorcio del girone primaverile è il Rijeka. Infilando tre vittorie consecutive (Gorica, Hajduk, Istra 1961) la truppa di Željko Sopić è passata dal -6 al +2 sull’Hajduk e ora guarda il resto della compagnia dall’alto del primo posto. Dopo il colpaccio nel cortile dei dalmati, Labrović e soci erano obbligati a battere l’Istra, che si presentava come una sorta di test di maturità, ripensando soprattutto alla seconda tornata di campionato quando i quarnerini frenarono al Drosina (1-1) non sfruttando il contemporaneo tonfo casalingo dell’Hajduk con l’Osijek (0-2). Stavolta invece l’esame è stato superato e pure a pieni voti. Il Rijeka non solo non ha avuto il “braccino”, ma ha letteralmente demolito i polesi (3-0), i quali hanno evitato l’imbarcata grazie alle paratone del solito Majkić. Una prova di forza che acquista ancora maggior valore considerate le numerose assenze (Dilaver, Mitrović, Goda e Fruk, Ivanović escluso dall’undici di partenza e Janković uscito nel finale di primo tempo per un guaio muscolare). Altro fattore da non sottovalutare è il gol al debutto del neoarrivato Marić. Il centravanti di proprietà del Monza sembra essersi già inserito negli schemi e può risultare il valore aggiunto di questa squadra, oltre a fornire un maggiore ventaglio di soluzioni offensive accanto a Ivanović e Obregon. Un pericoloso nemico potrebbe essere tuttavia la pressione. Nessuno chiede al Rijeka di vincere il titolo e proprio quest’aspetto ha fin qui rappresentato un grande vantaggio, ma adesso il discorso è diverso e più la squadra rimarrà in alto e più le gambe inizieranno a tremare, a maggior ragione considerando che in termini di età media la rosa dei fiumani è la seconda più bassa del campionato (dietro soltanto alla Lokomotiva).

Spalatini «raffreddati»
I grandi sconfitti dopo i primi due turni del girone primaverile sono gli spalatini. In casa Hajduk la temperatura si è abbassata parecchio passando da +6 a -2 nell’arco di dieci giorni. Ma ciò che ha fatto scattare l’allarme rosso al Poljud è la preoccupante involuzione della squadra, che nelle ultime quattro uscite, a cavallo tra il 2023 e il 2024, ha raccolto la miseria di soli 3 punti sui 12 a disposizione, frutto dei pareggi con Lokomotiva, Dinamo e Osijek, intervallati dalla sconfitta rimediata contro il Rijeka. Certamente il calendario non ha dato una mano (Dinamo, Rijeka e Osijek in sequenza), ma è proprio il non aver battuto nessuna delle dirette rivali a far riflettere. La banda di Mislav Karoglan aveva tutto all’inizio del nuovo anno: primato in classifica, i colpi Perišić, Brekalo e Kleinheisler e un ambiente caricato a mille, ma sono bastate due partite (Rijeka e Osijek) a far crollare tutto come un castello di carte nel bel mezzo di una tempesta. Guardando però al resto di questa terza tornata di campionato, è proprio il calendario a poter trasformarsi in un prezioso alleato visto che d’ora in poi seguiranno solamente gli scontri con avversarie che navigano nella parte mediobassa della classifica. Naturalmente nel corso della stagione anche le “piccole” hanno già strappato qualche punto ai dalmati, però è altrettanto vero che se alcune formazioni sono più vicine al vertice e altre al fondo, un motivo ci sarà pure. A Spalato ripongono una buona parte delle speranze nell’uomo della provvidenza Brekalo, che in un campionato meno competitivo come quello croato dovrebbe spostare eccome gli equilibri (ancora da valutare invece i tempi di recupero di Perišić, il quale comunque difficilmente sarà disponibile prima della fine di aprile), come pure nel rientro del “talismano” Livaja, attualmente fermo ai box. Gli spalatini puntano quindi a sfruttare un calendario sulla carta più favorevole per riprendersi la vetta della classifica prima dell’ultimo quarto di stagione.

Zagabresi in ripresa
E poi c’è la Dinamo, che malgrado le lotte intestine per il potere e una prima parte di stagione fin qui disastrosa, è sempre lì, potendo sfruttare la rosa oggettivamente più ampia e di qualità dell’intero campionato. Il clamoroso tonfo nel recupero con la sorellina minore Lokomotiva (0-3) sembrava poter infliggere una stoccata mortale alle ambizioni dei campioni in carica, ma il doppio successo colto con Istra e Gorica, unito alla brusca frenata dell’Hajduk, ha rimesso in corsa la banda di Sergej Jakirović, ora a -4 dalla capolista Rijeka e pure con una partita in meno. Il crescente ottimismo nella capitale è da ricercare anche nel fatto che la società continua ad assicurare l’arrivo di ulteriori rinforzi in questo finale di mercato. Gli zagabresi sono comunque attesi da un febbraio caldissimo con 5 partite in 20 giorni tra, cui anche il doppio confronto con il Betis Siviglia in Conference League. L’Europa porta soldi e lievita il prezzo dei giocatori, ma al tempo stesso prosciuga tante energie e può risultare deleteria in ottica della corsa al titolo. Ragionando in questa prospettiva al Maksimir di certo nessuno si metterà a piangere in caso di eliminazione per mano degli andalusi. Il prossimo 25 febbraio ci sarà poi a Zagabria il big match contro il Rijeka ed è lì che si avrà un quadro un po’ più chiaro. Insomma, la Dinamo si sta lentamente ritrovando, ma la strada è ancora in salita e disseminata di tanti ostacoli.
Chi vincerà dunque il titolo? L’unica certezza è che non ci sono certezze. La battaglia non è che all’inizio e soprattutto apertissima a qualsiasi scenario.

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